Aic: salvaguardare vino novello, servono norme a tutela
Roma, 14 nov. (askanews) – Il vino novello è “una tradizione che ha dato identità all’enologia italiana per decenni e che oggi necessita di un intervento chiaro per evitare la sua completa scomparsa”: così Giuseppino Santoianni, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Coltivatori, che ricorda come l’Italia sia passata da oltre 20 milioni di bottiglie negli anni Novanta agli attuali 1,5 milioni: “una contrazione che ha svuotato interi territori produttivi, soprattutto nel Nord Italia, e che mette a rischio un patrimonio costruito in mezzo secolo”.
Per questo l’AIC sostiene la proposta di modifica del decreto sul Novello, che innalza la percentuale minima di macerazione carbonica e supera l’attuale limite del 31 dicembre per la commercializzazione. “Sono misure che restituiscono coerenza produttiva, garantiscono standard più elevati e permettono di riportare il prodotto su un percorso di credibilità”, prosegue Santoianni. L’Aic chiede quindi regole più rigorose “già dalla prossima vendemmia”, oltre a “sostenere con strumenti mirati le aziende che investono realmente nella macerazione carbonica tradizionale, e avviare una campagna di comunicazione capace di riportare il Novello nel linguaggio dei consumatori”.
“Le cantine che continuano a credere nel Novello – conclude – hanno bisogno di una cornice normativa solida e di politiche di valorizzazione che mettano al centro qualità, trasparenza e identità territoriale”.
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