Ingiusta detenzione, l’onorevole Pino Galati sarà risarcito: onoranze funebri, sanità, ‘ndrangheta

Pino Galati, ex deputato del Popolo delle libertà (che allora era il partito di Berlusconi), più volte sottosegretario, ed ora vicepresidente di Noi con l’Italia, sarà risarcito per ingiusta detenzione. Lo ha stabilito la Corte d’appello di Catanzaro. Galati, a novembre del 2018, era finito ai domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta “Quinta Bolgia”, condotta dai militari dello Scico della Guardia di Finanza coordinati dal procuratore Nicola Gratteri, poi trasferito a sua domanda nel 2023 a Napoli e che ha nel sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI) uno dei principali estimatori.
Secondo gli inquirenti, due società nell’ambito delle onoranze funebri e dei servizi sanitari legate all’ndrangheta, in quel periodo avevano realizzato un “cartello” all’interno dell’ospedale di Lamezia Terme per spartirsi le commesse in danno della concorrenza. L’ex parlamentare, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe allora stato “l’anello di congiunzione” tra le cosche e la dirigenza ospedaliera. Ecco dunque il motivo del richiamo nel nome dell’indagine alla quinta bolgia dantesca, caratterizzata da un lago di pece bollente nel quale sono immersi i “barattieri”, coloro che per il Sommo poeta hanno tratto profitti illeciti dalle loro cariche pubbliche, come appunto avrebbe fatto Galati. Peccato però che la stessa Procura di Catanzaro aveva poi chiesto già in fase di indagini preliminari l’archiviazione per il parlamentare, non ritenendolo evidentemente un vero barattiere. Va detto, comunque, che la stessa ordinanza cautelare nei suoi confronti era stata subito annullata dalla Cassazione per mancanza di presupposti.
“Il diritto al risarcimento per l’ingiusta custodia cautelare alla quale il mio assistito è stato sottoposto rappresenta un ulteriore e definitivo sigillo che consolida e cristallizza la sua totale estraneità ai fatti oggetto di indagine”, ha dichiarato l’avvocato Salvatore Cerra, difensore di Galati. “L’ordinamento, ricordo, prevede un vaglio giurisdizionale stringente per ottenere il risarcimento”, ha inoltre puntualizzato Cerra. Nonostante i paletti giuridici, la Calabria si conferma comunque sempre al primo posto per risarcimenti a seguito di indagini finite in nulla. Dei 220 milioni versati dallo Stato dal 2018 al 2024, ben 78 sono arrivati nella punta dello stivale. Questa regione, con lo stesso numero di abitanti che vivono a Roma all’interno del Grande raccordo anulare, ha assorbito negli ultimi sette anni il 35 per cento dell’intera spesa destinata a risarcire le vittime di ingiusta detenzione. Un record confermato anche nel 2024, con 8,8 milioni sui 26,9 milioni complessivi versati per i risarcimenti.
Secondo l’ex presidente della regione Mario Oliverio (Pd) -che lo ha dichiarato in una recente intervista al Foglio- si tratta dell’effetto delle maxi operazioni contro la criminalità organizzata con decine, se non centinaia di arresti. Le retate più note sono quelle condotte proprio da Gratteri, pm prima a Reggio Calabria e quindi a Catanzaro, dove è stato capo della procura dal 2016 al 2023. Nel 2024 il maggior numero di ordinanze di indennizzo per ingiusta detenzione è stato infatti emesso dalla Corte d’appello di Catanzaro: 110 sulle 552 di tutto il territorio nazionale, vale a dire circa il 20 per cento del totale. “Questi numeri – ha dichiarato Oliverio – sono il risultato del metodo dell’azione a “strascico”: anziché contrastare i reati di ’ndrangheta in maniera precisa, circoscritta, si procede con maxi operazioni con decine e centinaia di arresti, molti dei quali poi risultano ingiusti”.
Secondo l’ex governatore, finito anch’egli sotto il tiro della Procura, questo modo di agire ha prodotto effetti terribili. “Il potere della ’ndrangheta – ha dichiarato Oliverio – è cresciuto sul piano internazionale. La ’ndrangheta è diventata la più importante organizzazione criminale nel traffico di droga e di armi sul piano internazionale”. “E poi – ha aggiunto – l’immagine della Calabria è stata distrutta. Anni e anni di maxi operazioni hanno contribuito a diffondere l’immagine di una regione in mano alla mafia”. “Il dato delle ingiuste detenzioni è sintomatico di una giustizia che non funziona e che travolge imprese, persone innocenti, amministratori locali. La politica dovrebbe avviare una seria riflessione su questo, ma invece da anni si è piegata alla vulgata giustizialista”, ha concluso Oliverio.
Qual è la tua reazione?






