Imu seconda casa, in arrivo possibili esenzioni o riduzioni

Dicembre 2, 2025 - 02:30
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Imu seconda casa, in arrivo possibili esenzioni o riduzioni

lentepubblica.it

Sull’Imu 2026 in arrivo cambiamenti e possibili sgravi: esenzioni e riduzioni sulla seconda casa in quali fattispecie potrebbero avere luogo? Scopriamolo.


In base alla normativa è in capo ai Comuni la possibilità di diversificare le aliquote dell’Imu e introdurre delle esenzioni o riduzioni per alcuni casi specifici. Per le aliquote 2026 iI ministero dell’Economia ha voluto rivedere alcune regole ed ha inteso aprire a nuove possibilità per i sindaci. Queste novità sono contenute nell’allegato al decreto siglato dal viceministro e andato in Gazzetta ufficiale nei giorni scorsi.

La nuova casistica arriva a un anno dall’entrata in vigore dell’obbligo per le Amministrazioni Comunali di inviare al Mef, entro il 14 ottobre, un prospetto delle aliquote Imu per l’anno successivo. I Comuni che non caricano il documento dovranno applicare le aliquote dell’anno precedente o in alternativa il prelievo base. Il ministero ha inoltre “fissato alcuni paletti entro i quali i Comuni possono agire e dettato standard da seguire”.

Una griglia per valutare possibili esenzioni

Nella realtà quella proposta dal Ministero è una vera e propria griglia all’interno della quale potersi muovere. Da una parte, il testo riassume e semplifica alcune casistiche già individuate in passato, dall’altra introduce la possibilità di ridurre l’imposta in base allo stato del fabbricato e lascia spazio a esigenze locali e condizioni dei contribuenti. Nello specifico i primi cittadini avranno la facoltà di introdurre una tassazione più leggera per alcune tipologie di utilizzo delle abitazioni e per le abitazioni inagibili.

Le novità: case al mare

Si comincia dalle case al mare che, a discrezione dei sindaci, potranno pagare di meno. Questa nuova scontistica a favore dei proprietari sarebbe nelle regole stabilite per gli immobili “a disposizione”. Le indicazioni del Ministero, infatti, le definiscono abitazioni né locate e né concesse in comodato ed indicano la possibilità, per gli enti locali, di prevedere un numero di mesi l’anno nei quali l’immobile deve rimanere a disposizione, così da prevedere una diversificazione delle aliquote.

Comodato

La legge ammetteva già in precedenza una riduzione del 50% della base imponibile per le abitazioni (escluse categorie A/1, A/8, A/9) concesse in comodato gratuito a parenti in linea retta di 1° grado, vale a dire figli e genitori.  In questo caso pregresso la condizione necessaria era rappresentata dal contratto di comodato che doveva essere registrato e dal fatto che il comodante dovesse possedere un solo immobile abitativo in Italia oltre alla propria abitazione principale. Altra necessità era rappresentata dalla residenza anagrafica nonché dimora abituale che doveva essere nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato.

Imu agevolata

Altre agevolazioni sull’Imu riguardano gli immobili di interesse storico/artistico, le abitazioni locate a canone concordato così come l’immobile posseduto dai pensionati residenti in uno Stato di assicurazione diverso dall’Italia, con pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia.

Altri criteri per l’agevolazione

Nella norma appena varata, tra i criteri per l’agevolazione non ci sono solo i mesi di permanenza nella seconda o terza casa di vacanza. Per i comuni vi è anche l’opzione di modulare l’imposta in base ad altri indicatori del reale utilizzo dell’abitazione. A fare testo potranno essere le utenze di gas, luce e acqua oppure la presenza nell’immobile dell’arredamento. Si tratta di criteri che mirano di accertare un reale uso di un appartamento, un ufficio o un fabbricato, tali da poter essere verificati. Dagli sgravi sono invece esclusi gli immobili di vacanza utilizzati a scopo commerciale, affittati o destinati alla locazione breve.

Immobili inagibili

Novità anche riguardo la tassazione per gli immobili inagibili. In realtà, anche rispetto a questa evenienza, già le amministrazioni comunali avevano la facoltà di prevedere aliquote agevolate ed esenzioni per gli immobili resi inagibili da eventi calamitosi. Vi è da ora la possibilità di estendere il beneficio a case divenute non abitabili da “cause diverse” rispetto alle catastrofi naturali.

Dal 2011 a oggi la normativa Imu, il tributo si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari, è stata sottoposta a diverse modifiche. Istituita dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011 è operativa a decorrere dal gennaio 2012, e fino al 2013 è stata applicata anche sull’abitazione principale. L’Imu è dovuta con un unico pagamento oppure in due rate, la prima di acconto e la seconda a saldo. Per l’Imu 2025, il pagamento del saldo scade martedì 16 dicembre 2025, a sei mesi di distanza dall’acconto (il 16 giugno).

L’’ultima delle novità riguarda l’aver fissato un tetto all’aliquota massima. Nel documento, il dicastero di via XX Settembre impone alle Amministrazioni Comunali il divieto di superare l’aliquota massima con l’obiettivo di uniformare la tassazione a livello nazionale.

Consultazione mappe catastali

Tempestiva l’azione di Agenzia delle Entrate che proprio nei giorni scorsi ha rilasciato un nuovo servizio gratuito che consente di consultare le mappe catastali. L’utente, se vorrà controllare le caratteristiche della propria abitazione anche ai fini IMU, potrà scegliere se visualizzare i file vettoriali o i file immagine dei fogli di mappa catastali aggiornati. Il servizio è disponibile per tutto il territorio nazionale fatta eccezione per le province autonome di Trento e Bolzano dove il catasto è gestito direttamente.

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