Di procedure e moralismo l’Italia muore: a Genova in due anni un ponte lungo un chilometro, in Romagna tre anni

Novembre 30, 2025 - 21:30
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Di procedure e moralismo l’Italia muore: a Genova in due anni un ponte lungo un chilometro, in Romagna tre anni

Di procedure e moralismo l’Italia muore: a Genova in due anni hanno fatto un ponte lungo un chilometro, in Romagna per pochi milioni di lavori ci vorranno tre anni,

Ma già subito dopo l’inaugurazione del ponte genovese, l’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli aveva chiuso la porta a una riforma delle regole delle opere pubbliche che preveda l’abolizione del Codice degli Appalti e l’estensione del cosiddetto “Modello Genova” per la realizzazione delle infrastrutture. “Genova è stata una grandissima operazione e di soddisfazione per quella città e per tutto il Paese” ma il Codice degli Appalti contiene “già strumenti per fare gare veloci”.

Si è visto a Modigliana, città della Romagna di 4 mila abitanti, che può essere presa a simbolo della complessità di vincoli e procedure che avviluppano l’Italia come una ragnatela.

Ricostruzione ostacolata dalle procedure

Di procedure e moralismo l’Italia muore: a Genova in due anni un ponte lungo un chilometro, in Romagna tre anni (Foto d’archivio)
Di procedure e moralismo l’Italia muore: a Genova in due anni un ponte lungo un chilometro, in Romagna tre anni (foto Ansa) – Blitz Quotidiano.it

L’alluvione che nel maggio 2023 travolse la Romagna mise fuori uso due strade di vitale importanza, le strade provinciali 21 Trebbio e 20 Tramazzo-Marzeno. A due anni e mezzo di distanza da quella tragedia, ForlìToday informava che a partire da sabato 22 novembre, è in programma, salvo condizioni atmosferiche avverse, l’esecuzione delle ultime lavorazioni previste, con il ripristino della circolazione a doppio senso di marcia sulla provinciale 20, in corrispondenza del cantiere “Rupe della Pappona”.

Le lavorazioni in corso e quelle effettuate nelle ultime settimane consentiranno di completare la seconda corsia di marcia, permettendo così la rimozione temporanea dell’impianto semaforico.

Gli ulteriori lavori – necessari per il completamento definitivo dell’opera e che comporteranno un nuovo, ma temporaneo, senso unico alternato regolato da semaforo – sono programmati per i primi mesi del 2026. L’intervento, del valore complessivo di oltre 5 milioni di euro, è appaltato alla ditta Ambrogetti di Verghereto e si prevede possa concludersi entro la fine dell’estate 2026.

Un anno fa, su un giornale certo non fan del metodo Genova come il Fatto, Natascia Ronchetti scriveva:

“Alluvione, altro flop. Fondi donati e bloccati per ricostruire un ponte”, il ponte di Cà Stronchino.

“Sono il frutto della raccolta di fondi privati per aiutare la Romagna alluvionata. Oltre 1,2 milioni donati al Comune di Modigliana, sull’Appennino forlivese, per la ricostruzione del ponte di Cà Stronchino, strategico per completare il collegamento del paese con la strada provinciale 20, che porta a Faenza. Il sindaco Jader Dardi ha trasferito la donazione alla struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo la scorsa primavera.

Tutto fermo per un anno

”Peccato che non ci sia ancora nemmeno una traccia di cantiere per cominciare i lavori di ricostruzione del ponte, crollato con la prima alluvione del maggio 2023. Sogesid – la società in house dello Stato alla quale il commissario ha affidato il ripristino delle infrastrutture viarie romagnole devastate dall’acqua e dal fango – il 4 aprile 2024, in occasione della firma in pompa magna dell’accordo con il commissario straordinario Francesco Figliuolo e con il sindaco Jader Dardi, Enrico Stravato, direttore generale di Sogesid,  lo aveva definito un intervento prioritario. “Metteremo a disposizione tutte le risorse e le competenze tecniche necessarie, insieme a tutte le procedure consentite dalla legge, per accelerare i tempi per la pubblicazione della gara e quindi per portare a termine con successo un intervento fondamentale per il territorio”, aveva detto”.

Piangeva il sindaco Dardi: “Stiamo

affrontando l’emergenza con le procedure del codice degli appalti e non con procedimenti d’urgenza: i tempi diventano enormemente lunghi. La verità è che la macchina operativa messa in moto per la ricostruzione non può garantire velocità ed efficacia”.

In conclusione, il nuovo ponte San Giorgio, lungo un chilometro, largo 30 metri, a 45 metri sopra il greto del Polcevera, un’opera da 200 milioni di euro progettata da Renzo Piano, è stato ricostruito in due anni. In Romagna per ripristinare due strade provinciali e il ponte di Cà Stronchino, per pochi milioni di euro, ci saranno voluti alla fine tre anni.

Ma le procedure non si toccano.

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