Ponte sullo Stretto, Federconsumatori: “Opera inutile, saremo al corteo”

Novembre 30, 2025 - 01:49
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Ponte sullo Stretto, Federconsumatori: “Opera inutile, saremo al corteo”

Sarà presente anche Federconsumatori al corteo del 29 novembre a Messina contro il ponte sullo Stretto. “Non possiamo ignorare le tante criticità ambientali, economiche e relative alla sicurezza statica e dinamica dell’opera”, fa sapere l’associazione con una nota. A destare perplessità, in particolare, sono “i conti economici più volte bocciati dalla Corte dei Conti”. Per Michele Carrus, presidente di Federconsumatori, “le risorse previste per questa infrastruttura potrebbero essere destinate a contrastare la povertà energetica e la povertà alimentare“. Gli fa eco il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa, che a LaPresse spiega come l’opera sia “non solo sbagliata, ma anacronistica“. Il progetto approvato dal Ministero dei Trasporti presenta troppe incertezze, “anche tecniche”, racconta. “Si continua a ripetere che il ponte sarebbe decisivo per lo sviluppo del Sud, ma forse poteva avere un senso negli anni Settanta. Oggi l’economia moderna si muove su tutt’altre infrastrutture”.

Ponte sullo Stretto, Federconsumatori: “Opera inutile, saremo al corteo”
Il sottosegretario Alessandro Morelli, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e l’ad della società Stretto di Messina Pietro Ciucci durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto da parte del Cipess, Roma, Mercoledì 6 Agosto 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

La Rosa aggiunge che “basterebbe dividere i quasi 14 miliardi destinati al ponte: metà alla Sicilia e metà alla Calabria. Con 7 miliardi a Regione, investiti su strade, autostrade e ferrovie, i risultati sarebbero immediati e concreti”. Secondo il presidente regionale, infatti, il ponte non serve oggi e non servirà neppure in futuro. “È impensabile muoversi in auto, e persino in treno i collegamenti interni sono lentissimi: da Palermo a Catania ci vogliono più di tre ore di viaggio“. A ciò si aggiunge il tema della mobilità aerea: servirebbe un piano voli ad alta frequenza con costi calmierati. In Sardegna, l’altra grande isola italiana, i residenti hanno agevolazioni economiche. La Rosa ricorda anche le preoccupazioni dei cittadini: “Molti temono espropri, cantieri interminabili e l’idea di vedersi cancellare ciò per cui hanno lavorato una vita”.

Ponte sullo Stretto, un’opera sempre più in bilico

Il progetto Ponte sullo Stretto – pensato per collegare Calabria e Sicilia – si trova oggi in una situazione di crescente incertezza, rispetto agli iniziali entusiasmi politici. Il 29 ottobre 2025 la Corte dei Conti ha infatti negato il visto di legittimità alla delibera che dava l’ok definitivo all’opera. E il 17 novembre la Corte ha respinto anche l’atto che avrebbe formalizzato la convenzione tra il Ministero e la società concessionaria del ponte. Il motivo? Nella delibera si segnalano gravi irregolarità procedurali, dubbi su costi reali e sulle coperture finanziarie, nonché carenze nelle garanzie ambientali e normative. Secondo la Corte, l’intero progetto avrebbe violato normative europee fondamentali, in particolare la direttiva sulla tutela degli habitat naturali e seminaturali. Inoltre, punti critici riguardano la mancanza di un piano tariffario credibile e trasparente, un piano economico-finanziario insostenibile e un iter di gara e concessione che presenta modifiche sostanziali rispetto all’originario appalto, rendendo dubbia la legittimità stessa del progetto.

“Giù le mani dallo Stretto”

Alla bocciatura della Corte dei Conti ha fatto seguito una mobilitazione che vede unite associazioni ambientali, sindacati, comitati locali, partiti politici e cittadini. Più di 80 organizzazioni hanno aderito al “Corteo No Ponte 29 Novembre 2025” a Messina, con lo slogan “Giù le mani dallo Stretto”. Nel mirino non c’è solo il Ponte in sé, ma la scelta politica di destinare decine di miliardi a un’opera che, secondo i promotori della protesta, non risolverebbe i problemi reali del Sud: trasporti locali, reti ferroviarie, viabilità interna, servizi, economia del territorio. Anzi, il sindacato CGIL sottolinea il rischio concreto che l’opera possa danneggiare la già fragile economia del Mezzogiorno, per esempio compromettendo lo sviluppo di porti strategici come quello di Gioia Tauro.

A che punto siamo: ponte o stop definitivo?

Al momento, la decisione della Corte dei Conti rappresenta un freno concreto e forse decisivo. Le motivazioni ufficiali – rispetto dell’ambiente e trasparenza economica – sono molto pesanti e difficili da ignorare. Il Governo, nonostante le resistenze, sembra però intenzionato a proseguire. Mentre l’opposizione pubblica cresce e mette in discussione non soltanto il Ponte, ma l’intero paradigma di “grandi opere faraoniche” come risposta alle esigenze infrastrutturali del Paese. Per i promotori del no, la posta in gioco è chiara: quei fondi, decine di miliardi, andrebbero investiti in infrastrutture realmente utili per il Sud, piuttosto che in un progetto che, secondo molte analisi, rischia di restare un buco nero di risorse pubbliche.

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