La serie “L’altro Ispettore” con Alessio Vassallo e Cesare Bocci, su Rai 1 da martedì 2 dicembre
Il lavoro e la cultura della sicurezza, raccontati attraverso le vicende di un ispettore del lavoro, sono al centro dell’innovativa serie tv “L’altro Ispettore”, in onda su Rai 1 da martedì 2 dicembre, co-prodotta da Rai Fiction – Anele – Rai Com, per la regia di Paola Randi, scritta da Salvatore De Mola, Andrea Valagussa, Paola Randi ed Emanuela Rizzuto e liberamente tratta dai romanzi di Pasquale Sgrò che è anche consulente del progetto.
“Sono molto felice, onorata e grata dell’opportunità di lavorare su questa storia. Credo che ogni storia abbia una chiave di lettura e di racconto, qui esiste una responsabilità essendo servizio pubblico ed è giusto trovare un linguaggio adeguato per raccontare i supereroi di tutti i giorni che contribuiscono a cercare di rendere sicuri i luoghi di lavoro e che si nascondono dentro la gente comune che affronta la vita in maniera tridimensionale. le cose non sono mai solamente drammatiche o leggere, il senso dell’umorismo, la commedia, l’ironia ci aiutano ad affrontare quello che la vita ci pone davanti e che altrimenti sarebbe forse insostenibile”, ha dichiarato la regista.
“Conosco Paola da anni, la apprezzo e lavorarci insieme è stato fantastico. Questa serie mi sembra una delle cose più belle che ho scritto. Il nostro ispettore del lavoro, con il suo esserci, cerca di costruire un mondo migliore ed è quello che dovremmo cercare di fare tutti”, ha dichiarato Salvatore Di Mola.
Il protagonista è Alessio Vassallo nei panni dell’ispettore del lavoro Domenico Dodaro, per gli amici Mimmo, appena rientrato a Lucca, sua città natale, dopo aver combattuto il caporalato al Sud in missioni che lo hanno portato ad essere riconosciuto come uno dei migliori ispettori del lavoro italiani: “Non è facile trovare il giusto equilibrio tra la delicatezza di un tema come il lavoro e le morti sul lavoro e l’ironia intrinseca nel racconto, in questo Paola Randi è stata eccezionale e ci ha diretto in modo impeccabile. Nella serie il ruolo della famiglia, anche se è composta da pochi elementi, e del lavoro sono centrali. Noi raccontiamo le braccia, le mani che costruiscono l’Italia ogni giorno. Dopo aver girato L’altro Ispettore pongo molta più attenzione quando passo davanti ai cantieri e vedo gli operai che stanno sui tralicci, sulle impalcature. Mimmo Dodaro è un supereroe con il mantello bucato, per questo forse è così umano e mi auguro possa entrare in empatia con il pubblico. E’ uno di noi, dedito al lavoro, puntuale, a volte rovinoso nella vita privata, analogico totalmente, è un ispettore gentile, che non punta il dito, non interroga ma pone e cerca delle domande. E’ un personaggio nuovo ed è un modo diverso, rivoluzionario di raccontare una serialità. La parola chiave della serie è prendersi cura di qualcosa e di qualcuno e pensando al periodo storico attuale è un atto rivoluzionario perchè oggi ci prendiamo cura soprattutto di noi stessi e abbiamo difficoltà a guardare chi sta accanto a noi. Mimmo invece si prenderà cura dei lavoratori e delle lavoratricie e di sua figlia, che gli insegnerà a diventare papà. Una frase molto importante, secondo me, che ho voluto mettere nella serie, dopo aver parlato con gli ispettori del lavoro, è “siamo qua per voi”. Dire a qualcuno oggi queste parole è un grande atto nel mettere in fiducia l’altra persona”.
Al suo fianco, Cesare Bocci, nel ruolo dell’amico di famiglia Alessandro, un mental coach in sedia a rotelle, sopravvissuto all’incidente in cui anni prima aveva perso la vita il padre di Domenico: “La serie affronta dei fatti delicati purtroppo sempre di attualità. Interpretare questo personaggio è stata una grande responsabilità. Grazie a Salvatore che ha delineato in modo dettagliato il personaggio è stato semplice rendere in modo credibile anche la sua disabilità raccontando la storia di un uomo che ha subito un incidente e che si è rialzato perchè qualsiasi cosa possa accadere se non ti fai sopraffare dal fatto che ti ha coinvolto puoi scoprire qualcosa di nuovo nella vita. E’ stato bello interpretare questo personaggio. Alessandro nasconde un segreto riguardo la storia che ha coinvolto lui e il papà di Mimmo, che è quasi un figlio per lui, ma questi non detti creano dei dubbi nell’ispettore e nel prosieguo della serie si scoprirà il perchè … forse per amore”.
Francesca Inaudi, nel ruolo della PM Raffaella Pacini, ex compagna di liceo del protagonista e con la quale si ritroverà a lavorare nelle indagini dei casi di puntata; e la piccola Angelica Tuccini, nei panni della figlia Mimì. Arricchiscono il cast Silvia Mazzieri, nel ruolo di Eleonora Lagonegro, primo amore di Mimmo, Rosanna Gentili, nei panni della mamma di Mimmo, Carla, Matilde Bernardi, in quelli della sorella Lucrezia, e ancora, Massimiliano Galligani, ad interpretare il carabiniere Mariotti, e Barbara Enrichi, nel ruolo dell’archivista Vincenzina.
