Così Bruxelles difenderà l’Europa da propaganda e fake news

Novembre 13, 2025 - 21:00
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Così Bruxelles difenderà l’Europa da propaganda e fake news

L’Europa vuole costruire un nuovo scudo per difendere la propria democrazia. È lo European Democracy Shield, un sistema di protezione dell’informazione e delle istituzioni che punta a rendere più solide le democrazie europee di fronte alla guerra ibrida delle autocrazie. Da anni la Russia e i suoi alleati portano in Europa una nuova generazione di minacce, diverse dalla guerra convenzionale fatta di artiglieria e sistemi d’arma avanzati: sono campagne di disinformazione, manipolazioni di contenuti online, ingerenze nelle elezioni e adesso anche un uso distorto dell’intelligenza artificiale generativa.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito il nuovo strumento europeo «la forza dell’Europa». Lo scudo europeo per la democrazia serve a proteggere libertà di parola, media indipendenti e istituzioni. Il messaggio è chiaro: la democrazia non si difende da sola, non può essere data per scontata, ma va sostenuta ogni giorno.

«La democrazia è la pietra angolare dell’Unione europea ed è fondamentale per costruire pace, sicurezza, prosperità economica, competitività e coesione sociale», si legge nelle prime pagine del documento della Commissione, intitolato “Scudo europeo della democrazia: rafforzare democrazie forti e resilienti”. Perché la democrazia non è solo un sistema di governance, è lo stile di vita occidentale, la colonna portante del mondo libero. «I fondamenti della democrazia risiedono in persone libere, elezioni libere ed eque, media liberi e istituzioni e processi democratici solidi», si legge ancora nel documento.

Il cuore operativo dell’iniziativa sarà il Centro europeo per la resilienza democratica, una nuova struttura che coordinerà istituzioni, Stati membri e società civile nella difesa contro manipolazioni e interferenze informative.

Il centro agirà come un hub di cooperazione istituzionale: raccoglierà dati, informaizoni e analisi, attiverà sistemi di allerta precoce, favorirà lo scambio tra autorità nazionali e organizzazioni indipendenti, e aiuterà i Paesi dell’Unione (e quelli candidati) a costruire capacità comuni di risposta.

Accanto al centro, nascerà una piattaforma di stakeholder che riunirà ricercatori, accademici, giornalisti, fact checker, organizzazioni della società civile e media. L’obiettivo è rendere la difesa della democrazia un compito condiviso tra istituzioni e cittadini, in quello che la Commissione definisce un approccio «whole-of-society».

Il primo pilastro dello Scudo europeo riguarda la protezione dello spazio informativo, oggi attraversato da campagne di disinformazione sempre più sofisticate. La Commissione descrive l’attacco in corso da parte delle autocrazie con una definizione precisa: Foreign Information Manipulation and Interference (Fimi) – sono operazioni che sfruttano account falsi, bot, deepfake e reti di amplificazione artificiale per polarizzare il dibattito pubblico, diffondere notizie false e minare la fiducia nelle istituzioni.

Il documento della Commissione europea evidenzia come case study fondamentale l’esperienza della Moldova, che nel 2024 ha tenuto elezioni presidenziali e un referendum sull’integrazione nell’Unione, e ci sono state da poco elezioni parlamentari (settembre 2025). Questi appuntamenti democratici si sono svolti in un contesto di forte pressione russa, caratterizzata da una strategia ibrida che comprende cyberattacchi, falsi allarmi bomba e manipolazione delle informazioni, oltre che con l’uso diffuso di contenuti generati da intelligenza artificiale. In risposta a queste vulnerabilità, riporta il documento, la Moldova ha adottato un approccio olistico e comprensivo, volto a rafforzare la resilienza della società e dello Stato. Con il sostegno di Bruxelles, Chisinau ha potenziato la sua cybersicurezza e la sicurezza interna, protetto l’integrità integrità giudiziaria e la capacità delle autorità investigative di rilevare flussi finanziari illeciti, anche attraverso criptovalute. «Un elemento cruciale», si legge ancora nel testo, «è stato il rafforzamento delle capacità di comunicazione strategica e l’istituzione di un nuovo Centro StratCom, incaricato di coordinare i framework di comunicazione multipartitica per costruire la resilienza sociale contro la Foreign Information Manipulation and Interference. Inoltre, la Commissione elettorale nazionale ha agito con decisione contro le violazioni delle regole di finanziamento dei partiti.

