3D Univ+rses: i virtual twin di seconda generazione sono ecosistemi intelligenti, interconnessi e immersivi

Dicembre 2, 2025 - 01:00
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3D Univ+rses: i virtual twin di seconda generazione sono ecosistemi intelligenti, interconnessi e immersivi

VIRTUAL TWIN

3D Univ+rses: i virtual twin di seconda generazione sono ecosistemi intelligenti, interconnessi e immersivi



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Da repliche virtuali a universi intelligenti che percepiscono il contesto, simulano scenari complessi, generano contenuti con l’AI e interagiscono nello spazio fisico dell’utente in tempo reale: i 3D Univ+rses trasformano il virtual twin in un’infrastruttura viva e predittiva della conoscenza industriale aggiungendo la componente immersiva

Pubblicato il 1 dic 2025



3D UNIV+RSES cover

3D Univ+rses è l’upgrade tecnologico e operativo dei virtual twin. Rispetto all’uso della modellazione parametrica, delle tecniche di simulazione e di una sensorizzazione pervasiva associata alla IoT, i gemelli digitali si arricchiscono combinando GenAI ed esperienze immersive. Per l’industria questo passaggio di stato non significa solo visualizzare gli oggetti dall’esterno ma anche poter vedere cosa succede all’interno dei materiali di cui sono composti per valutare in modo sostenibile scenari complessi prima di rilasciare un prodotto per ridurre i rischi, sprechi e tempi di industrializzazione, trasferendo know-how lungo tutta la catena del valore.

Il nuovo cluster tecnologico inaugura una nuova grammatica della rappresentazione, della conoscenza e del lavoro. Il salto di quantico è che smettono di operare come entità a sé stanti per formare universi digitali interconnessi, capaci di dialogare tra loro, integrare i segnali provenienti dall’ambiente fisico, apprendere ed evolvere nel tempo, uscire dallo spazio digitale per interagire nel mondo fisico. L’ultimo miglio di questa evoluzione è l’uso dei 3D Univ+rses a supporto delle attività non solo di formazione ma di collaborazione interfunzionale tra i vari team di reparto fino alla pianificazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Insomma: una risposta concreta ai problemi quotidiani delle fabbriche – dalla sicurezza alla manutenzione, dalla qualità al ricambio generazionale delle persone – in un contesto in cui l’interdipendenza dei processi di filiera sempre più estesi e integrati richiede più velocità e predittività.

Dalla progettazione 3D agli universi digitali

3D Univ+rses rappresenta il nuovo capitolo della roadmap tecnologica di Dassault Systèmes. Basata sulla piattaforma 3DEXPERIENCE, la convergenza tra gemelli virtuali e intelligenza artificiale industriale crea ecosistemi phygital (physic + digital) più estesi, sincronizzati e informati, supportando progettazione, pianificazione, sperimentazione e innovazione. Lo specialista ha illustrato tutti i dettagli nel corso di una conferenza stampa organizzata a Milano in cui ha contestualizzato la direzione del suo sviluppo.

«Dassault Systèmes nasce nel 1981 dall’intuizione di un gruppo di giovani ingegneri che hanno cambiato la storia della progettazione realizzando Catia il software CAD/CAM/CAE che ha portato la modellazione tridimensionale nell’industria – ha ricordato Chiara Bogo, EUROMED Strategy & Marketing Senior Director, Dassault Systèmes -. In seguito, abbiamo lanciato DMU, il 3D digital mock-up finalizzato ad analizzare il comportamento congiunto delle parti finalizzato ad aggiungere un ulteriore livello di comprensione. Dopo aver messo a sistema anche il Product Data Management, che ha dato struttura alle informazioni e reso possibile una collaborazione più estesa, nel 1999 abbiamo creato Enovia, il PLM 3D, che ha portato nel digitale l’intero ciclo di vita del prodotto. Su queste basi la simulazione è diventata parte integrante della progettazione, dando forma ai virtual twin, modelli dinamici tridimensionali capaci di rappresentare il comportamento di oggetti e sistemi reali. Con i virtual twin of human abbiamo poi esteso il modello alla rappresentazione della vita. 3D Univ+rses è un nuovo traguardo operativo e strategico: un ambiente in cui molteplici virtual twin interagiscono tra loro e con noi per offrirci una rappresentazione del mondo che ci circonda e del business più profonda: multidimensionale, intelligente e continua».

