Il borgo più bello d’Italia? Non è quello che pensi. In pochi lo conoscono: è una perla rara

Dicembre 1, 2025 - 12:30
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Il borgo più bello d’Italia? Non è quello che pensi. In pochi lo conoscono: è una perla rara

L’Italia vanta un patrimonio straordinario di borghi storici, 7.896 secondo gli ultimi dati ufficiali, che si distinguono per l’unicità.

La domanda su quale sia il borgo più bello d’Italia resta aperta e soggettiva, ma recenti classifiche stilate da esperti e viaggiatori internazionali hanno individuato alcune località che spiccano per bellezza e autenticità. Tra questi spicca Anghiari, comune toscano della provincia di Arezzo, protagonista di una storia millenaria e oggi al centro di una nuova attenzione turistica globale.

Situato a 429 metri sul livello del mare, Anghiari si affaccia sulla valle del Tevere, in una posizione strategica che offre viste panoramiche sull’Appennino tosco-umbro-marchigiano. Con i suoi circa 5.390 abitanti, il borgo è uno degli esempi più rappresentativi della Toscana rurale, inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione del Touring Club. Il suo nome, probabilmente derivato dal latino angularium o dal longobardo ango, è legato alla sua forma angolare e alla collocazione su un ammasso di ghiaia fluviale, testimoniando origini che risalgono all’epoca romana e longobarda.

La fama di Anghiari è fortemente legata alla Battaglia di Anghiari del 29 giugno 1440, uno scontro decisivo tra la Repubblica di Firenze e il Ducato di Milano. Questo evento storico non solo ha consolidato il dominio fiorentino in Toscana, ma ha ispirato anche opere d’arte, come il celebre affresco progettato da Leonardo da Vinci per il Palazzo Vecchio di Firenze, noto come il “Leonardo perduto”. Nonostante l’opera originale non sia sopravvissuta, gli studi recenti e le copie di Rubens conservate al Louvre hanno mantenuto vivo il mito di questo episodio.

Anghiari oggi vive una nuova primavera turistica, favorita anche dalla sua ricca offerta culturale e architettonica. Tra i luoghi di interesse spiccano la Badia di San Bartolomeo, il Palazzo Pretorio, il Castello di Galbino e la Villa La Barbolana. Il borgo è inoltre sede della Libera Università dell’Autobiografia, un centro di eccellenza per lo studio e la promozione della narrazione autobiografica fondato nel 2000. Ogni luglio, l’Anghiari Festival anima il paese con concerti di musica classica, opera e musica da camera, ospitando orchestre di fama internazionale come la Southbank Sinfonia di Londra.

Santa Fiora: il modello innovativo dello smart working in un borgo toscano

Non lontano da Anghiari, un altro borgo toscano ha recentemente attirato l’attenzione mondiale, diventando un modello di rinascita per molti piccoli centri italiani: Santa Fiora. Con poco più di 2.500 abitanti, questo borgo sulle pendici del Monte Amiata è stato tra i primi in Italia a promuovere il concetto di “smart village”. In piena pandemia, Santa Fiora ha offerto opportunità di smart working a professionisti italiani e stranieri, trasformando il proprio centro storico e le case sfitte in un polo di attrazione per nomadi digitali e famiglie in cerca di tranquillità senza rinunciare alla connettività.

Il progetto, voluto dal sindaco Federico Balocchi, ha visto la partecipazione di una trentina di nuclei familiari in 18 mesi, con molti di questi che hanno deciso di stabilirsi definitivamente. Tra questi, il filologo-manager belga Jean-Michel Waroquier e la nomade digitale sarda Alessia Manca, che hanno raccontato esperienze positive di lavoro e vita in questo borgo. Santa Fiora ha investito in infrastrutture tecnologiche, come la fibra ottica, e servizi sociali per rendere il paese un luogo accogliente per i nuovi residenti.

Il successo di Santa Fiora ha avuto ricadute positive sul mercato immobiliare e sull’economia locale, risvegliando negozi, attività artigianali e iniziative culturali. La municipalità ha continuato a sostenere il progetto anche negli anni successivi, confermando la propria visione di un futuro in cui lo smart working possa rappresentare un’opportunità reale e duratura per i borghi italiani.

La rivista Travel+Leisure, punto di riferimento nel settore turistico internazionale, ha recentemente pubblicato una classifica basata su opinioni
Le classifiche internazionali confermano l’eccellenza dei borghi italiani (www.blitzquotidiano.it)

La rivista Travel+Leisure, punto di riferimento nel settore turistico internazionale, ha recentemente pubblicato una classifica basata su opinioni di esperti e viaggiatori, che premia Anghiari come uno dei borghi più belli d’Italia. Altri borghi come Civita di Bagnoregio nel Lazio e Urbino nelle Marche sono anch’essi spesso citati per il loro valore storico e paesaggistico.

L’Italia detiene il primato mondiale per numero di siti riconosciuti dall’UNESCO, un dato che sottolinea la straordinaria ricchezza culturale e architettonica del Paese, spesso racchiusa proprio nelle sue piccole realtà come i borghi. Questi luoghi non solo rappresentano un patrimonio artistico e storico, ma costituiscono anche laboratori di innovazione sociale e modelli di sviluppo sostenibile, come dimostrano le esperienze di Anghiari e Santa Fiora.

Nell’attuale scenario post-pandemico, i borghi italiani stanno riscoprendo un ruolo centrale nel turismo di qualità, nell’attrazione di nuove forme di lavoro e nell’offerta di una qualità della vita elevata, facendo leva su tradizioni antiche e nuove tecnologie. In questo contesto, la bellezza dei borghi italiani è un valore dinamico, capace di raccontare storie diverse ma tutte autentiche, in grado di incantare e ispirare chiunque decida di visitarli o viverli.

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