I cinque grandi della difesa europea a Berlino. Kallas: “Attacchi a Kiev dimostrano che Putin non vuole negoziare”

Novembre 14, 2025 - 17:30
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I cinque grandi della difesa europea a Berlino. Kallas: “Attacchi a Kiev dimostrano che Putin non vuole negoziare”

Bruxelles – A poche ore dai nuovi intensi attacchi russi su Kiev, i ministri della Difesa di Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Polonia si sono riuniti a Berlino, insieme all’Alta rappresentante UE per gli Affari esteri, Kaja Kallas, per portare avanti il coordinamento inaugurato un anno fa tra i cinque Paesi che più contribuiscono alla difesa del continente. Il sostegno all’Ucraina al centro del dibattito – sullo sfondo lo scandalo di corruzione che sta imperversando nel Paese -, ma gli E5 (questo il nome del formato) hanno voluto dare un segnale forte sulla risposta alle incursioni di droni sempre più frequenti nei cieli europei.

“Gli ultimi attacchi lo hanno chiarito: al momento, la Russia non vuole affatto negoziare“, ha esordito Kallas in conferenza stampa. Il capo della diplomazia europea ha snocciolato i temi sul tavolo. Il più urgente, rimpinguare le casse di Kiev rimaste ormai vuote. “L’Ucraina avrà bisogno di ulteriori finanziamenti il prossimo anno. Ci sono diverse opzioni, ma l’utilizzo degli asset russi immobilizzati è il modo migliore“, ha messo in chiaro. La Commissione europea è poi al lavoro sul ventesimo pacchetto di sanzioni alla Russia – “le nostre sanzioni stanno colpendo la Russia dove fa male”, ha rivendicato Kallas – e la prossima settimana presenterà un nuovo piano per la mobilità militare che renda l’UE “in grado di spostare truppe e attrezzature militari dove necessario”. Infine, sull’aumento degli attacchi ibridi che “sono diventati un evento quotidiano”, l’Alta rappresentante ha insistito perché “non possiamo accettare che sia la nuova normalità”.

Kaja Kallas
L’Alta rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas (foto: Consiglio europeo)

Boris Pistorius, ministro della Difesa tedesco, ha affermato che i bombardamenti sulla capitale ucraina mostrano il “disprezzo per l’umanità” di Vladimir Putin. Con l’inverno alle porte – il quarto, dall’inizio dell’aggressione dell’Ucraina – Mosca cerca di “distruggere il morale e spezzare la volontà di resistenza” della popolazione, ha aggiunto. La Germania, ha annunciato Pistorius, aumenterà il proprio supporto all’Ucraina, che nel 2026 supererà gli 11,5 miliardi di euro.

Non solo, Berlino si è impegnata con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, a spendere altri 150 milioni di euro nel meccanismo Purl (Permanent Unified Resource Logistics) per l’acquisto di armamenti dagli Stati Uniti: “Abbiamo un elenco di requisiti prioritari per l’Ucraina. Si tratta di sistemi prodotti negli Stati Uniti e di cui l’Ucraina ha urgente bisogno. Ad esempio, il sistema Patriot, compresi i missili necessari”, ha spiegato Pistorius. La Germania “ha consegnato due nuovi sistemi missilistici Patriot proprio lo scorso ottobre – ha sottolineato -, ma purtroppo, bisogna dirlo, anche lo sviluppo tecnologico sta avanzando e sta diventando sempre più difficile per la difesa aerea Ucraina gestire l’elevato numero di droni e missili da crociera”.

Secondo il ministro tedesco, l’industria della difesa di Kiev “sta operando fino al 25-30 per cento al di sotto delle sue capacità” a causa della mancanza di finanziamenti. Anche Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, ha annunciato nuovi aiuti all’Ucraina: “Consegneremo oltre 100 milioni di aiuti civili nel prossimo mese“, ha dichiarato, confermando che è stato nel frattempo finalizzato il “dodicesimo pacchetto di aiuti militari”.

John Healey, Segretario alla Difesa del Regno Unito, ha assicurato che l’esercito di sua maestà “giocherà un ruolo importante nel difendere sia la nostra patria che i nostri Paesi”. Nessun riferimento agli attriti con Bruxelles sull’adesione di Londra a SAFE, il fondo UE da 150 miliardi in prestiti per spese sulla difesa. Piuttosto, Healey ha sottolineato che il Regno Unito ha “risposto con rapidità agli attacchi dei droni”, schierando “esperti nelle operazioni antidroni” in Belgio e in Finlandia.

Sulle incursioni di droni nei cieli europei, i punti di vista divergono: per Catherine Vautrin, neo ministra delle Forze Armate francese, non si può nominare un colpevole “finché non siamo davvero sicuri chi sia il responsabile”. Il suo omologo tedesco, tuttavia, è certo che “la risposta è facile”. Se vengono colpiti gli aeroporti in Belgio, “c’entra con gli asset russi congelati”, detenuti per la maggior parte proprio dal Belgio.

“La portata delle sfide è immensa”, ha ammesso infine il polacco Pawel Zalewski. Varsavia è in prima linea sul fronte orientale, e secondo l’assegnazione provvisoria dei fondi di SAFE, sarà il principale Paese beneficiario con 43,7 miliardi di euro. Ma “tutte le regioni in Europa sono colpite”, ha insistito Zalewski, invitando gli altri quattro ‘big’ della difesa europea al sesto incontro del formato E5, che si terrà in Polonia all’inizio del nuovo anno.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia