Alla scoperta della Necropoli della Banditaccia, l’insediamento etrusco meglio conservato al mondo

Dicembre 2, 2025 - 00:00
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Alla scoperta della Necropoli della Banditaccia, l’insediamento etrusco meglio conservato al mondo

La Necropoli della Banditaccia è una distesa monumentale che permette di avere un contatto diretto con una civiltà ancora poco conosciuta sotto molti aspetti: gli Etruschi. Tale società, infatti, fiorì ben prima dell’ascesa di Roma e si dimostrò in grado di produrre architetture, rituali e forme artistiche di grande raffinatezza. Questo immenso complesso funerario, inserito nella lista Unesco per la sua integrità e per l’eccezionale valore storico, si estende per ettari tra alture vulcaniche, sentieri erbosi e tumuli che custodiscono storie secolari

Le testimonianze antiche parlano degli Etruschi come di un popolo con una forte abilità manuale, una rete di scambi ben sviluppata e un gusto figurativo che sorprende per finezza e inventiva. Sfortunatamente, però, nel corso della loro esistenza lasciarono (purtroppo) poche informazioni scritte. La scarsità dei documenti ha reso decisivi gli spazi funerari arrivati fino ai giorni nostri proprio come la Banditaccia, che con la sua estensione imponente e la varietà delle architetture sepolcrali è fra i siti archeologici più preziosi del Mediterraneo.

L’altura tufacea, situata a nord-ovest dell’attuale Cerveteri, conserva un impianto urbanizzato che riproduce quartieri, assi principali e spazi laterali dedicati ai clan familiari. Una disposizione organizzata in modo rigoroso che, conseguentemente, dà vita a un paesaggio sorprendente (anche se, e va detto, molte tombe e aree non sono accessibili o non sono state completamente scavate, e le ricostruzioni rimangono parziali).

Cenni storici sulla Necropoli della Banditaccia

La Banditaccia affonda le sue radici nell’età del Ferro e rimane attiva per secoli, una lunga durata che ha lasciato livelli distinti e riconoscibili. Le prime sepolture appartenevano a nuclei familiari che utilizzavano urne in terracotta, seguite da tumuli più elaborati che accoglievano intere generazioni.

Si tratta di un passaggio che riflette l’evoluzione di una società che accresceva ricchezza e complessità politica, arrivando a sviluppare strutture urbane avanzate, tecniche artigianali eleganti e una visione spirituale intimamente legata al mondo naturale.

La trasformazione da tombe semplici a veri complessi residenziali in scala ridotta, con corridoi, camere laterali e rappresentazioni di arredi domestici, rivela la centralità dell’idea di continuità tra vita terrena e dimensione ultraterrena. L’architettura funeraria replicava spazi domestici, ricreando ambienti familiari destinati a suggerire una prosecuzione del vissuto.

Per quanto riguarda gli archeologi, il loro lavoro ha avuto una storia complessa. Nell’Ottocento la ricerca fu spesso dominata dalla corsa agli oggetti ornamentali e dai conseguenti scavi privi di metodo. Una svolta arrivò nel Novecento con Raniero Mengarelli, impegnato per decenni in attività sistematiche mirate alla comprensione topografica dell’area.

Grazie alle sue indagini, venne messa in evidenza la strada che oggi porta il nome di “Via degli Inferi”, asse principale dell’antica città funeraria. Il sito subì poi fasi di abbandono, scavi clandestini e danni durante il secondo conflitto mondiale. Il recupero avviato negli anni ’50 e proseguito nei decenni successivi riportò alla luce settori fondamentali e consolidò l’immagine straordinaria dell’attuale complesso.

Via degli Inferi, Necropoli della Baditaccia
Getty Images
La misteriosa Via degli Inferi

Le tombe principali

Da queste parti ci sono percorsi che consentono di riconoscere cambiamenti sociali, simboli familiari ed evoluzioni tecniche dell’epoca. Qui si trovano tombe rupestri, tumuli monumentali e sepolture più recenti disposte in filari regolari, testimonianze di una città dei defunti organizzata in modo razionale.

Tomba della Capanna

La Tomba a Capanna risale al VII secolo a.C. e riproduce una struttura abitativa con tetto leggero. La camera interna conserva un’impostazione che richiama architetture arcaiche di Caere (vecchio nome di Cerveteri e una delle più importanti città dell’Etruria). Elementi scolpiti sulle pareti raccontano, invece, attività domestiche e rimandano a un linguaggio semplice legato ai primi nuclei familiari dell’area.