Ambientata nella splendida cornice di Lucca, con i suoi vicoli medievali avvolti nella campagna toscana e nelle aree circostanti, la serie vede il protagonista impegnato ogni giorno a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e ad indagare sui casi in cui è venuta meno. Casi liberamente ispirati a fatti realmente accaduti, di cui cercherà di scoprire le reali dinamiche e responsabilità con uno sguardo umano, imparziale e con la collaborazione di tutte le parti in causa, dai lavoratori agli imprenditori, ai sindacati, alle istituzioni.
La serie accende i riflettori su un tema tragicamente attuale sensibilizzando a una riflessione collettiva sul lavoro e sulla cultura della sicurezza come valore universale. E lo fa attraverso una figura totalmente inedita per il pubblico televisivo, un ispettore “senza pistola” – “L’altro ispettore” appunto – che possiede come armi la competenza, l’intelligenza e l’empatia per risolvere dei casi che riguardano tutta la società: sono storie di persone, di lavoratori, di famiglie, rappresentativi dell’intera comunità nazionale.
L’ispettore del lavoro Domenico Dodaro è una vera e propria leggenda: l’incorruttibile che non guarda in faccia nessuno, colui che ha contribuito a sconfiggere un’imponente rete di caporali fra la Calabria e la Basilicata. Per gli amici, però, Domenico è semplicemente Mimmo ed è il papà di Mimì, una bambina sveglia e combattiva. Appena arrivato a Lucca tenendo per mano sua figlia, l’uomo è visibilmente emozionato: per decisione della sede centrale dell’ispettorato è stato trasferito proprio nella città toscana dov’è nato e cresciuto. Questo non può che fargli bene in un momento della vita in cui deve fare i conti con la morte prematura della sua amata moglie, Laura. E, per fortuna, a Lucca, pronta ad accoglierlo e a farlo sentire a casa, c’è la sua famiglia: la madre Carla, la sorella Lucrezia con il suo nuovo ragazzo, Dissenso, e soprattutto Alessandro, amico di famiglia, che lavora come mental coach da quando si ritrova costretto in sedia a rotelle; solare e ironico, ospita Domenico e Mimì a casa sua. Alessandro era un caro amico e collega di Pietro Dodaro, padre di Mimmo, rimasto vittima di un incidente nel cantiere dove lavorava quando il nostro ispettore era solo un adolescente. Lo stesso incidente in cui Alessandro ha perso l’uso delle gambe. Quando Domenico arriva a Lucca, è evidente a tutti che in realtà è Mimì a occuparsi del padre e non viceversa. E non che questa attività risulti poco faticosa per la bambina, già abbastanza impegnata con la scuola e col suo sport preferito: il calcio. Tener testa alla distrazione del padre non è facile, soprattutto quando Domenico si porta a casa il lavoro. Ed è così che, alleandosi con il suo nuovo migliore amico Alessandro, Mimì decide di tener fede alla promessa fatta alla madre in punto di morte: far sì che Domenico trovi una nuova fidanzata. Quando Mimì conosce Raffaella – la PM con cui Mimmo collabora su ogni caso, nonché ex compagna di classe ritrovata – capisce subito che è la donna perfetta per il padre. Ma la domanda è: Mimmo lo capirà? O si farà distrarre dalle lusinghe della bella Eleonora Lagonegro, primo amore liceale, peraltro mai corrisposto? Senza contare che il protagonista, messo piede nel suo ufficio di Lucca, viene travolto da così tanto lavoro da non avere tempo per pensare ad altro. Affiancato dal simpatico carabiniere Mariotti e dalla sessantenne Vincenzina, archivista dalla memoria prodigiosa, Domenico non deluderà le aspettative legate alla fama che lo precede: saprà affrontare i casi più disparati grazie al suo infallibile metodo o, come lo chiama lui, il sapersi porre le domande giuste. Per poi indossare le sue cuffie antirumore, isolarsi dal mondo circostante e trovare le risposte che sfuggono agli altri, perché gli incidenti sul lavoro quasi mai sono opera del caso. E capirà che a volte è molto più difficile del previsto venire a capo di un’unica verità. Come quella che ha a che fare con la morte di suo padre, che dalle carte ritrovate in ispettorato, sembra nascondere altro. È stato davvero un incidente sul lavoro come gli hanno sempre raccontato? Una domanda, la più difficile di tutte, che metterà in discussione tutte le sue certezze e che si rivelerà molto pericolosa.
SINOSSI DEI CASI
SERATA 1
EPISODIO 1 – “RITORNO A CASA”
Domenico Dodaro è alle prese con una morte bianca in un cotonificio. Il sistema di sicurezza non ha protetto Karina, operaia di 19 anni, trascinata dentro il rullo di un orditoio. In un primo momento, si sospetta che la causa sia da addebitare alla mancanza di concentrazione di Karina, stanca per via gli intensivi allenamenti serali di danza. Mimmo, però, scoprirà che la verità è ben diversa.
EPISODIO 2 – “FANTASMI DAL PASSATO”
Il corpo di Habib Moradi viene ritrovato in fin di vita davanti al pronto soccorso. Date le sue condizioni fisiche, Raffaella crede si tratti di un pestaggio ma Domenico non ne è convinto, teme si possa trattare di un incidente sul lavoro: una tragica caduta dall’alto, forse da un ponteggio. Grazie alla tenacia nel nostro ispettore, l’incidente getterà luce su un problema molto più complesso.
di Francesca Monti
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