Per evitare casi come quello della Moldova e per tutelare tutti gli Stati membri, l’Unione europea si affida a diversi strumenti legislativi e operativi: il Digital Services Act (Dsa), che impone alle grandi piattaforme di ridurre i rischi sistemici per la società e la democrazia, garantendo trasparenza sugli algoritmi; l’AI Act, che obbliga a etichettare i contenuti generati o manipolati dall’intelligenza artificiale; il Codice di condotta sulla disinformazione, che coinvolge le piattaforme in un sistema di regole volontarie ma sempre più stringenti.

La Commissione rafforzerà il monitoraggio e l’applicazione del Digital Services Act e, insieme al Consiglio europeo per i servizi digitali, preparerà un protocollo di crisi per garantire una risposta coordinata e rapida agli incidenti di disinformazione su vasta scala.

Verranno anche rafforzati gli strumenti di analisi e verifica. Un punto focale è l’uso del Codice di condotta sulla disinformazione, che impegna le piattaforme molto grandi a intensificare la trasparenza dei loro sistemi di raccomandazione e a demonetizzare la disinformazione rimuovendo gli incentivi finanziari derivanti dalla pubblicità. Per rafforzare l’integrità dello spazio informativo, Bruxelles promuoverà la creazione di una Rete europea indipendente di fact checker, che offrirà anche protezione contro minacce e molestie, ed estenderà il mandato dell’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo) per un’analisi più approfondita, specialmente in vista delle elezioni o in situazioni di crisi. Non solo, l’Ue sta progettando anche di usare pienamente il “Fimi Toolbox” per imporre misure restrittive (quindi sanzioni) contro individui ed entità esterne all’Unione europea coinvolte in campagne di propaganda e manipolazione delle informazioni, e poi userà il European Media Freedom Act (Emfa) per coordinare azioni contro i fornitori di media esterni che rappresentano un rischio per la sicurezza pubblica.

Il secondo pilastro dello Scudo europeo riguarda la protezione dei processi elettorali. Si tratta sempre di operazioni di competenza nazionale, ma l’Unione europea può armonizzare gli standard di sicurezza e trasparenza attraverso la Rete europea di cooperazione elettorale (Ecne), che coordinerà scambi di esperienze, linee guida e simulazioni di crisi. L’obiettivo è tutelare l’integrità del voto – dalle infrastrutture digitali alle campagne online – contro cyberattacchi e interferenze esterne.

Nuove norme europee sulla pubblicità politica impongono trasparenza sugli sponsor e vietano annunci finanziati da paesi terzi nei tre mesi precedenti a elezioni o referendum. La Commissione sta inoltre elaborando una guida sull’uso responsabile dell’intelligenza artificiale in campagna elettorale, per evitare manipolazioni e garantire un uso etico dei nuovi strumenti di comunicazione.

Un altro aspetto innovativo è la creazione di una rete di influencer “etici”, un gruppo volontario di comunicatori digitali che promuoveranno la trasparenza e le regole europee nella comunicazione politica. Parallelamente, Bruxelles presenterà una raccomandazione sulla sicurezza in politica, per proteggere i candidati e i rappresentanti delle istituzioni da minacce e violenze (fenomeno in crescita, che colpisce in particolare le donne).

«Lo Scudo non è solo un progetto di difesa, è anche un investimento culturale e democratico», si legge nel documento diffuso dalla Commissione europea, che parla esplicitamente di «investire nella democrazia è investire nel futuro». Il sostegno economico arriverà da diversi programmi – Creative Europe, Digital Europe, Horizon Europe, Erasmus+, Cerv, ma anche dal nuovo programma AgoraEu, che nel periodo 2028-2034 finanzierà testate giornalistiche, società civile e programmi di alfabetizzazione digitale. Una parte dei fondi sarà invece destinata al nuovo Media+ (parte di AgoraEu), che sosterrà il giornalismo indipendente, e al Cerv+, fondo dedicato alla promozione di processi elettorali liberi, equi e inclusivi, e al rafforzamento della partecipazione civica e democratica dei cittadini dell’Unione.

Il valore di iniziative di questo tipo lo si può misurare pesando le parole dell’Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Kaja Kallas: «La democrazia liberale è sotto attacco. Vediamo campagne specificamente progettate per polarizzare i nostri cittadini, minare la fiducia nelle nostre istituzioni e inquinare la politica nei nostri Paesi», ha detto. Il nuovo Scudo europeo per la democrazia fa quindi parte della risposta di Bruxelles a queste minacce. «Se vogliamo che la democrazia prevalga – ha detto ancora Kallas – dobbiamo difenderla meglio».

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Redazione Redazione Eventi e News