Tomba delle Cinque Sedie

La camera funeraria laterale conserva cinque sedili ricavati direttamente nella parete (da qui il nome Tomba delle Cinque Sedie). L’analisi degli archeologi ha permesso di interpretare questi elementi come simboli legati a figure di spicco della famiglia. L’impatto visivo è forte grazie alla simmetria della disposizione e alla qualità della lavorazione nel tufo.

Tomba degli Scudi e delle Sedie

Fra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. si afferma una decorazione più articolata, con simboli che definiscono ruolo e rango. Nella camera principale di questa sepoltura emergono scudi scolpiti che alludono al prestigio del guerriero della stirpe e sedili che rimandano alle cerimonie di rango. Il tutto in un monumento che conserva gran parte delle forme originarie. Per il suo stato di conservazione e per la bellezza, infatti, è considerata un capolavoro della Banditaccia.

Tomba dei Capitelli

Gli elementi più significativi sono due capitelli ionici che mostrano la presenza di influenze orientali. Il soffitto rievoca una copertura lignea e suggerisce l’immagine di un’abitazione ricca. Questa tomba documenta l’intenso dialogo fra Caere e le regioni che si affacciavano sul Mediterraneo orientale.

Tomba dei Letti Funebri

All’interno del Tumulo II si trovano due letti scolpiti dalle proporzioni imponenti. Il modo in cui vennero modellati indica un ruolo di rilievo della famiglia a cui la tomba apparteneva. Non a caso, si tratta di uno degli esempi più eloquenti di arredo litico che rimanda proprio a una visione del potere legata alle famiglie dominanti dell’epoca.

Tomba dei Vasi Greci

Anch’essa situata nel Tumulo II, ha restituito un numero elevato di ceramiche importate dall’Egeo che suggerisce scambi intensi e un’attenzione particolare verso produzioni pregiate provenienti da quella zona. Le superfici interne sono ancora la culla di tracce che indicano l’originaria collocazione dei corredi.

Tomba dei Dolii e degli Alari

Le grandi giare per la raccolta dei liquidi e i supporti litici testimoniano pratiche domestiche connesse alla conservazione degli alimenti. La Tomba dei Dolii e degli Alari è significativa perché rivela indizi su gesti e abitudini difficili da ricavare dalle testimonianze tradizionali.

Tomba della Cornice

La cornice scolpita lungo il perimetro della camera principale conferisce un impatto visivo marcato poiché guida lo sguardo lungo tutto il perimetro. La struttura tripartita fa sì che possa osservare una ripartizione degli ambienti tipica dell’architettura ceretana del VI secolo a.C.

Tomba della Casetta

La Tomba della Casetta è scavata in un banco di tufo e presenta una pianta cruciforme. Gli spazi interni richiamano abitazioni evolute, realizzate da famiglie che avevano consolidato il proprio ruolo nella comunità. La scelta di adottare una pianta articolata la distingue dalle tombe coeve.

Tomba dell’Alcova

Risale al IV secolo a.C. e protegge una nicchia rialzata che allude alla posizione d’onore occupata dal defunto. Inoltre, la lavorazione delle superfici della Tomba dell’Alcova illustra un gusto più vicino al mondo ellenistico.

Tomba dei Rilievi

Infine la Tomba dei Rilievi, il monumento più rappresentativo della fase tardiva della necropoli. La ricchezza dei rilievi policromi ricostruisce un repertorio con oggetti e simboli (come armi, utensili, elementi ornamentali e figure mitiche) che rimandano sia alla quotidianità sia al mondo delle credenze. Si sostiene, infatti, che la famiglia dei Matunas volle celebrare la propria storia attraverso un linguaggio figurativo elaborato.

Dove si trova e come arrivare

La Banditaccia sorge a circa 40 chilometri da Roma e a 35 da Civitavecchia. L’altura di Cerveteri è raggiungibile da chi proviene da nord tramite l’autostrada A12 con uscita Cerveteri-Ladispoli. Percorrendo gli assi viari locali si raggiunge l’ingresso dell’area archeologica senza difficoltà.

Chi si muove in treno può scendere alle stazioni di Marina di Cerveteri o Cerveteri-Ladispoli, dove un collegamento su gomma fa giungere fino agli ingressi. È possibile arrivare anche dall’aeroporto Leonardo da Vinci tramite la ferrovia metropolitana che attraversa Roma Trastevere e prosegue verso Civitavecchia.

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Redazione Redazione Eventi e News