Amazon, la Commissione Europea chiude il caso sugli aiuti di Stato: non deve pagare
Amazon non sarà tenuta a pagare i 250 milioni di euro di tasse arretrate
La Commissione Europea ha concluso tre indagini di lunga data sui presunti vantaggi fiscali selettivi concessi a Amazon, FIAT e Starbucks. Dopo una serie di sentenze emesse dagli organi giurisdizionali dell'Unione Europea, la Commissione ha stabilito che i ruling fiscali concessi dal Lussemburgo e dai Paesi Bassi non violano le norme UE sugli aiuti di Stato.
AMAZON NON DOVRA' PAGARE
Il caso più rilevante tra quelli esaminati riguardava Amazon, accusata nel 2017 di aver beneficiato di una struttura fiscale in Lussemburgo che le avrebbe permesso di ridurre artificiosamente il proprio carico fiscale. Tra il 2006 e il 2014, la Commissione aveva individuato l’uso di una società priva di uffici e personale, creata secondo l’accusa al solo scopo di evitare la tassazione su circa tre quarti dei profitti generati dalle vendite online nell’Unione Europea. La cifra contestata ammontava a 250 milioni di euro, somma che la Commissione aveva richiesto fosse restituita come tasse arretrate.
Nel 2021, tuttavia, il Tribunale dell’Unione Europea ha annullato la decisione della Commissione, affermando che non erano state fornite prove sufficienti a dimostrare l’esistenza di un vantaggio fiscale selettivo. Amazon ha sempre sostenuto che i propri accordi fiscali erano conformi alle norme internazionali e ha contestato quelli che ha definito "errori metodologici" nelle analisi della Commissione. Sebbene la società abbia modificato la propria struttura fiscale in seguito all’indagine, ha mantenuto la propria posizione di difesa, ottenendo nel 2023 il supporto definitivo della Corte di Giustizia dell’UE.
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