Un cucchiaino al giorno di una popolare spezia potrebbe aiutare a ridurre il colesterolo
Mantenere sotto controllo il colesterolo e il peso corporeo è una priorità quando si parla di prevenzione cardiovascolare. E mentre dieta equilibrata, attività fisica e terapia prescritta dal medico restano le basi, la ricerca continua a indagare possibili supporti naturali. L’ultimo spunto arriva da uno studio pubblicato su Food Science & Nutrition, che ha analizzato gli effetti della polvere di semi di cumino nero (o Nigella sativa) su colesterolo, accumulo di grassi e processi cellulari legati all’obesità.
I risultati non promettono miracoli, ma aprono una pista interessante: secondo gli autori, 5 grammi al giorno di questo seme potrebbero contribuire a migliorare alcuni parametri lipidici.
Cosa hanno scoperto gli scienziati in laboratorio

La prima parte dello studio si è svolta in vitro, per capire come gli estratti del cumino nero interagiscono con i precursori delle cellule adipose. I ricercatori hanno osservato che l’estratto contiene 23 acidi grassi – per lo più insaturi – e un’elevata presenza di fenoli e flavonoidi, molecole note per il loro potere antiossidante.
Un ruolo centrale sembra giocarlo il timochinone, composto bioattivo tipico del cumino nero e già noto in letteratura per le sue proprietà antinfiammatorie.
Quando i preadipociti sono stati esposti all’estratto, gli studiosi hanno notato un minore accumulo di lipidi e una riduzione dell’attività di un enzima chiave nella formazione dei trigliceridi. In altre parole, le cellule trattate sembravano “riempirsi di grassi” più lentamente. Anche alcune proteine coinvolte nella maturazione delle cellule adipose risultavano meno espresse.
Si tratta di dati preliminari, ma suggeriscono che il cumino nero potrebbe interferire con i meccanismi che portano all’accumulo di tessuto adiposo.
Lo studio sull’uomo: 5 grammi al giorno per 8 settimane
La parte più interessante per la pratica quotidiana riguarda il piccolo studio clinico: 42 adulti con sovrappeso o obesità e livelli di colesterolo alti o borderline sono stati divisi in due gruppi. Uno ha assunto 5 grammi di polvere di semi di cumino nero al giorno per otto settimane; l’altro non ha ricevuto alcun integratore.
Alla fine del periodo di osservazione, nel gruppo che aveva assunto il cumino nero si è registrata una riduzione di:
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colesterolo totale
-
colesterolo LDL (quello “cattivo”)
-
trigliceridi
E, allo stesso tempo, un aumento del colesterolo HDL (quello “buono”).
Nessun cambiamento significativo è stato osservato nel gruppo di controllo.
Un aspetto curioso riguarda l’aumento dell’appetito registrato nel gruppo che assumeva il cumino nero: non un effetto desiderato in chi vuole perdere peso, ma neppure un segnale di rischio, perché non sono emersi effetti collaterali rilevanti.
Un seme dalle molte potenzialità, ma servono conferme
Diversi esperti, pur riconoscendo l’interesse dei risultati, sottolineano che la prudenza è d’obbligo. Lo studio è infatti di piccole dimensioni, dura solo otto settimane e manca un vero placebo, fattore che può aumentare il rischio di bias. Inoltre, l’analisi statistica – come evidenziato dagli esperti indipendenti – avrebbe potuto essere più robusta.
Resta il fatto che il cumino nero è già stato associato in passato a effetti positivi su infiammazione, glicemia e metabolismo.
Secondo alcuni nutrizionisti citati nella ricerca, ciò che sappiamo finora è che i suoi composti bioattivi sembrano:
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modulare l’espressione genetica delle cellule adipose
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ridurre gli enzimi coinvolti nella sintesi dei grassi
-
diminuire l’accumulo di trigliceridi
-
migliorare alcuni parametri lipidici in tempi relativamente brevi
Non si tratta di una “cura naturale” né di un sostituto delle terapie tradizionali, ma di un possibile supporto aggiuntivo, da valutare sempre con il proprio medico.
Dovresti provare il cumino nero?
La scienza, ad oggi, suggerisce prudenza: il cumino nero può essere un aiuto, ma non sostituisce una dieta equilibrata, l’attività fisica o eventuali trattamenti prescritti. Inoltre, le dosi usate negli studi potrebbero non essere adatte a tutti, soprattutto per chi assume farmaci o ha patologie croniche.
Ciò che è certo è che questo seme, utilizzato da secoli in diverse tradizioni, sta dimostrando un potenziale interessante nel campo della salute cardiometabolica. Ora servono studi più ampi, più lunghi e più rigorosi per capire davvero quanto possa essere efficace.
L'articolo Un cucchiaino al giorno di una popolare spezia potrebbe aiutare a ridurre il colesterolo proviene da Blitz quotidiano.
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