SOS Malnate, le nuove sfide del soccorso tra formazione e bodycam

Nella nuova puntata del podcast Soci All Time di Radio Materia, il protagonista è Marco Cavallasca, responsabile della formazione dell’associazione di mutuo soccorso SOS Malnate. Una realtà storica del territorio, nata nel 1982 e ancora oggi attivissima nel Varesotto per il trasporto sanitario e gli interventi di emergenza-urgenza. L’associazione è stata la protagonista della diretta di mercoledì della trasmissione realizzata in collaborazione con CSV Insubria.
Nel corso dell’intervista, Cavallasca ha raccontato con precisione e passione cosa significa entrare a far parte del mondo del soccorso: un impegno serio, regolato dalla normativa della Regione Lombardia, che prevede centinaia di ore di formazione, tirocinio sul campo e due moduli didattici. Solo al termine di questo percorso si ottiene la certificazione regionale che permette di operare in ambulanza.
Come si diventa soccorritori
Diventare soccorritori non è solo una scelta di volontariato: è una vera e propria formazione professionale. «Il corso – spiega Cavallasca – è impegnativo, serve tempo e dedizione, ma soprattutto serve motivazione. Non si tratta solo di imparare delle manovre, ma di allenare la mente a reagire con lucidità in situazioni complesse e a gestire le emozioni».
Il percorso formativo, infatti, si sviluppa in due moduli didattici, ognuno dei quali è seguito da un esame. In parallelo si svolgono numerose ore di tirocinio a bordo delle ambulanze. «La Regione Lombardia – aggiunge – stabilisce standard rigorosi per garantire la sicurezza di tutti, operatori e pazienti».
Una scelta che cambia anche chi la fa
Nonostante la fatica e il tempo richiesto, Cavallasca sottolinea che la ricompensa non è solo simbolica. «A volte basta uno sguardo, una parola detta al momento giusto da una persona che hai aiutato, per ricordarti perché lo fai – racconta –. La gratitudine inaspettata è una forza che ti riempie e ti dà la spinta per continuare».
Nuove sfide, nuove soluzioni
Tra le sfide di oggi, Cavallasca non nasconde le difficoltà. Una su tutte: il crescente rischio di aggressioni verso il personale sanitario durante gli interventi. «È una realtà che non possiamo ignorare – spiega –. Per questo abbiamo introdotto l’uso di bodycam, che rappresentano una forma di tutela sia per noi che per i cittadini».
L’appello: “Abbiamo bisogno di nuove forze”
In chiusura, un messaggio chiaro: servono volontari. «SOS Malnate è un’associazione viva grazie alle persone che la compongono – conclude Cavallasca –. Chi decide di unirsi a noi fa un gesto concreto per la comunità. Abbiamo bisogno di nuove energie per garantire la continuità di un servizio essenziale».
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