Credito al consumo: la proposta della Commissione Finanze mette a rischio i consumatori?
lentepubblica.it
Nel percorso di recepimento della nuova Direttiva europea sul credito al consumo, si apre in Italia un acceso confronto istituzionale.
La VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha infatti suggerito una modifica profonda al sistema che regola la presentazione delle richieste di finanziamento, una proposta che ha subito sollevato le preoccupazioni di Adiconsum. L’associazione dei consumatori, attraverso una nota ufficiale, ha messo in guardia contro gli effetti potenzialmente dannosi di quella che definisce una vera e propria deregolamentazione del settore.
Il quadro attuale: come funziona oggi la segnalazione delle pratiche di finanziamento
La normativa italiana stabilisce con chiarezza quali soggetti possano fare da tramite tra un cittadino e un istituto di credito quando si avvia una richiesta di prestito. Il sistema oggi prevede due modalità distinte.
Da un lato, chiunque può indirizzare gratuitamente un potenziale cliente verso una banca o una finanziaria: commercianti, associazioni o anche semplici privati possono segnalare un’opportunità di finanziamento senza ricevere alcun compenso.
Quando però l’attività diventa remunerata, quindi accompagnata da una provvigione o da un compenso economico, la legge attuale impone requisiti stringenti. Solo gli agenti in attività finanziaria e i mediatori creditizi iscritti agli albi dell’Organismo degli Agenti e dei Mediatori (OAM) possono esercitare professionalmente questa funzione. L’iscrizione comporta verifiche sulla formazione, sull’onorabilità, sull’esperienza e sulla presenza di adeguate coperture assicurative, elementi pensati per garantire affidabilità e trasparenza.
La proposta della Commissione Finanze: un cambio di passo che divide
Il nodo della discussione nasce dalla volontà, espressa dalla VI Commissione Finanze, di eliminare questo vincolo. La modifica consentirebbe a chiunque – anche senza qualifiche specifiche e senza iscrizione agli albi professionali – di presentare pratiche di finanziamento a pagamento.
In altre parole, l’attività oggi riservata a figure regolamentate verrebbe aperta al mercato in maniera molto più ampia, permettendo a soggetti non controllati di operare a tutti gli effetti come intermediari dietro corrispettivo economico.
Perché Adiconsum dice no: “Si rischia una liberalizzazione selvaggia”
Adiconsum ha espresso una posizione fortemente critica, sottolineando come la rimozione delle attuali tutele equivarrebbe ad allentare drasticamente i presidi di controllo che proteggono i cittadini quando si affacciano sul mercato del credito. L’associazione teme che un allargamento indiscriminato dell’attività di intermediazione possa attirare soggetti privi di competenze, associazioni poco trasparenti e realtà borderline, con conseguenze potenzialmente molto gravi.
Secondo Adiconsum, l’intermediazione retribuita richiede competenze tecniche precise per valutare correttamente la situazione economica del consumatore, comprendere i prodotti finanziari esistenti e proporre soluzioni sostenibili. Senza requisiti professionali e controlli adeguati, aumenterebbe il rischio di ricevere consigli errati, offerte poco chiare o addirittura operazioni pensate più per massimizzare le provvigioni che per rispondere ai bisogni reali del cliente.
Un simile scenario, sostiene l’associazione, potrebbe tradursi in un peggioramento della qualità dei servizi e, nei casi peggiori, in un incremento delle situazioni di indebitamento eccessivo. Famiglie già in difficoltà potrebbero essere indirizzate verso finanziamenti inappropriati, con costi nascosti o condizioni svantaggiose, aprendo la strada a gravi vulnerabilità economiche.
Gratuità dell’attività di segnalazione e ruolo dei professionisti
Adiconsum insiste sul mantenere l’attuale distinzione: la semplice segnalazione gratuita può rimanere accessibile a tutti, mentre chi decide di svolgere l’attività in modo retribuito deve essere tenuto entro un perimetro regolamentato. Per l’associazione, questo non è un limite, ma una garanzia: verifiche, formazione obbligatoria, vigilanza costante e un’assicurazione professionale rappresentano strumenti indispensabili per tutelare i consumatori.
L’appello al Governo e il riferimento alla Direttiva europea
Nella sua presa di posizione, Adiconsum ricorda inoltre che la nuova Direttiva europea sul credito al consumo non richiede affatto una liberalizzazione di questo genere. Per questo motivo, l’associazione si è rivolta direttamente al Governo, chiedendo di respingere la proposta avanzata dalla Commissione Finanze e di preservare un impianto normativo che, fino ad oggi, ha equilibrato in maniera efficace libertà di mercato e protezione dei cittadini.
Adiconsum ha dichiarato che seguirà con attenzione tutte le fasi del Decreto legislativo e continuerà a intervenire affinché l’adeguamento alle regole UE non comporti un indebolimento delle garanzie attualmente in vigore per chi ricorre al credito al consumo.
The post Credito al consumo: la proposta della Commissione Finanze mette a rischio i consumatori? appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