I 3D Univ+rses combinano Generative Experiences e Virtual Companions per aumentare contemporaneamente la performance dei processi (AI Augmented Processes) e l’autonomia delle persone (AI Augmented Roles), creando un modello evolutivo in cui l’AI potenzia sia l’efficienza operativa sia il contributo umano

I pilastri dei 3D Univ+rses: esperienza, intelligenza e senso del tempo

Nel gioco semantico dei 3D Univ+rses, il suffisso +rses è l’acromino di Real-world data, Simulation, Evidence & Sovereignty, che indica l’estensione del concetto di virtual twin attraverso AI, dati reali, contenuti generativi e infrastrutture sovrane:

  • Real-World Data
    I dati provenienti dal mondo fisico – sensori, telemetrie, contesti operativi – che alimentano e aggiornano continuamente i modelli digitali.
  • Simulation
    La capacità di simulare scenari, varianti, comportamenti e alternative progettuali, integrando modelli fisici, logici e ingegneristici in una pipeline unica.
  • Evidence
    Le evidenze reali – prestazioni, anomalie, fenomeni osservabili – che permettono di validare e affinare le rappresentazioni virtuali, rendendole più aderenti al comportamento effettivo dei sistemi.
  • Sovereignty
    L’ambiente sicuro che consente alle aziende di combinare, correlare e scambiare virtual twin mantenendo il pieno controllo della proprietà intellettuale, dei modelli e dei dati generati.

«I 3D Univ+rses possono essere eseguiti on-premise, in cloud pubblico con tenant dedicato o in cloud privato, mantenendo pieno controllo su modelli, dati e processi – ha precisato Umberto Arcangeli, Amministratore Delegato di Dassault Systèmes Italia –. Abbiamo un accordo con Mistral che garantisce anche la sovranità tecnologica, non solo quella dei dati: un aspetto fondamentale quando si usano modelli generativi su conoscenza aziendale ad alto valore. E la proprietà intellettuale del cliente resta in capo al cliente».

Chiara Bogo, EUROMED Strategy & Marketing Senior Director, Dassault Systèmes e Umberto Arcangeli, Amministratore Delegato di Dassault Systèmes Italia

Cosa sono e come funzionano i 3D Univ+rses

In sintesi, una classe evoluta di rappresentazioni virtuali che integra modellazione, simulazione, dati provenienti dal mondo fisico e contenuti generati dall’intelligenza artificiale permette di creare universi virtuali con un livello di precisione e predittività impossibile da ottenere con modelli isolati.

«I 3D Universes offrono un nuovo orizzonte rappresentativo e interpretativo della realtà con una profondità inedita – ribadisce Bogo -. La Generative Experience, ad esempio, combina dati reali, conoscenza ingegneristica e intelligenza artificiale per creare esperienze che evolvono nel tempo e che supportano chi progetta, chi produce e chi opera sul campo. I Virtual Companion sono agenti intelligenti specializzati per funzione, capaci di affiancare tecnici e operatori per suggerire interventi, generare parti o procedure e diventare un vero supporto alla formazione delle nuove competenze. L’introduzione del sense computing nei virtual twin permette di creare esperienze immersive e multidimensionali che permettono ai professionisti di interagire con modelli complessi in modo naturale. In tutto questo, la Knowledge & Know-how platform della 3DEXPERIENCE integra queste capacità in un’unica infrastruttura».

I 3D Univ+rses abilitano una visione olistica dell’impresa: progettazione, produzione, manutenzione, formazione e relazione con il cliente diventano parti di uno stesso ecosistema intelligente, trasformando ogni fase del ciclo di vita in un continuum operativo e cognitivo

Spatial computing: i virtual twin entrano nello spazio fisico dell’utente

I virtual twin evolvono in universi interconnessi che portano capacità previsionali e prescrittive in qualsiasi filiera. L’AI riconosce pattern, individua dipendenze, genera varianti e mette in relazione progettazione, produzione, pre e post vendita, marketing, logistica, distribuzione e customer care. Il sense computing, integrato con lo spatial computing, porta questa intelligenza nella realtà operativa quotidiana: collega i modelli ai dati dei sensori, li aggiorna in tempo reale e permette di interagirvi in modo naturale, immersivo ma anche estremamente più sicuro. Un’esperienza che non significa solo entrare in un modello digitale: ora è il modello che entra nello spazio dell’utente, interfacciandosi con l’ambiente reale. In che modo? Grazie a una collaborazione ingegneristica tra Dassault Systèmes e Apple che ha portato i 3D Univ+rses a dialogare con i visori immersivi Apple Vision Pro attraverso la nuova app 3DLive, sviluppata su visionOS. L’obiettivo non è creare l’ennesima esperienza immersiva, ma trasformare il virtual twin in un ecosistema situato e contestuale, capace di occupare lo spazio fisico con coerenza, precisione e continuità dinamica.

Previo scaricamento di 3DLive dall’Apple Store, il dispositivo indossabile di Apple viene utilizzato come interfaccia immersiva per visualizzare e manipolare i virtual twin dei 3D Univ+rses direttamente nello spazio fisico

Basta indossare i visori, eseguire alcune rapide fasi di settaggio per configurare lo strumento e prendere confidenza sulle modalità di interazione (ad esempio non si clicca: si usa il pollice e l’indice della mano per pizzicare). Le capacità di rilevamento, tracciamento e interpretazione dell’ambiente, proprie dello spatial computing, consentono di osservare, manipolare e intervenire su un modello virtuale lavorando su un overlay digitale- in scala reale o interagito in maniera adattiva – e che si sovrappone in modo contestuale a quello fisico. La revisione progettuale diventa così un’attività condivisa tra più team: l’analisi funzionale si svolge direttamente nel luogo in cui il prodotto sarà installato, la manutenzione assistita sfrutta istruzioni virtuali collocate sugli oggetti fisici, la formazione operativa può simulare procedure complesse senza dover costruire prototipi o linee dedicate.

