Centro europeo di controllo dell’informazione, l’UE svela il suo (controverso) scudo di democrazia
Bruxelles – Controllo della libertà di espressione in nome della difesa della democrazia. Un progetto delicato, dagli aspetti controversi, ma in tempi di propaganda e disinformazione la Commissione europea prova a correre ai ripari con un centro di controllo UE per la verifica di quello che viene veicolato. L’iniziativa si chiama ‘scudo per la democrazia’, il cui fulcro è questa struttura concepita per contrastare narrative considerate come nocive per l’opinione pubblica.
Il concetto di base è che non tutto può essere detto liberamente. Può sembrare pericoloso, in contesti di democrazia che fa della libertà di espressione uno dei pilastri fondanti del proprio essere, ma si vogliono evitare interferenze esterne. “Non vogliamo ridurre lo spettro della democrazia”, si spiega a Bruxelles. “La libertà di parola resta per tutti”, si assicura. Allo stesso tempo, però, “i cittadini devono essere liberi da interferenze”.
La proposta messa sul tavolo dalla Commissione europea con la comunicazione agli Stati membri risulta comunque tutt’altro che rassicurante. Si propone la creazione di un Centro di controllo europeo con l’obiettivo dichiarato di facilitare la condivisione delle informazioni, sostenere la cooperazione operativa e lo sviluppo delle capacità per resistere alle minacce comuni in evoluzione, in particolare la manipolazione e l’interferenza delle informazioni straniere (FIMI) e la disinformazione. Il centro vorrebbe poter agire d’anticipo, quindi anche intercettando e “cancellando contenuti falsi“, sottolinea Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la Sicurezza e la democrazia.

I timori per il ‘ministero europeo per la verità’
Narrativa europea come sola verità? A Bruxelles c’è chi si inquieta. “La Presidente della Commissione non ha nessuna autorità per bollare cosa è fake news e cosa non lo è“, attaccano Gaetano Pedullà e Danilo Della Valle, europarlamentari del Movimento 5 Stelle, che considerano “altamente pericoloso” questo centro europeo per la resilienza democratica, visto come un vero e proprio ministero europeo per la verità. Prima ancora del centro europeo per il controllo di ciò che si si dice, dalle fila dei liberali europei (RE) Sandro Gozi suggerisce di occuparsi di X, il social di proprietà di Elon Musk dove, denuncia, si registra “manipolazione algoritmica mascherata da neutralità”, modo di operare che sta “trasformando X in una macchina del caos che altera il dibattito democratico”.
Musk, ovvero le interferenze Usa nell’Ue e i limiti di un’Europa in difficoltà
Di diverso avviso invece Nathalie Loiseau, anch’essa liberale, presidente della Commissione speciale sullo Scudo europeo della democrazia: “Ritengo che questa comunicazione rappresenti un primo passo valido e necessario verso un’Unione democraticamente capace di resistere” alle minacce esterne. “Ora più che mai, l’Unione europea deve affrontare le crescenti sfide ai processi democratici poste dalle interferenze malevole”.
La situazione è davvero delicata, come riconosce Michael McGrath, commissario per la Democrazia e la giustizia: “L’evoluzione digitale ha creato nuove strade per le minaccia alla nostra stabilità”, avverte. Perché, sottolinea, il modo in cui si racconta la realtà incide sulla “stabilità” politica e sociale europea. In tal senso “il Centro europeo sarà vitale per preservare lo spazio di informazione”, perché “queste interferenze estere non scompariranno”.
Informazione indipendente. Ma come?
Lo scudo europeo per la democrazia include anche un finanziamento mirato e rafforzato al giornalismo indipendente e locale, garantito nell’ambito del nuovo programma Media Resilience, che collegherà l’attuale sostegno ai media con i programmi di finanziamento proposti nel nuovo quadro finanziario pluriennale. Una buona notizia, a prima vista. Peccato che sarà la Commissione a decidere dove finiranno quei soldi. Si finanzierà, nella pratica, chi Bruxelles riterrà opportuno. Si vuole evitare di ripetere le esperienze come quelle di Voice of Europe, giornale on-line attivo nell’UE con contenuti pro-Russia.
Ma non si intende neppure ripetere esperienze come quelle al centro di elezioni in Romania, annullate per interferenze e ingerenze, segnando un precedente nella storia politica europea. Il sostegno di mezzi di informazione slegati da Paesi terzi con interessi anti-UE è dunque centrale nella strategia dell’UE.
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