Caso Pifferi bis: assolte l’avvocata e le psicologhe
Si chiude con una assoluzione piena il processo abbreviato a carico dell’avvocata Alessia Pontenani, di quattro psicologhe e di uno psichiatra, tutti imputati – a vario titolo – per favoreggiamento e falso nell’ambito del cosiddetto “Caso Pifferi bis”. Il giudice dell’udienza preliminare di Milano, Roberto Crepaldi, ha assolto i professionisti con la formula “perché il fatto non sussiste”, ponendo fine a un procedimento che aveva suscitato forte attenzione mediatica e acceso dibattito interno alla categoria forense.
Pontenani era stata indagata mentre era ancora in corso il processo principale a carico di Alessia Pifferi, la madre condannata a 24 anni in appello per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana. La vicenda aveva creato tensioni significative anche all’interno dell’ambiente giudiziario milanese.
“Finalmente questo incubo è finito – ha dichiarato Pontenani dopo la lettura del verdetto –. L’assoluzione piena dimostra la correttezza del mio operato. Gli avvocati devono continuare a fare il loro lavoro: non esiste l’‘eccesso di difesa’. Tutti, anche chi commette i crimini più terribili, hanno diritto a un difensore che li assista nel miglior modo possibile”.
Secondo il gup, le accuse di falso e favoreggiamento rivolte ai professionisti erano prive di fondamento. Solo per un’imputazione residuale, marginale e non collegata alla presunta manipolazione dei colloqui psicologici, è stata pronunciata un’assoluzione per “particolare tenuità del fatto”.
Nel procedimento era coinvolta anche una quarta psicologa che aveva scelto il rito ordinario: per lei il giudice ha disposto il proscioglimento dalle accuse principali e il rinvio a giudizio solo per un’ipotesi di falso relativa a corsi di formazione. Un’altra imputata aveva già patteggiato.
La Procura, con il pm Francesco De Tommasi, aveva richiesto condanne fino a 4 anni per alcuni imputati. Una linea che aveva generato tensioni anche interne agli uffici giudiziari: la Camera penale milanese aveva proclamato uno sciopero il 4 marzo 2024, criticando il metodo investigativo utilizzato nei confronti del difensore. La vicenda aveva provocato attriti anche tra i magistrati, con la pm Rosaria Stagnaro che aveva rinunciato al processo perché non informata della nuova tranche d’indagine avviata dal collega.
La difesa degli imputati – tra cui gli avvocati Corrado Limentani, Mirko Mazzali, Adriano Bazzoni e Alessandro Pistochini – ha sempre sostenuto che l’intero procedimento fosse “un processo parallelo fondato sul nulla”, che aveva inevitabilmente condizionato il processo principale a carico di Pifferi.
Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro la fine dell’anno.
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