Perché è ancora possibile accedere a molti siti porno senza verifiche dell’età?
Il 12 novembre sarebbero dovute entrare in vigore le verifiche dell’età per accedere ai siti pornografici, ma il sistema non è ancora operativo. Ad oggi, infatti, è ancora possibile visualizzare contenuti per adulti con una semplice autocertificazione: un click e la navigazione prosegue senza alcuna barriera. Le 45 piattaforme individuate dall’Agcom il 31 ottobre hanno ancora tempo per adeguarsi alle norme introdotte dal Decreto Caivano.
A chiarire la situazione è stata la stessa Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che in una nota ha spiegato che non si tratta di una proroga, bensì di un periodo tecnico necessario per permettere l’adeguamento dei sistemi informatici. Nel testo ufficiale si legge che i siti “stabiliti in Italia devono dotarsi di sistemi di verifica della maggiore età entro sei mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento”, ovvero dal 12 novembre. Per i portali “che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico, ma non stabiliti in Italia” il termine è fissato a tre mesi dalla pubblicazione della lista, con scadenza al 1° febbraio 2026.
L’elenco dei siti e le piattaforme coinvolte
Nell’elenco pubblicato dall’Agcom il 31 ottobre figurano i siti porno più noti, come Pornhub, YouPorn e RedTube, ma anche portali minori o piattaforme miste come OnlyFans, che non ospitano esclusivamente contenuti esplicitamente sessuali. L’elenco, ancora parziale, sarà ampliato nei prossimi mesi per includere altri domini che diffondono materiale per adulti accessibile ai minori.
L’obiettivo della normativa è tutelare i minorenni e responsabilizzare i gestori dei portali, imponendo controlli più rigidi sull’identità degli utenti. Tuttavia, le difficoltà tecniche e i timori per la gestione dei dati personali hanno rallentato l’attuazione delle nuove regole, generando confusione e ritardi.
Il sistema del doppio anonimato e il futuro digitale europeo
Il modello previsto per l’Italia si basa sul “doppio anonimato”, un sistema che separa completamente chi verifica l’età da chi gestisce i contenuti. In pratica, l’utente dovrà passare per un sito o un’applicazione di identificazione gestita da “un soggetto terzo, indipendente e di comprovata autorevolezza”. Nel caso di accesso da smartphone, il sito porno richiederà di scaricare un’app certificata, che genererà un codice univoco, o “token”, a conferma della maggiore età. Il portale dei contenuti non saprà chi è l’utente, e l’app di verifica non saprà per quale sito viene usato il codice: un equilibrio pensato per proteggere la privacy.
Tra le soluzioni in esame vi è anche un’applicazione promossa dalla Commissione europea, attualmente in fase di test in cinque Paesi, tra cui l’Italia. L’Agcom punta a renderla operativa entro la fine del 2025, per poi integrarla nel portafoglio digitale europeo insieme a documenti come la patente e la carta d’identità elettronica, accessibili tramite riconoscimento biometrico di impronta o retina.
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