A Sanremo contano le canzoni, ma conta anche chi le canta. Dove sono i veri Big?

“Ma è Sanremo o Castrocaro?“. Il quesito posto via social da Davide Maggio dopo l’annuncio dei 30 Big in gara al Festival di Sanremo 2026 è ciò che ancora ci si chiede, anche a mente fredda, in merito ai cantanti scelti dal direttore artistico e conduttore Carlo Conti. Inutile nascondere ciò che il listone rivela: il cast è incredibilmente debole, roba da Festival di dieci anni fa (toh, c’era proprio Conti!).

Tra i 30 selezionati, manca il vero Big, quello che attira le attenzioni della vigilia, che genera interesse e fa crescere l’appeal, che tutti vogliono vedere vincitore ma che poi alla fine molto probabilmente non vincerà. È la quota Giorgia o Elisa, tanto per citarne due delle ultime edizioni, che per qualche anno ci ha fatto credere che i veri Big oramai a Sanremo sarebbero andati solo in gara.

Credo che siano importanti le canzoni che poi si vanno a proporre. Lo scorso anno, faccio un nome per tutti, ovvero Lucio Corsi, che era praticamente sconosciuto ai più e guardate che cosa è riuscito a fare e come ha rappresentato anche l’Italia all’Eurovision. Eppure quando l’ho detto l’altro anno molti hanno detto: ‘Chi è?’

si difende Conti, intervenuto a RTL.

In parte ha ragione perché alla fine contano le canzoni, ma far finta che non conti chi le canta è alquanto seccante. Cita Lucio Corsi, quando la quota ‘chi è?’ c’è sempre stata, ma il vero problema non è la questione dei famosi o meno ma che ci siano i cantanti di oggi, del momento, quelli che vendono, che impazzano in radio e che arrivano da piazze e palazzetti gremiti.

Passino volti e voci nuove – scritto così, è proprio Castrocaro – a là Tredici Pietro (reduce dal successo estivo Che gusto c’è con Fabri Fibra), Sayf, Samurai Jay e Bambole di Pezza, ma i Big di Sanremo 2026, quelli che la gente conosce e riconosce, non sono altro che artisti che al Festival sognavano da anni di tornare, che cercano di rilanciarsi con un brano e rinnovare una gloria, discograficamente parlando, sbiadita. La lista è lunga: Arisa, Dargen D’Amico, Enrico Nigiotti, Ermal Meta, Fedez con Marco Masini, Francesco Renga, J-Ax, LDA con Aka 7even, Levante, Malika Ayane, Mara Sattei, Michele Bravi, Raf, Sal Da Vinci, Tommaso Paradiso. Ma potremmo aggiungerne anche altri dei 30. Alzi la mano chi, in questo periodo, ha ascoltato almeno uno dei loro brani.

Sanremo è il Festival della Canzone Italiana e quindi deve essere uno spaccato di quella che è, in quel momento, la proposta musicale del nostro Paese

sottolinea Conti.

Se il cast di Sanremo 2026 è l’attuale proposta musicale del paese, è chiaro che non siamo messi benissimo.

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