Fare attività fisica in due età specifiche della vita aiuta a ridurre il rischio di demenza
Con oltre 55 milioni di persone nel mondo che convivono con la demenza dovuta all’età – un numero destinato a superare i 78 milioni entro il 2030 – capire come proteggere il cervello è diventato fondamentale. Una nuova ricerca suggerisce che restare fisicamente attivi in seconda e in terza età potrebbe diminuire in modo significativo la possibilità di sviluppare demenza e Alzheimer.
Nonostante alcune cause della malattia non possano essere modificate, come l’età e i fattori genetici, lo stile di vita continua a emergere come uno strumento potente di prevenzione. Dieta equilibrata, gestione dello stress, sonno adeguato ed esercizio regolare sembrano avere un ruolo essenziale nel mantenimento della salute cerebrale. Ora un nuovo studio aggiunge un tassello importante: il momento in cui siamo attivi conta.
Come l’attività fisica influisce sul cervello lungo la vita
Gli autori della ricerca, pubblicata su JAMA Network Open, hanno analizzato una vasta mole di dati provenienti dal Framingham Heart Study, uno dei più lunghi e importanti studi epidemiologici mai realizzati. I ricercatori hanno esaminato i livelli di attività fisica in tre momenti distinti dell’esistenza: giovinezza adulta, mezza età e età avanzata.
L’obiettivo era chiaro: capire in quali fasi della vita l’esercizio fisico esercita la maggiore protezione contro la demenza.
Questo approccio, chiamato life course approach, permette di osservare la salute lungo tutto l’arco della vita anziché concentrarsi su un solo periodo. È una prospettiva preziosa per comprendere quando i comportamenti salutari possono realmente fare la differenza.
Midlife e late life: i periodi chiave per la prevenzione
La scoperta più importante dello studio è sorprendente e al tempo stesso rassicurante:
le persone fisicamente attive nella mezza età e nell’età avanzata mostrano un rischio significativamente ridotto di sviluppare demenza e Alzheimer.
Il risultato è particolarmente interessante perché evidenzia che non è mai troppo tardi per iniziare a muoversi. L’attività fisica nella terza età ha avuto un impatto positivo paragonabile a quella svolta negli anni precedenti.
Secondo gli autori, questo suggerisce che l’esercizio potrebbe agire su diversi meccanismi biologici collegati ai processi neurodegenerativi, influenzando più percorsi legati alla salute del cervello. Un beneficio che non riguarda solo un tipo di demenza, ma che sembra estendersi a tutte le forme della malattia.
In altre parole, che si tratti di camminare, nuotare, fare ginnastica dolce o attività più intense, continuare ad allenare il corpo aiuta anche a proteggere la mente.
Perché l’attività fisica funziona anche in età avanzata
Per molti anni si è pensato che solo gli sforzi compiuti da giovani potessero portare vantaggi a lungo termine. Questa ricerca ribalta in parte la prospettiva, mostrando che il cervello mantiene una certa capacità di beneficiare dell’esercizio anche in età più matura.
L’attività fisica, infatti:
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migliora la circolazione sanguigna cerebrale,
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favorisce la produzione di nuove connessioni neuronali,
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riduce l’infiammazione,
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abbassa il rischio di malattie cardiovascolari, un noto fattore di rischio per la demenza.
Questi effetti combinati potrebbero spiegare perché allenarsi dopo i 60 anni continui ad avere un ruolo così determinante.
E gli esercizi in giovane età? Benefici importanti, ma non direttamente sulla demenza

Lo studio ha osservato che l’attività fisica svolta nella prima età adulta non mostra una correlazione evidente con la riduzione del rischio di demenza più avanti nella vita. Questo non significa che muoversi da giovani sia inutile, anzi.
Gli esperti sottolineano che lo sport in età giovanile contribuisce a mantenere un corpo più sano, riduce il rischio di patologie croniche e aiuta ad arrivare alla mezza età in condizioni migliori. È un investimento prezioso che crea le basi per un invecchiamento di qualità.
Come spiegato da alcuni neurologi che hanno commentato lo studio, soltanto chi rimane in buona salute abbastanza a lungo “arriva” agli anni in cui la demenza può manifestarsi. Mantenersi attivi da giovani significa quindi costruire una longevità più solida, che a sua volta è un prerequisito per preoccuparsi della salute cerebrale.
Stile di vita, mente e cuore: un legame inscindibile
Un aspetto su cui concordano gli esperti è la forte connessione tra salute cardiovascolare e rischio di demenza. I fattori che danneggiano il cuore – come pressione alta, diabete, obesità e sedentarietà – hanno conseguenze dirette anche sul cervello.
L’esercizio fisico agisce come una medicina naturale:
aiuta a regolare la glicemia, migliora la qualità del sonno, sostiene l’umore e mantiene elastiche le arterie, riducendo la probabilità di danni vascolari cerebrali.
Per questo motivo muoversi regolarmente in ogni fase della vita rimane una delle strategie più potenti per proteggere la memoria.
Un mondo sempre più sedentario: perché serve cambiare abitudini
La vita moderna ci spinge a muoverci sempre meno. Ore seduti al computer, spostamenti in automobile e svago digitale stanno erodendo il tempo dedicato all’attività fisica.
Gli esperti ricordano che non è necessario praticare sport intensi: anche piccoli cambiamenti quotidiani, come camminare di più, scegliere le scale, dedicare mezz’ora al giorno a un’attività leggera, possono avere effetti significativi.
A ogni decade di vita il rischio di demenza aumenta, ma allo stesso tempo ogni decade offre nuove opportunità per intervenire. La ricerca è chiara: non importa quanti anni abbiamo, importa come decidiamo di usarli.
Il vero messaggio dello studio: muoversi sempre, senza aspettare
Questo studio non vuole creare preoccupazione, ma consapevolezza. L’esercizio fisico non è un obbligo: è una forma di cura verso noi stessi. È un modo per investire nel futuro, per mantenere autonomia e lucidità, per vivere meglio e più a lungo.
Che si inizi a 30, 50 o 70 anni, il messaggio resta lo stesso:
il corpo e il cervello rispondono sempre al movimento.
La prevenzione della demenza passa anche dalle scelte quotidiane, dalle camminate, da un giro in bicicletta, da un corso di ginnastica dolce, da un semplice impegno a restare attivi.
Più ci muoviamo, più diamo al nostro cervello la possibilità di restare forte.
L'articolo Fare attività fisica in due età specifiche della vita aiuta a ridurre il rischio di demenza proviene da Blitz quotidiano.
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