La famiglia lo abbandona ma lui fa di tutto per tornare da loro: la storia del cane Cooper merita di essere letta
La famiglia lo abbandona ma lui fa di tutto per tornare da loro: la storia del cane Cooper merita di essere letta.

La lealtà canina è un tema ricorrente nelle storie di animali, ma a volte, alcuni episodi superano l’immaginazione. È il caso di Cooper, un magnifico Golden Retriever la cui fuga in Irlanda del Nord non è stata un semplice smarrimento, ma un’autentica odissea di 27 giorni e oltre 64 chilometri, guidata da un istinto ancestrale: il desiderio di ritrovare la sua casa, o almeno, l’unico luogo che riconosceva come tale. Un percorso che lo ha portato attraverso boschi, sentieri e persino autostrade, in un tentativo disperato di riscrivere il suo recente passato.
La fuga e il ritrovamento del cane Cooper, tornato dalla famiglia che lo aveva abbandonato
Cooper era stato adottato da pochissimo tempo da Nigel Fleming, un fotografo residente a Dungannon, con l’intento di donargli una vita serena e offrirgli la compagnia dell’altro suo cane, Molly. L’animale era stato prelevato da un canile e sembrava destinato a un futuro luminoso. Ma il trauma dell’abbandono o un legame indissolubile con il suo luogo d’origine evidentemente covavano sotto la superficie.

Il momento della fuga è stato tanto rapido quanto inaspettato. Durante una tranquilla passeggiata, non appena il portellone del bagagliaio dell’auto di Nigel si è aperto, Cooper è scattato via con una velocità sorprendente. In un attimo, scavalcando Molly e sfuggendo alla presa del suo nuovo padrone, è svanito nel paesaggio, rendendo inutile ogni immediato tentativo di inseguimento e recupero. È stato il punto di partenza di un viaggio che ha tenuto col fiato sospeso decine di persone.
Da quel giorno, è iniziato il pellegrinaggio solitario del Golden. Per quasi un mese, Cooper si è mosso con una determinazione sorprendente, alimentata probabilmente da un mix di paura, disorientamento e, soprattutto, da un profondo richiamo interiore. Nonostante non conoscesse affatto il territorio circostante alla sua nuova abitazione, il cane ha affrontato un percorso accidentato, lungo arterie stradali trafficate, attraverso campi in cui pascolavano greggi e nel fitto di aree boschive sconosciute.

Le segnalazioni del suo passaggio, giunte sporadicamente nelle settimane successive, delineavano la mappa di un viaggio lungo e pericoloso. Ogni avvistamento lo collocava in movimento, sempre diretto in una direzione precisa, quasi stesse seguendo una bussola interna programmata su un unico punto di riferimento: il luogo dove aveva trascorso la sua cucciolata con il fratello George. Era evidente che la sua non fosse una fuga cieca, ma una ricerca mirata, un “ritorno al passato” che aveva la meglio sulla comodità di una nuova casa.
Il commovente viaggio ha trovato il suo epilogo a Tobermore, la cittadina dove Cooper aveva vissuto la sua prima infanzia. La sua presenza, notata dai residenti della zona, ha subito allertato i volontari di Lost Paws Northern Ireland, un’organizzazione dedicata al ritrovamento di animali smarriti.
Quando gli operatori sono riusciti finalmente ad avvicinarlo e recuperarlo, Cooper era comprensibilmente esausto, ma fortunatamente in buone condizioni fisiche, un fatto quasi miracoloso considerando l’entità dei chilometri percorsi e le insidie affrontate. Questa segnalazione si è rivelata cruciale. Nel frattempo, Nigel Fleming non aveva mai smesso di cercare il suo nuovo amico a quattro zampe. La notizia ha così permesso l’emozionante ricongiungimento tra Cooper e Nigel, chiudendo un’avventura che aveva mobilitato energie e attenzioni, diventando un simbolo di resilienza animale.

Una volta riportato a Dungannon e ristabilitosi nel calore e nella sicurezza della casa, Cooper ha finalmente potuto ritrovare la compagnia di Molly. Nigel Fleming, pur sollevato, ha dimostrato una profonda comprensione per il comportamento del suo cane. Riconoscendo il forte, seppur traumatico, legame che Cooper aveva con il suo luogo di crescita, il fotografo si è impegnato a superare l’accaduto.
Il suo obiettivo ora non è semplicemente dare rifugio, ma costruire un rapporto di fiducia solido e duraturo, un ponte emotivo in grado di far sentire Cooper, una volta per tutte, parte integrante della sua nuova famiglia. La speranza è che questa straordinaria dimostrazione di istinto e sopravvivenza possa finalmente segnare per Cooper l’inizio di una nuova, serena vita, lasciando alle spalle l’ombra dell’abbandono per abbracciare un futuro pieno di affetto e stabilità. La sua storia non è solo un racconto di fuga, ma una potente testimonianza della profondità della memoria e dell’istinto che guidano il cuore di un cane. (di Elisabetta Guglielmi)
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