Il ritorno di Zelensky a Parigi, e l’ennesimo colloquio interlocutorio con gli Stati Uniti

Dicembre 1, 2025 - 19:00
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Il ritorno di Zelensky a Parigi, e l’ennesimo colloquio interlocutorio con gli Stati Uniti

Il nuovo tavolo di colloqui tra Stati Uniti e Ucraina, ospitato in un golf club privato a Hallandale Beach in Florida, si è chiuso domenica con toni cautamente ottimisti, ma nulla è stato deciso. È qui che la delegazione ucraina guidata da Rustem Umerov ha incontrato il Segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato del presidente Steve Witkoff nel tentativo di far avanzare il piano di pace sponsorizzato da Washington e ritoccato dagli alleati europei di Kyjiv. Un negoziato che resta delicatissimo: il progetto iniziale di Washington era troppo vicino ai desideri massimalisti di Mosca. Poi ci si è messa anche la crisi del governo ucraino, con lo scandalo di corruzione che ha portato alle dimissioni di Andriy Yermak, il capo di gabinetto del presidente.

Rubio, parlando ai giornalisti, ha definito l’incontro «molto produttivo», sottolineando che i colloqui hanno affrontato «i termini per porre fine alla guerra e la prosperità di lungo periodo dell’Ucraina». Umerov, da parte sua, ha rivendicato «progressi sostanziali per una pace dignitosa» e una crescente convergenza con gli Stati Uniti. Ma nessuna delle due delegazioni ha fornito dettagli concreti sugli eventuali punti già fissati, mentre il presidente Donald Trump – che inizialmente aveva imposto il traguardo del Thanksgiving – ha chiarito che ora non esiste alcuna scadenza.

Secondo fonti citate da Cnn, il tono della conversazione è stato «duri ma costruttivo», soprattutto sui nodi più sensibili: dalle condizioni del cessate il fuoco alle garanzie di sicurezza, fino al ruolo della Nato. Il punto più delicato della bozza originaria – chiedere a Kyjiv di rinunciare formalmente all’adesione all’Alleanza atlantica – sarebbe stato accantonato a favore di una nuova ipotesi, un congelamento di fatto, costruito tramite accordi tra singoli Paesi Nato e Mosca. Una formula che, se confermata, complicherebbe la posizione di Kyjiv, impegnata dall’inizio dell’invasione a non cedere su sovranità e sicurezza.

Proprio per questo, a margine dei colloqui in Florida, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha continuato a premere sul fronte diplomatico con telefonate a Ursula von der Leyen, Mark Rutte e Alexander Stubb. «L’approccio americano è costruttivo, nei prossimi giorni potremmo definire i passi per una pace dignitosa», ha scritto sui social.

Oggi l’asse diplomatico si sposta in Europa. Come riporta Repubblica, Zelensky arriverà a Parigi nell’ora più buia della sua leadership. Qui incontrerà Emmanuel Macron per ribadire il ruolo europeo nei negoziati, una posizione che l’Unione europea non vuole più lasciare esclusivamente a Washington e Mosca.

Sempre oggi, a Bruxelles si riuniscono i ministri della Difesa dell’Unione europea, insieme al premier ucraino Denys Shmyhal, per coordinare il sostegno militare e politico a Kyjiv. L’Europa non vuole mostrare crepe né segni di cedimento. E Zelensky, stretto tra la pressione del fronte interno e quella dei difficili negoziati, cerca di trasformare Parigi nella dimostrazione visibile che l’Ucraina non è sola, né nella guerra, né nella pace che verrà.

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Redazione Redazione Eventi e News