«L’integrazione con Apple Vision Pro permette ai virtual twin di uscire dallo schermo ed entrare nello spazio operativo con precisione scientifica – osserva Arcangeli –. Il modello viene riconosciuto, collocato e scalato in base all’ambiente circostante, mantenendo coerenza prospettica e aggiornamento dinamico rispetto ai dati provenienti dai sistemi reali. Questo non è un effetto visuale: significa poter operare nel mondo fisico ciò che prima richiedeva ambienti di simulazioni separati, workstation dedicate o mock up. La revisione progettuale può avvenire direttamente in reparto, l’analisi degli ingombri diventa immediata, le sequenze di montaggio vengono verificate in modo contestualizzato e l’ispezione immersiva di sistemi complessi permette di anticipare problemi prima che emergano. Lo spatial computing trasforma il virtual twin in un attore operativo del processo industriale. Abbiamo iniziato con Apple ma prevediamo di diversificare il sistema anche ad altri sistemi operativi».

Esempi applicativi dei 3D Univ+rses: AI generative assembly

In ambito industriale, gli ambiti applicativi di questi ecosistemi tridimensionali intelligenti sono tantissimi. Un esempio è l’AI generative assembly: non si tratta più di rappresentare una singola parte, ma di chiedere all’intelligenza artificiale di costruire automaticamente un intero assieme, rispettando regole tecniche, accoppiamenti meccanici, sequenze operative e tutte le tolleranze richieste. In pratica, l’AI ricompone il modello come farebbe un progettista esperto: riconosce i componenti, interpreta le relazioni funzionali, genera la struttura corretta e produce in autonomia la documentazione tecnica. Il tutto risolvendo in un ambiente virtuale operazioni che prima richiedevano tempo, manualità e una profonda conoscenza delle specifiche che ora diventano immediate e senza impatti reali.

«La Gen AI non si limita ad automatizzare delle fasi – osserva Arcangeli –: lavora sulla conoscenza ingegneristica che le aziende hanno accumulato negli anni, capitalizzando regole di progettazione, librerie di componenti, vincoli geometrici e funzionali, compatibilità dei materiali, logiche reali di montaggio. È questa base a rendere possibile l’assemblaggio augmented: non si tratta di unire semplicemente pezzi ma di ricostruire l’oggetto generando varianti coerenti agli obiettivi funzionali. Il valore non è solo tecnico: significa rendere accessibile alle nuove generazioni un patrimonio che prima era custodito solo dai profili più senior. Per molte aziende il tema non è più soltanto progettare meglio, ma preservare e trasferire competenze alla workforce del futuro. Con i Univ+rses possiamo mettere a sistema questo know-how per trasformarlo in un asset operativo della sostenibilità sociale».

La roadmap evolutiva di Dassault Systémes sancisce il passaggio da una produzione lineare a un sistema vivente e apprendente capace di aggiornare e allineare conoscenza, processi e decisioni in modo continuo

Dalla personalizzazione di massa alla generative economy

Nel passaggio da un’economia fondata sulla produzione di massa alla personalizzazione di massa le aziende hanno cambiato il modo con cui progettano valore. Un passaggio che ha portato a mettere al centro il cliente come condizione strutturale per competere. Questo ha sancito l’ingresso nell’experience economy, in cui contesto e preferenze individuali diventano la matrice attraverso cui ideare prodotti, servizi e interazioni realmente aderenti alle esigenze delle persone. Oggi l’attenzione crescente ai temi della sostenibilità sta spianando la strada a una nuova economia circolare rigenerativa.

«Il nuovo paradigma prende ispirazione dai meccanismi della natura e dai cicli della vita non solo per ottimizzare ciò che già esiste, ma per apprendere da come la vita crea, trasforma, ripara e rigenera – conclude Arcangeli -. Il che significa sviluppare materiali che si autoriparano come i tessuti biologici, creare componenti bio-based meno impattanti delle derivazioni industriali, progettare prodotti e processi che restituiscono valore invece di consumarlo. Per arrivare a soluzioni di questo tipo servono ambienti in cui immaginare scenari alternativi, simularli prima di agire e valutarne l’impatto lungo tutto il ciclo di vita. È esattamente ciò che permettono i Univ+rses: un unico spazio in cui progettazione, industrializzazione, supply chain, operatività e fine vita vengono messi in relazione e analizzati come parti di un sistema vivente. L’intelligenza artificiale generativa amplifica questa visione perché trasforma il patrimonio di conoscenze maturato negli anni in un motore attivo di progettazione».

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Redazione Redazione Eventi e News