Le Ong ambientaliste: «L’Autorità di vigilanza critica i passi indietro antidemocratici di Bruxelles in materia di clima»

Novembre 30, 2025 - 16:30
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Le Ong ambientaliste: «L’Autorità di vigilanza critica i passi indietro antidemocratici di Bruxelles in materia di clima»

All’inizio di quest’anno, una coalizione di otto Ong ha presentato una denuncia all’Autorità di vigilanza dell’Ue in merito al processo che ha portato all’adozione del primo pacchetto Omnibus, che mirava a indebolire le principali leggi sulla responsabilità delle imprese, tra cui la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità delle imprese (Csddd) e quella sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (Csrd). La denuncia è stata presentata da ClientEarth, Anti-Slavery International, BirdLife Europa e Asia Centrale (Lipu in Italia), Clean Clothes Campaign, European Coalition for Corporate Justice, Friends of the Earth Europe, Global Witness, Notre Affaire À Tous e T&E (Transport & Environment), che hanno lanciato l’allarme sui «processi antidemocratici e opachi della Commissione che hanno privilegiato gli interessi delle imprese rispetto al benessere pubblico e ambientale».

 L’indagine condotta in seguito a questo esposto dal Mediatore europeo ha portato a dure critiche nei confronti della Commissione europea per aver limitato la consultazione delle parti interessate richiesta dai trattati dell’Ue, organizzando riunioni dominate dai rappresentanti dell’industria ed escludendo di fatto la maggior parte degli attori della società civile; e anche per non aver fornito prove dell’avvenuta valutazione della compatibilità con il clima richiesta dalla legge europea sul clima.

Se da un lato Bruxelles ha presentato una proposta legislativa di modifica della Csddd e della Csrd senza valutazione d’impatto (il 26 febbraio 2025) accompagnandola da un memorandum esplicativo in cui si sottolinea che la Commissione non ha preparato una valutazione d’impatto a causa del fatto che «la questione della competitività [è] di urgenza critica in quanto influenza direttamente la capacità dell'Unione europea di raggiungere una crescita economica sostenibile e mantenere la sua posizione nel mercato globale», il Mediatore europeo ha ricordato due questioni. La prima: in base alla giurisprudenza comunitaria, la Commissione europea è sì «un attore chiave nel processo legislativo» e in linea di principio ha il diritto esclusivo di avviare il processo legislativo dell’Ue presentando proposte legislative; inoltre vero «la Commissione ha ampia discrezionalità nell’esercizio di questo potere, poiché la sua azione comporta scelte politiche, economiche e sociali, nonché valutazioni e valutazioni complesse». Ha però aggiunto l’Ombudsman: «Deve, tuttavia, essere in grado di dimostrare di aver considerato tutti i fattori, le circostanze e le prove rilevanti. La Commissione è inoltre vincolata dal principio di trasparenza e dall’obbligo basato sul Trattato di prendere decisioni “il più apertamente e il più vicino possibile al cittadino”. A tal fine, la Commissione è tenuta a condurre ampie consultazioni con le parti interessate al fine di garantire che le azioni dell’Unione siano coerenti e trasparenti».

Sulla base di tutto ciò, il Mediatore europeo ha rilevato che la Commissione Ue non ha agito a dovere nella sua preparazione dell’Omnibus I sulla sostenibilità e neanche sulla «semplificazione» della Pac 2024. «Mentre la raccomandazione del Mediatore europeo non può fermare questo fascicolo legislativo, essendo solo di natura consultiva – spiega “The good lobby”, organizzazione civica no-profit che promuove la democrazia e la partecipazione cittadina – ha importanti implicazioni per l’intero programma di semplificazione sollevando preoccupazioni di legalità in relazione ai molti altri omnibus a venire (e alle probabili sfide legali che saranno portate contro di loro)».

