Chi ha incastrato Steve Witkoff? Il leak del negoziatore di Trump che sembra negoziare per Putin
“Chi ha incastrato Steve Witkoff?”: il titolo del quotidiano russo Kommersant spiega bene linea e irritazione di Mosca sulla gaffe (l’ennesima) del negoziatore di Trump: vogliono sabotare il negoziato (perché fa ottenere alla Russia quello che con le armi e le stragi non ha ancora ottenuto).
I suggerimenti di Witkoff ai russi
Da Kiev si affrettano a rassicurare che l’incidente non avrà conseguenze sulle trattative. Qualche repubblicano in America comincia a pensare che Witkoff si sia incastrato da solo, stante l’inadeguatezza diplomatica dell’immobiliarista e visto che sembra giocare per i russi (Don Bacon, Nebraska: “Si comporta come se fosse al soldo della Russia”).

Trump minimizza, è “la forma standard dei negoziati”, il dare e avere, pretendere e concedere che informa ogni seria trattativa. Di fatto – a parte l’imbarazzo per aver esplicitato una certa confidenza con l’arte dell’adulazione del “daddy” della Casa Bianca – qualcosa non va nel garantire sicurezza e discrezione delle trattative, con più di un sospetto che qualcuno remi contro nell’amministrazione.
Il ‘leak’ arriva nel giorno in cui Trump ha annunciato l’invio di Witkoff a Mosca la prossima settimana, “forse con Jared Kushner”, per parlare con Vladimir Putin dell’ultima bozza del piano di pace, quella uscita dai colloqui di Ginevra tra Usa-Ucraina ed europei.
Chi e perché ha diffuso una telefonata avvenuta su canali governativi crittografati? C’entra la guerra interna tra falchi russi e falchi ucraini, guidati rispettivamente da JD Vance e Marco Rubio, in sotterranea competizione per guidare il ticket presidenziale repubblicano nel 2028.
I 5 minuti al telefono tra Witkoff e Ushakov
Ricordiamo i fatti. Bloomberg ha pubblicato la trascrizione di una imbarazzante telefonata confidenziale in cui l’inviato speciale americano Steve Witkoff consiglia il Cremlino su come comportarsi con Donald Trump e suggerisce un piano di pace in stile Gaza che preveda il Donetsk a Mosca, oltre a uno scambio di territori.
Un colloquio di cinque minuti con Iuri Ushakov, il consigliere diplomatico di Vladimir Putin, che rafforza i sospetti di un Witkoff sbilanciato su Mosca e di un piano iniziale targato Russia.
Ma cosa ha consigliato l’inviato Usa a Ushakov, nella famigerata telefonata del 14 ottobre, il giorno dopo la visita trionfale di Trump in Israele ed Egitto per celebrare il cessate il fuoco a Gaza? Witkoff suggerisce di presentare a Trump un “piano di pace di 20 punti” come quello per la Striscia e che Putin chiami il tycoon lusingandolo come uomo di pace per l’accordo di Gaza.
“Ora, tra me e te, io so…”
Una telefonata che invita a fare prima dell’incontro di Trump con Zelensky il 17 ottobre. Quindi gli confida: “Ora, tra me e te, io so cosa ci vorrà per arrivare a un accordo di pace: il Donetsk (alla Russia, ndr) e magari uno scambio di territori da qualche parte”. Dopo il faccia a faccia con Zelensky, The Donald gli negherà i missili Tomahawk e lo solleciterà a cedere il Donbass.
Ad aumentare i sospetti sulla matrice russa del primo piano in 28 punti c’è anche la trascrizione di un’altra telefonata del 29 ottobre, tra Ushakov e Kirill Dmitriev, Ceo del fondo sovrano russo e mediatore di Putin sull’Ucraina. I due discutono di quanto forte Mosca debba spingere sulle sue richieste nel potenziale piano di pace.
“Lo passerò informalmente, chiarendo che è tutto informale. E lascerò che facciano un po’ a modo loro, non penso che prenderanno esattamente la nostra versione, ma almeno sarà il più vicino possibile”, dice Dmitriev a Ushakov. Dmitriev ha definito la trascrizione “falsa”, affermando che “più ci avviciniamo alla pace, più i guerrafondai diventano disperati”.
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