Dopo aver scontato 30 anni per l’omicidio della madre denuncia il suo tutore legale: gli avrebbe sottratto 350mila euro

Novembre 29, 2025 - 22:00
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Dopo aver scontato 30 anni per l’omicidio della madre denuncia il suo tutore legale: gli avrebbe sottratto 350mila euro
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Genova. Si è rifatto una vita dopo avere scontato la condanna a 30 anni per l’omicidio della mamma. Ha trovato un lavoro nel settore della ristorazione ma il suo tutore legale, un commercialista genovese, gli ha fatto sparire i 350 mila euro che aveva ereditato dal padre. Vittima del professionista è Stefano Diamante, il ragazzo che nell’ottobre 1999 uccise a coltellate e martellate la madre Silvana Petrucci, per non doverle confessare che era lontano dalla laurea, al contrario di quanto le aveva fatto credere. Adesso la procura di Genova ha aperto un fascicolo per peculato mettendo nel mirino il commercialista. L’uomo è già stato sospeso dall’ordine per un anno, per vicende che non riguardano però Diamante.

L’allora studente di Informatica era stato condannato nel 2003 in via definitiva dalla Cassazione a 30 anni di reclusione. La Suprema corte aveva confermato la sentenza della Corte d’appello di Genova, che aveva invece ribaltato l’assoluzione in primo grado per incapacità di intendere e di volere.
Diamante (inizialmente difeso dagli avvocati Maurizio Mascia e Paolo Costa) era accusato di omicidio volontario premeditato con l’aggravante dei futili motivi, e del grado di parentela con la vittima.

Il 22 ottobre, il ragazzo, che allora aveva 27 anni, aveva annunciato alla madre che si sarebbe laureato. La donna aveva così comprato il regalo, ma nella notte Stefano l’ammazzò, dopo avere passato una serata in discoteca a base di cocaina. Tornato a casa, impugnò una roncola e infierì sulla donna. Fu lui stesso a chiamare la polizia. ”L’ha uccisa un ladro”, aveva raccontato in un primo momento. Dopo un’ora di interrogatorio, la confessione.

Dopo la sentenza di primo grado, Diamante era tornato in libertà, aveva aperto una trattoria ed aveva riallacciato ottimi rapporti col padre. Ma nel 2003, dopo la condanna definitiva, era tornato in carcere per scontare la pena. Il papà, medico del lavoro, era morto a gennaio 2011 mentre si trovava in un bar.

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Redazione Redazione Eventi e News