Bonus Mamme 2025: online tutte le FAQ
lentepubblica.it
L’INPS ha pubblicato un nuovo aggiornamento dedicato al Bonus mamme 2025 inserendo nel manuale utente tutte le ultime FAQ: ricordiamo che la misura è introdotta per sostenere le lavoratrici con figli e agevolare la loro permanenza nel mercato del lavoro.
Dopo la diffusione della circolare n. 139 del 28 ottobre 2025 e del messaggio n. 3289 del 31 ottobre, l’Istituto ha infatti raccolto e reso disponibili, all’interno del manuale utente del servizio online, una serie di domande frequenti pensate per sciogliere i dubbi più ricorrenti di cittadine e intermediari.
Le FAQ affrontano diversi aspetti della prestazione: dal conteggio dei figli alla definizione del nucleo familiare, dai casi particolari legati alle tipologie di contratto alle situazioni in cui il bonus non può essere riconosciuto. L’obiettivo è garantire un quadro chiaro e uniforme per tutte le potenziali beneficiarie.
Qui di seguito alcune risposte: per le altre vi rimandiamo al documento in allegato alla fine di questo articolo.
Chi rientra nel conteggio dei figli
Uno dei quesiti più frequenti riguarda quali figli debbano essere considerati per verificare il diritto al Bonus. L’INPS specifica che il numero dei figli da dichiarare comprende tutti, senza distinzione legata alla convivenza, al carico fiscale o alla composizione del nucleo familiare ai fini ISEE.
Sono esclusi soltanto i casi in cui la madre sia sospesa o decaduta dalla responsabilità genitoriale. La regola vale sia per i figli naturali sia per quelli adottati o affidati in via preadottiva. Per la verifica del requisito anagrafico, determinante soprattutto per l’età del figlio più piccolo, conta unicamente la data di nascita.
Nucleo familiare: che cosa si intende
Un altro punto particolarmente richiesto riguarda la definizione del nucleo familiare della lavoratrice. Secondo l’INPS, non rileva né l’appartenenza al nucleo anagrafico né la posizione nel nucleo ISEE: ai fini della misura, vale esclusivamente il legame genitoriale, purché la responsabilità non sia sospesa o revocata.
In pratica, rientrano nel calcolo anche figli maggiorenni o non conviventi, così come quelli che vivono prevalentemente con l’altro genitore.
Quando presentare la domanda in caso di nuove nascite
Il manuale affronta poi i casi di donne che, nel corso del 2025, vedono modificarsi il numero di figli per la nascita di un nuovo bambino. La domanda per il Bonus va presentata una sola volta, ma l’arrivo di un figlio può cambiare il diritto all’agevolazione.
Se, ad esempio, una lavoratrice con due figli non soddisfa inizialmente il requisito dell’età del più piccolo, potrà inviare la richiesta a partire dal mese di nascita del terzo figlio, qualora questo evento apra l’accesso alla misura. Per chi ha un contratto a tempo indeterminato, però, la nascita del terzo figlio fa venir meno i requisiti del Bonus e dà invece diritto all’esonero contributivo previsto per le lavoratrici madri con tre figli.
Per i nati dopo il 28 ottobre 2025, se la nuova nascita risulta determinante per l’accesso alla prestazione, la domanda può essere inoltrata fino al 31 gennaio 2026.
Diritti delle lavoratrici agricole, intermittenti e colone
Particolare attenzione è riservata alle lavoratrici con forme contrattuali non continuative. Le agricole a tempo determinato possono ottenere il Bonus nei mesi in cui abbiano svolto almeno una giornata lavorativa oppure risultino tutelate grazie a un minimo di 51 giornate iscritte negli elenchi dell’anno precedente.
Per chi lavora con contratto intermittente, il diritto sorge solo se nel mese di riferimento è stata svolta almeno una prestazione, anche in presenza di indennità di disponibilità. Anche le cosiddette piccole colone, figure previste nei rapporti di colonia agraria, possono beneficiare della misura per i mesi del 2025 in cui il rapporto risulta attivo.
Gestione separata: chi è incluso e chi no
Un intero blocco delle FAQ è dedicato alle lavoratrici iscritte alla Gestione separata. Il Bonus spetta sia a chi esercita attività autonoma sia a chi opera tramite collaborazioni coordinate e continuative.
Sono invece escluse le iscritte unicamente per incarichi sociali, come amministratrici di società o sindache di collegio, e coloro che risultano registrate nella Gestione separata solo per prestazioni di lavoro autonomo occasionale.
Le lavoratrici che svolgono anche una carica sociale, oltre a un’attività lavorativa dipendente o autonoma, possono comunque accedere alla misura.
Astensioni dal lavoro, congedi e casi di esclusione
Il Bonus è riconosciuto solo nei mesi in cui il rapporto di lavoro è attivo, con esclusione dei periodi di sospensione non collegati alla maternità o all’assistenza a persone con disabilità. Sono invece compatibili con il beneficio sia il congedo di maternità sia quello parentale.
Non è ammesso il Bonus, invece, per chi si astiene dal lavoro per incarichi politici — ad esempio, per la nomina ad assessora — poiché questa tipologia di assenza non rientra tra le tutele riconosciute dalla misura. Diversamente, l’aspettativa per motivi sindacali non preclude il diritto, dato che il rapporto di lavoro rimane comunque valido agli effetti previdenziali.
I periodi di congedo biennale previsti dalla legge 388/2000 sono anch’essi considerati utili ai fini dell’accesso al Bonus.
Bonus Mamme 2025: il manuale utente e le FAQ
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