E cantano vittoria anche le associazioni ambientaliste che a inizio anno si erano subito mosse contro il depotenziamento delle direttive Csrd e Csddd. «La decisione odierna è un duro colpo per l'Omnibus – dichiarano BirdLife e ClientEarth, insieme a Anti-Slavery International, Clean Clothes Campaign, European Coalition for Corporate Justice, Friends of the Earth Europe, Global Witness, Notre Affaire À Tous e T&E (Transport & Environment) -  La Commissione non ha rispettato gli standard di trasparenza, prova e consultazione richiesti dal diritto dell'Ue. L'adozione di una legge basata su una base così imperfetta solleverebbe seri dubbi sulla sua validità giuridica. I responsabili politici devono ora garantire che venga completata una valutazione d'impatto completa e che qualsiasi accordo politico sia fondato su prove e in linea con gli obiettivi climatici dell'Ue. Se ciò non può essere garantito, la Commissione dovrebbe ritirare la sua proposta. Ciò vale non solo per il primo Omnibus, ma anche per tutti gli altri pacchetti proposti o pianificati».

le Ong intimano alla Commissione Ue di «porre fine all’uso di processi antidemocratici che negli ultimi mesi sono stati messi in atto al fine di indebolire le norme a tutela dell’ambiente e della biodiversità, in particolare attraverso i pacchetti omnibus di semplificazione attualmente in corso». Una richiesta che fa seguito al fatto che la Mediatrice Teresa Anjinho ha constatato esattamente che la gestione da parte della Commissione europea dell’Omnibus I sulle norme di sostenibilità delle imprese e della «semplificazione» della Politica agricola comune (Pac) del 2024 ha violato i principi fondamentali di buona amministrazione, tra cui la trasparenza, l'inclusività e l'elaborazione di leggi basate su dati concreti.

«La Mediatrice chiarisce che la Commissione europea non può abbassare gli standard ambientali in totale impunità e che le decisioni devono essere supportate da dati scientifici e fatti oggettivi -– afferma Anaïs Berthier, responsabile di ClientEarth a Bruxelles - Non siamo nel Far West: le istituzioni dell'UE devono seguire i principi democratici fondamentali. In un momento in cui i leader politici dell'UE sono sotto pressione da parte delle potenze straniere e delle lobby aziendali affinché smantellino le protezioni che garantiscono a noi e ai nostri figli una vita sana in un ambiente sicuro – prosegue Berthier - questa decisione è un promemoria fondamentale del fatto che la Commissione non è al di sopra della legge. Conferma che deve rispettare le linee guida per una migliore regolamentazione, la legge sul clima dell'Ue e svolgere valutazioni adeguate. La società civile e la parte progressista dell'industria non devono essere messe da parte: occorre dare loro lo spazio necessario per contribuire in modo significativo».

Il pronunciamento dell’Ombudsman riguarda anche una vicenda innescata nel 2024, quando ClientEarth e BirdLife Europe and Central Asia hanno lanciato l’allarme sul fatto che la Commissione stava aggirando il processo democratico per introdurre un indebolimento dei requisiti ambientali fondamentali nella Politica agricola comune (Pac), tra le proteste degli agricoltori. La Mediatrice ha infatti ora riscontrato che le modifiche «urgenti» della Commissione erano state affrettate e prive di un’adeguata valutazione d’impatto o di una giustificazione scientifica. Ha ritenuto «discutibile» che la consultazione fosse limitata a quattro sindacati agricoli e si svolgesse a porte chiuse, ignorando il contributo più ampio del pubblico e della società civile, e ha respinto il parere di altri membri del pubblico. La Commissione ha persino sostenuto che le Ong ambientaliste non sarebbero state interessate dalle modifiche alla Pac e quindi non era necessario consultarle, affermazione che la Mediatrice ha fermamente respinto. In realtà, queste organizzazioni avrebbero dovuto partecipare al processo fin dall'inizio.

«La Mediatrice – dichiarano ClientEarth e BirdLife Europa e Asia Centrale - conferma ciò che abbiamo affermato fin dall’inizio: la Commissione ha aggirato i processi democratici fondamentali per indebolire le protezioni ambientali nell'ambito della Pac, utilizzando l'”urgenza" come scusa.

La Commissione non può eludere la democrazia solo per alimentare gli interessi dei principali attori della lobby degli agricoltori. Nessuno dovrebbe essere al di sopra della legge. I responsabili politici devono garantire negoziati pienamente trasparenti e basati su dati concreti che includano tutte le parti interessate, comprese le Ong ambientaliste. Con molti altri pacchetti omnibus in arrivo che avranno un impatto sulla protezione ambientale a tutti i livelli, la Commissione ha ricevuto un messaggio».

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