Bressan: «Papa Leone in Turchia e Libano, il desiderio di essere una sola Chiesa»

Dicembre 2, 2025 - 18:30
 0
Bressan: «Papa Leone in Turchia e Libano, il desiderio di essere una sola Chiesa»
La visita di papa Leone XIV alla Moschea Blu (foto Vatican Media/Sir)

Un viaggio fortemente voluto, il primo apostolico di papa Leone, che avrebbe voluto compiere anche papa Francesco. È quello che ha portato il Santo Padre in Turchia e in Libano, per sottolineare i 1700 anni del primo concilio ecumenico celebrato a Nicea, l’odierna Iznik.

«Il viaggio è stato importante proprio perché si è realizzato l’incrocio di tanti anniversari. Il primo ovviamente, il più fondamentale, è il XVII centenario di Nicea, ma papa Leone ha ricordato anche che siamo nel 60° anniversario della cancellazione delle reciproche scomuniche, tra Chiesa di Roma e Patriarcato di Costantinopoli, da parte di papa Paolo VI e del patriarca Atenagora. Cosa che non era qualcosa di scontato. Questa voglia di essere una sola Chiesa è un dono prezioso che abbiamo ricevuto grazie al movimento nato con il Concilio Vaticano II e che rischiamo di non valutare nella sua importanza per la superficialità con cui si trattano, talvolta, questi temi», spiega monsignor Luca Bressan, vicario episcopale di Settore e presidente della Commissione Ecumenica della Diocesi.

«C’è, inoltre – aggiunge – il 60esimo anche della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate. Questo viaggio si svolge in luoghi che hanno visto la presenza di molte comunità cristiane, ma attualmente il cristianesimo è davvero una piccola fiammella, una piccola luce all’interno di un mondo che è molto variegato e che conosce un’evoluzione anche a livello di religione».

Non si può dimenticare che Nicea-Iznik è in territorio turco, quindi in un Paese islamico di cui il Papa ha incontrato anche il presidente. Con Erdogan Leone ha parlato di pace e la Chiesa si è proposta come intermediario nei dialoghi soprattutto per il Medio Oriente….

Il compito della Chiesa non è politico perché a questo livello  – lo ha richiamato con chiarezza lo stesso Pontefice – l’obiettivo di tutti e che si fatica a raggiungere è la soluzione dei 2 Stati in Palestina e la pace in Ucraina. Ma è proprio in tale contesto che si fa fondamentale il ruolo delle fedi e soprattutto è essenziale quello della Chiesa, perché se non c’è un lavoro di base più profondo e culturale per edificare la pace, che è disarmare il cuore e le parole, non si raggiungerà mai una vera pacificazione. Il compito che abbiamo come Chiesa è tornare a far comprendere la delicatezza dello strumento comunicativo che ultimamente è utilizzato in un modo troppo disinvolto, generando tanta violenza.

Papa Leone XIV e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo durante la firma della Dichiarazione. congiunta (Foto Vatican Media)

Negli incontri, certamente molto sentiti dal Papa e dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, c’è stata anche una convergenza su un altro tema che è carissimo al mondo ortodosso: la salvaguardia del Creato. Anche questo concordare su questioni così cruciali può aiutare il dialogo ecumenico?

Sì ed è interessante che questo tema, come ci ha ricordato più volte il patriarca Bartolomeo, abbiamo imparato a declinarlo da loro, perché noi lo abbiamo spesso interpretato in maniera, potremmo dire, troppo deduttiva, non ponendolo a lungo in primo piano. La rilevanza di un tale contesto, quindi, non si riferisce semplicemente a dare priorità a queste tematiche, ma a delinearlo come un orizzonte  di riferimento. Così come ha fatto papa Francesco che lo ha posto alla base di una ricomprensione globale, facendo capire che, con il termine ecologia, in realtà indichiamo un modo di vivere cristiano, offrendo un primato alla contemplazione rispetto alla logica del consumo, che pare aver attanagliato tutti, cristiani compresi.

Un bilancio positivo, dunque, come ha affermato il Papa, visibilmente molto soddisfatto, dialogando con i giornalisti sull’aereo che lo ha portato in Libano?

L’intero viaggio in Turchia e l’incontro con il Patriarca sono stati momenti delicati, ma  sicuramente positivi, soprattutto per i frutti di medio e lungo periodo che produrranno. Si vede che, in questo inizio di Pontificato, papa Leone, piuttosto che cercare gesti eclatanti, preferisce un dialogo che, attraverso l’utilizzo della parola – uno strumento davvero unico che abbiamo noi umani –  può costruire una visione che attualmente manca al mondo intero facendoci brancolare in un buio pieno di violenza e di guerra.

Un momento dell’incontro fra papa Leone e Bartolomeo (foto Vatican Media)

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia