I Pm: “L’acquisizione per il controllo di Mediobanca è avvenuta in palese violazione delle norme”
“L’acquisizione del controllo di Mediobanca è avvenuta in palese violazione delle norme del Tuf e delle altre norme di settore, poste a tutela della correttezza delle operazioni del mercato finanziario”. È quanto emerge dalle 35 pagine del decreto di perquisizione e sequestro firmato dai pm di Milano Roberto Pellicano, Giovanni Polizzi e Luca Gaglio disposto nei confronti di Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri e Luigi Lovaglio.
Secondo la procura di Milano che indaga il cosiddetto risiko bancario, “tale acquisizione è stata realizzata attraverso condotte” degli indagati in concorso “che, sulla base dei gravi indizi fin qui raccolti, sono risultate idonee a manipolare concretamente il prezzo delle azioni di Mediobanca e perciò ad integrare il reato previsto dall’art. 185 Tuf” (manipolazione dei mercati). Secondo la ricostruzione della Procura di Milano, Francesco Milleri, Francesco Gaetano Caltagirone e Giuseppe Lovaglio avrebbero agito in concorso mettendo in atto una serie di operazioni coordinate e considerate artificiose, con l’obiettivo di alterare in modo sensibile il prezzo delle azioni di Mediobanca. Milleri, alla guida di Delfin, Caltagirone, vertice del gruppo omonimo, e Lovaglio, amministratore delegato di Mps, avrebbero perseguito un disegno comune volto ad acquisire, attraverso società e partecipazioni incrociate, il controllo di Mediobanca e, tramite essa, anche di Generali.
Al centro dell’impianto accusatorio c’è l’esistenza di un accordo tra Delfin, il gruppo Caltagirone e Lovaglio, mai comunicato né al mercato né alle Autorità di vigilanza, nonostante l’obbligo previsto dal Tuf e dal Tub. Tale accordo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato finalizzato a consentire a Milleri e Caltagirone di ottenere un’influenza dominante su Mediobanca. A questo fine, sostiene la Procura, Milleri e Caltagirone avrebbero effettuato acquisti coordinati di azioni Mediobanca e Generali, superando congiuntamente la soglia del 20 percento del capitale senza l’autorizzazione prevista dalla Bce e oltrepassando anche quella del 25 percento, senza però promuovere l’Opa obbligatoria. I due avrebbero inoltre concordato i voti da esprimere nelle assemblee dell’istituto, detenuto partecipazioni eccedenti rispetto ai limiti autorizzati e omesso le dovute comunicazioni.
Il disegno avrebbe coinvolto anche Mps: Milleri e Caltagirone, infatti, avrebbero acquistato identiche partecipazioni della banca senese nel corso della procedura Accelerated Bookbuilding del novembre 2024, pagando un premio del 6,96 percento rispetto al valore di mercato. Entrambi sarebbero così entrati nel Consiglio di amministrazione di Mps il 27 dicembre dello stesso anno, proseguendo poi con ulteriori acquisti coordinati che avrebbero portato Delfin al 9,86 percento e il gruppo Caltagirone al 9,96 percento del capitale. Queste operazioni, secondo l’accusa, erano funzionali al successo dell’Ops con cui Mps mirava ad acquisire il controllo di Mediobanca. Delfin, inoltre, avrebbe aderito in anticipo e senza giustificazione economica all’offerta di scambio, prima ancora del successivo rilancio in denaro da parte di Mps, comportamento interpretato dagli investigatori come ulteriore conferma della reale finalità di controllo e non di investimento. Lovaglio, da parte sua, avrebbe agito in accordo con i due imprenditori sia nella predisposizione sia nella gestione dell’Ops sulla quale si fondava la strategia per l’acquisizione del gruppo Mediobanca.
La Procura contesta anche l’occultamento alle autorità di vigilanza – Consob, Bce e Ivass – della natura coordinata delle operazioni e della strategia comune. Nel “Documento di Offerta” pubblicato il 3 luglio 2025, infatti, si dichiarava che non vi erano soggetti operanti di concerto con Mps, attestazione che secondo gli inquirenti sarebbe falsa alla luce degli accordi intercorsi tra Milleri, Caltagirone e Lovaglio. Le condotte contestate dai pm erano tutte finalizzate a tenere nascosta al mercato l’esistenza di patti parasociali rilevanti e a influenzare il prezzo delle azioni Mediobanca. I fatti vengono collocati a Milano e si protraggono fino al 22 settembre 2025.
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