A Roma il XXI Foro di dialogo: da Italia e Spagna un contributo all’anima strategica dell’Europa

Dicembre 2, 2025 - 11:00
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A Roma il XXI Foro di dialogo: da Italia e Spagna un contributo all’anima strategica dell’Europa

Il dialogo tra Italia e Spagna non ha un valore meramente bilaterale, ma rappresenta un contributo all’anima strategica dell’Europa. E’ quanto è emerso dalla prima giornata del XXI Foro di dialogo Italia-Spagna, svoltosi nella Sala della Protomoteca del Palazzo del Campidoglio a Roma.

L’evento ha riunito numerosi rappresentanti istituzionali e imprenditoriali di entrambi i Paesi per parlare di competitività, autonomia strategica, coesione, sicurezza alimentare, difesa comune europea, transizione energetica e molto altro; tutti ambiti nei quali è stato sottolineato il potenziale della cooperazione tra Roma e Madrid, sia nella sua dimensione bilaterale, sia in quella europea allargata e non solo. Per il presidente della Confederazione spagnola delle organizzazioni imprenditoriali, Antonio Garamendi, l’esistenza stessa del Foro, giunto alla sua XXI edizione, è la dimostrazione di “un’alleanza strategica” tra i due Paesi, un “valore aggiunto” utile anche a “stimolare la competitività dell’Ue”.

Su questa parola d’ordine ha insistito anche il suo omologo italiano, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, secondo il quale l’Europa deve diventare più rapida per non perdere competitività rispetto ad altri continenti. “Abbiamo la necessità di correre”, ha detto Orsini. Sulla centralità del rapporto italo-spagnolo nell’ambito delle prospettive europee è intervenuto anche il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto: “Siamo in un momento particolare” nel quale “sono tre i temi che rappresentano un elemento di importante collaborazione tra Italia e Spagna: il primo è la fase di attuazione finale dei Pnrr; il secondo è l’impatto delle politiche di coesione; il terzo è la prospettiva geopolitica”, ha spiegato il commissario. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha invece richiamato l’attenzione sulle certezze illusoria che sono state infrante negli ultimi anni, dalla convinzione che “le pandemie non ci riguardassero” a quella che “le guerre fossero sparite”, fino alla scoperta che “anche il cibo può essere un’arma” e che, quindi, “la sicurezza alimentare è un elemento fondamentale”.

Sono tante le sfide che accomunano Spagna e Italia sul fronte della sicurezza alimentare: dall’aumento strutturale dei prezzi alla sfida climatica. Anche in questo caso, la “voce congiunta” di Roma e Madrid può “avere un grande peso”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura spagnolo, Luis Planas. La centralità strategica della sicurezza alimentare è stata evidenziata anche dal presidente del Comitato delle organizzazioni professionali agricole (Copa), Massimiliano Giansanti, che ha richiamato la necessità di una “visione europea”. “Abbiamo bisogno di più Europa e di un’Europa più vicina alle imprese e ai consumatori”, ha spiegato. Il tema della difesa e della sicurezza è stato discusso da protagonisti di primo piano, a partire dai capi di Stato maggiore dei due Paesi, rispettivamente Luciano Portolano e Teodoro Esteban Lopez Calderon. Il generale Portolano ha sottolineato che “ci sono equilibri precari nell’area del Mediterraneo allargato, in cui convergono gli interessi geostrategici dei nostri due Paesi”. L’instabilità cronica è caratterizzata da tanti fattori critici, tra cui “la crescita demografica, le incertezze economiche ed alimentari, gli effetti dei cambiamenti climatici, la pressione dei flussi migratori”. Nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella fascia settentrionale dell’Africa, Russia e Cina “hanno opportunità di intensificare i loro spazi di conquista politica”. Italia e Spagna, però, possono sfruttare “una visione e un modo di affrontare le sfide molto simili”, ha spiegato Lopez Calderon.

Tra i rappresentanti dell’industria della difesa italiana e spagnola è intervenuto il presidente di Leonardo, Stefano Pontecorvo, portavoce di un approccio realista al tema del consolidamento del settore in Europa. Pontecorvo ha detto di non vedere all’orizzonte grandi fusioni industriali, né tanto meno “un esercito comune europeo”. Tuttavia, ciò non deve essere motivo di pessimismo perché esiste pur sempre un modello di riferimento collaudato, la Nato, e “si può benissimo andare avanti sulle concentrazioni industriali a progetto, come nel caso dell’Eurofighter”. L’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, ha rimarcato invece il problema della narrazione intorno al tema della difesa: “Bisogna spiegare sempre di più all’opinione pubblica che i cicli industriali della difesa portano avanzamento tecnologico e lavoro. (…) Nell’industria navale è evidentissimo perché è un’industria pesante, porta lavoro blue collar e white collar, tanta ingegneria e progettazione ma anche tante tute blu”, ha spiegato.

Al Foro di dialogo Italia e Spagna è intervenuto anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha ribadito che i due Paesi hanno attualmente governi differenti, ma questo non impedisce a Roma e Madrid di avere buone relazioni e di lavorare insieme, per esempio a livello mediterraneo. Un fronte di possibile collaborazione è anche l’America latina, ha sottolineato il ministro, richiamando la discussione intorno all’accordo commerciale tra Unione europea e Paesi del Mercosur. “Possiamo collaborare per incrementare la nostra presenza commerciale. (…) In questi Paesi c’è una presenza straordinaria di cittadini di origine italiana. Dobbiamo essere sempre più interlocutori e non lasciare quella parte di mondo a una presenza cinese che è soltanto economica”, ha spiegato Tajani.

“Noi in America latina, come nel continente africano, abbiamo dei legami storici che sono non solo economici, ma culturali, linguistici, valoriali, religiosi. Anche lì Italia e Spagna possono svolgere un ruolo più pregnante”, ha affermato il ministro. Comune è anche l’interesse alla tutela del sistema delle piccole e medie imprese. “Dobbiamo fare in modo che si dia una risposta sia per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro, sia per quanto riguarda la politica economica. Un sistema industriale basato sulle Pmi ha bisogno di una politica diversa da chi lo basa sulle grandi imprese. (…) I Business Forum che organizziamo ci portano sempre a confrontarci sul tema”, ha aggiunto.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha spiegato che diversificazione delle fonti energetiche e il conseguente incremento della sicurezza “passano anche dagli investimenti nelle interconnessioni”. “Visto che oggi parliamo di collaborazione tra Italia e Spagna”, occorre sottolineare “che i nostri due Paesi stanno attivamente collaborando nei tavoli di lavoro europei”. “Mi riferisco alla nuova lista dei progetti di interesse comune del Regolamento per reti transeuropee per l’energia (Ten-E) e al negoziato in corso sulla nuova proposta di regolamento del Meccanismo per collegare l’Europa (Cef energia)”, ha aggiunto. La ministra della Transizione ecologica spagnola, Sara Aagesen, ha richiamato l’urgenza della transizione energetica, ricordando che l’Europa vive “un cambiamento strutturale in cui l’elettricità e le rinnovabili, incluso l’idrogeno verde, saranno decisive”.

A concludere la giornata è stata la vicepresidente esecutiva della Commissione europea per una Transizione pulita, giusta e competitiva, Teresa Ribera Rodriguez, che ha ricordato che uno degli elementi di base per garantire la sicurezza e la stabilità in Europa è la capacità di generare ricchezza e valore. “Questo è uno degli assi portanti dell’inizio del nostro mandato”, ha detto Ribera. “Il mercato interno è ancora a metà strada”, ha aggiunto. “Stiamo vivendo momenti di polarizzazione e di euroscetticismo”, ma “la ricetta è abbastanza semplice: “essere fedeli ai nostri principi e valori”, ha detto Ribera.

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