Crisi demografica, la popolazione Ue invecchia e dipende dall’immigrazione, l’Italia guida il declino

Maggio 21, 2025 - 09:30
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Crisi demografica, la popolazione Ue invecchia e dipende dall’immigrazione, l’Italia guida il declino

Bruxelles – L’Unione europea si trova di fronte a una crisi demografica profonda e strutturale, destinata a ridefinire le priorità politiche, economiche e sociali dei prossimi decenni. I dati diffusi oggi (20 maggio) da Eurostat offrono un quadro nitido e complesso: la popolazione cresce leggermente, ma invecchia in modo inesorabile, mentre le dinamiche di natalità e mortalità accentuano gli squilibri tra Paesi membri. L’immigrazione si conferma il motore principale della crescita demografica.

Tasso di natalità in Ue e in Italia negli ultimi 20 anni (Fonte: Eurostat)

Al primo gennaio 2024, l’Ue contava 449 milioni di abitanti, con un incremento dello 0,4 per cento rispetto all’anno precedente. Questo aumento di 1,6 milioni di persone è attribuibile in larga parte alla ripresa dei flussi migratori post-Covid e all’arrivo di rifugiati ucraini in fuga dalla guerra. Senza questo apporto esterno, la popolazione europea sarebbe in declino: dal 2012, infatti, il saldo naturale (nati meno morti) è negativo e nel 2023 ha segnato –2,6 per mille. Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia rappresentano da sole il 66 per cento circa della popolazione dell’Ue, tuttavia, il peso specifico di ciascun Paese varia: se Spagna e Francia hanno registrato incrementi assoluti importanti negli ultimi vent’anni (+6,1 milioni), l’Italia ha visto un calo della natalità e un invecchiamento della popolazione particolarmente accentuati.

La quota di popolazione sopra gli 80 anni è passata dal 3,8 per cento del 2004 al 6,1 per cento nel 2024. Parallelamente, i bambini sotto i 15 anni sono scesi dal 16,2 al 14,6 per cento, con l’Italia fanalino di coda (12,2 per cento). Il risultato è un aumento dell’età mediana: oggi, in Ue, è di 44,7 anni; in Italia addirittura 48,7, la più alta del continente. Solo Paesi come Irlanda, Malta e Lussemburgo conservano un’età media sotto i 40 anni. Si fanno meno figli e sempre più tardi: Il tasso di fertilità nell’Ue è crollato a 1,38 figli per donna, ben al di sotto del livello di sostituzione generazionale (2,1). In Italia è ancora più basso (1,21 figli per donna), e le madri partoriscono sempre più tardi: l’età media al primo figlio è oggi 29,8 anni, con punte di oltre 31 in Italia, Spagna e Irlanda. Inoltre, i parti da donne con più di 40 anni sono più che raddoppiati negli ultimi vent’anni.

Percentuale di individui sotto i 15 anni sul totale della popolazione in Ue e in Italia (Fote: Eurostat)

La speranza di vita nell’Ue ha raggiunto gli 81,4 anni, in risalita dopo il crollo dovuto al Covid, ma permangono forti disparità: in Italia è tra le più alte (83,5 anni), mentre in Paesi dell’Est come Lettonia e Bulgaria non supera i 76 anni. Le donne vivono in media 5,3 anni più degli uomini, un divario che si sta lentamente riducendo.

Per quanto riguarda invece la distribuzione della popolazione europea, questa è tutt’altro che uniforme. Si va dai 1.766 abitanti per km² di Malta ai 18 della Finlandia. Anche la dinamica di crescita diverge: Paesi come Lussemburgo, Malta e Irlanda crescono rapidamente (+48 per cento, +41per cento e +33 per cento dal 2004), mentre Lettonia, Bulgaria e Lituania registrano cali demografici a due cifre.

Sul fronte immigrazione, nel 2023 quasi 6 milioni di persone si sono trasferite in un Paese dell’Ue, la maggior parte proveniente da Paesi terzi, con Germania e Spagna che assorbono oltre il 40 per cento di questi flussi. L’arrivo di popolazione migrante nel continente è diventato, secondo Eurostat, l’unica leva capace di controbilanciare il calo demografico naturale. Nonostante ciò, solo 1,1 milioni di migranti hanno ottenuto la cittadinanza di uno Stato membro, in prevalenza siriani e marocchini.

Questi dati obbligano l’Unione a ripensare il proprio modello sociale ed economico. L’invecchiamento mette sotto pressione i sistemi pensionistici e sanitari mentre il calo della natalità richiede politiche familiari più incisive. In questo contesto, l’immigrazione, spesso vista come emergenza, potrebbe costituire un’utile risorsa strutturale, in grado di sostenere il mercato del lavoro e la coesione sociale. In ogni caso, la sfida demografica è più urgente che mai: il futuro dell’Europa potrebbe giocarsi sulla sua capacità di adattarsi al cambiamento della sua popolazione.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia