Dal presepe che non c’è all’albero finto, la furia del centrodestra genovese sul primo Natale dell’era Salis

Dicembre 2, 2025 - 10:30
 0
Dal presepe che non c’è all’albero finto, la furia del centrodestra genovese sul primo Natale dell’era Salis
albero luci spento

Genova. Mentre mezza città è bloccata dagli scioperi dei lavoratori ex Ilva, i cantieri delle grandi opere procedono – salvo rare eccezioni – a rilento e fra lo scoramento dei cittadini, mentre le strutture che si occupano di senza fissa dimora o persone in stato di povertà faticano ad avere abbastanza risorse e abbastanza personale, e mentre lo spaccio di crack continua a dilagare, non solo nel centro storico, ci sono almeno un paio di altre questioni che rischiano di rovinare il Natale dei genovesi. E il centrodestra sembra averle prese molto sul serio.

Prima il presepe “sfrattato” da palazzo Tursi, prima ancora – a dire il vero – l’annullamento del Tricapodanno in favore di un (poco) meno costoso grande concerto la notte di San Silvestro, ma l’ultima polemica servita sul piatto dei genovesi in questo avvio di dicembre è legata all’albero di Natale in piazza De Ferrari.

Dopo diversi anni in cui a Genova, proprio in questo periodo, arrivava dalla Val Di Fiemme, donato dalla Regione Lombardia, il grande abete che avrebbe sovrastato piazza De Ferrari dall’accensione fino all’Epifania, nel primo Natale dell’amministrazione Salis è stata fatta una scelta diversa: l’albero reciso è stato sostituito da una struttura che, grazie a un circuito a led, sarà illuminata. L’albero di luci è stato donato alla città da Iren. L’opzione “green” e, per così dire, di design non è piaciuta alla capogruppo della Lega, Paola Bordilli, che nel pomeriggio di domenica ha voluto esprimere il suo sdegno proprio davanti all’albero in fase di assemblamento.

“Non solo no al presepe a Tursi, adesso il no all’albero di Natale classico tradizionale che, voglio ricordarlo, era unicamente preso tra quelli destinati al taglio! – tuona Bordilli dai social – povera la mia Genova. Ps. Da quando la plastica è ecologica?”

A stretto giro arriva anche l’attacco di Alessandra Bianchi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, che senza mezzi termini paragona la sindaca al Grinch: “La giunta Salis completa la sua opera di spegnimento del Natale a Genova allestendo un albero di plastica in piazza De Ferrari cancellando così una tradizione genovese e un’altra icona delle nostre feste per fare spazio ad un albero finto in nome della sostenibilità. Ma chissà quanto avranno inquinato per produrlo e, sono sicura che anche questa volta, anche per questa ennesima decisione rivedibile, il sindaco proverà ad addossare colpe e responsabilità al centrodestra. Non abbiamo più parole per descrivere la situazione a Genova con un Natale finto, un capodanno risicato ma costosissimo, mentre la città sprofonda nello sporco, nell’insicurezza, nel degrado. Diciamocelo, se l’ambizione di Salis è fare di Genova la capitale del dissenso, chi meglio del Grinch lo può fare a Natale?”.

Intanto, in attesa di conoscere il programma degli eventi natalizi che il Comune ha messo in fila dall’inizio di dicembre alla fine delle festività – e come spiegato dall’assessora al Turismo e Commercio ci saranno anche appuntamenti dedicati alla tradizione ligure dei presepi – si sa che a palazzo Tursi, nell’atrio, sarà allestito un piccolo villaggio di Natale, senza connotazioni legate a particolari religioni.

Ridateci il bambino – dichiara, sgomento, il capogruppo di Vince Genova, Pietro Piciocchi, che non ha mai tenuta nascosta la propria fervente fede cattolica – la decisione di non allestire il tradizionale presepe a Palazzo Tursi ha ferito larga parte della nostra comunità, è l’ennesima attestazione di quella furia ideologica estremista che contraddistingue questa amministrazione che, in nome di una falsa inclusione e di un egualitarismo astratto, non si fa scrupolo di offendere i sentimenti di molte persone, oltraggiare le nostre tradizioni, minare la nostra identità, cancellare simboli che esprimono valori universali. Chi può temere questo bambino? Chi può sentirsi insediato da lui? Evidentemente, a distanza di oltre duemila anni, questo bambino continua a dare molto fastidio e a scandalizzare tanti potenti della terra, anche dalle nostre parti”.

Anche il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi – nel solco di una lunga tradizione leghista – difende il presepe: “Non accettiamo che si cancellino le nostre tradizioni per compiacere minoranze rumorose. Il presepe non è un arredo stagionale – scrive in una nota – è un pilastro della nostra identità, un simbolo che parla alla storia del Paese e ai valori che lo hanno costruito. Il presepe deve essere presente in tutti gli edifici pubblici e nelle sedi istituzionali, senza timidezze e senza concessioni a chi vorrebbe riscrivere la nostra cultura. Escluderlo è una scelta ideologica e questo è inaccettabile”.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News