Cani turisti e in hotel, come orientarsi tra tasse e strutture pet friendly
Una discussione, nata in provincia di Bolzano, è l’occasione per far chiarezza su tasse locali e supplementi in hotel e b&b per chi possiede un cane. Le prime sembrano ormai superate, almeno in Italia, mentre i secondi possono essere fissati liberamente dalle strutture ricettive
A metà novembre, Lndc Animal Protection ha esultato per il ritiro di un disegno di legge che avrebbe reintrodotto una tassa annuale sui cani residenti in Provincia di Bolzano e aggiunto una tassa di soggiorno per i cani turisti di passaggio nello stesso territorio.
L’associazione ha definito la proposta ingiusta, poco lungimirante e soprattutto illegittima, perché in contrasto con le regole nazionali. Ma proviamo a spiegare il perché, sottolineando anche le differenze tra questo tipo di imposta e i costi aggiuntivi che si affrontano quando – sempre come turisti – si porta un cane o un gatto in una stanza di hotel.
Una tassa non più attuale?
“In Italia la cosiddetta tassa sui cani è stata abolita nel 1991 – ha fatto notare infatti Lndc Animal Protection – L’articolo 7 della legge 14 agosto 1991, n. 281 ha cancellato le vecchie norme che la prevedevano e ha eliminato ogni disposizione incompatibile. Quindi, di fatto, non è più possibile introdurre tasse sul semplice possesso di un cane“.
Per quanto riguarda poi nello specifico la tassa di soggiorno che era stata ipotizzata a Bolzano per i cani dei viaggiatori, Lndc ha ricordato che in Italia questa tassa esiste già ed è calcolata sulle singole persone che soggiornano in una data città o provincia, non sugli animali di proprietà dei visitatori.
In questo caso si può parlare quindi a tutti gli effetti di uno scampato pericolo per gli amanti degli animali, a meno che altre province non tentino di reintrodurre tassazioni simili o si riveda la normativa a livello nazionale.
Diverso è invece il caso dei supplementi legati al possesso di un cane, che continuano a esistere in molte strutture ricettive come hotel, b&b e case vacanze.
Pet friendly, ma con costi aggiuntivi
Questo fenomeno, che in Italia non è normato da leggi o regolamenti specifici, sembra sopravvivere nonostante la crescita dell’offerta pet friendly.
Ricordiamo infatti che, secondo i dati riportati da Booking.com, le strutture che accolgono a braccia aperte gli animali sono oggi sempre di più: oggi se ne contano, per esempio, oltre 15.000 per la Toscana e oltre 11.000 in Sicilia.
L’Osservatorio di Quattrozampeinfiera 2024 rileva inoltre che il 91% dei pet owner del nord Italia cerca, quando possibile, vacanze a misura di cane (o gatto).
Ciò non impedisce che singole strutture ricettive richiedano delle speciali fee per la presenza dell’animale in camera: si tratta, ed è importante ricordarlo, di costi aggiuntivi stabiliti in maniera autonoma dal proprietario o gestore dell’hotel, non di imposte pubbliche.
Proprio per questo, sulle piattaforme di prenotazione è possibile trovare policy molto diverse: alcuni hotel non richiedono alcun supplemento, altri fissano un piccolo importo al giorno (variabile, ma che spesso oscilla tra i 10 e i 30 euro), altri ancora stabiliscono un forfait per tutto il soggiorno.
In più, il costo può variare a seconda del numero di animali che si hanno con sé, oppure a seconda della stazza del proprio cane. Cani e gatti più piccoli, in alcuni hotel, sono del tutto esentati dal pagamento.
Come viene giustificata l’applicazione del supplemento
I costi in più vengono giustificati dai proprietari di b&b e hotel in vario modo: innanzitutto la presenza di animali comporta un aumento delle operazioni di pulizia, poiché peli, odori, eventuali macchie o residui richiedono interventi più approfonditi.
Spesso viene indicato esplicitamente negli annunci che il supplemento verrà usato per sanificare al meglio la stanza dopo il soggiorno, visto anche il rischio di allergie e contaminazioni.
In più, le strutture devono anche affrontare costi organizzativi legati alla gestione degli animali, come personale formato, stanze dedicate, protocolli di sicurezza per evitare disturbi o incidenti. È necessario poi acquistare ciotole, cuscini, coperture protettive. Alcuni alberghi preparano anche kit di benvenuto per i pet.
Infine, in alcune zone la normativa locale impone requisiti particolari per ospitare animali, mentre alcuni hotel sostengono di dover sostenere importanti oneri assicurativi che la fee contribuisce a coprire.
Sta al cliente, quindi, valutare con buon senso e di caso in caso se i servizi offerti valgano il supplemento proposto dall’albergatore, rifiutando richieste esagerate.
Ricordiamo che, in ogni caso, le persone ipovedenti e non vedenti hanno diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico (tra i quali rientrano gli alberghi) accompagnati dal proprio cane guida.
Negli ultimi anni, questo diritto è stato più volte ribadito anche da Federalberghi ai propri associati.
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