Università Bologna nega apertura corso per allievi ufficiali. Meloni: “Lede doveri costituzionali”

Dicembre 2, 2025 - 19:00
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Università Bologna nega apertura corso per allievi ufficiali. Meloni: “Lede doveri costituzionali”

Il corso di studi in Filosofia per gli allievi ufficiali dell’Esercito si farà, non a Bologna ma in un’altra sede universitaria. Ad assicurarlo è la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, dopo aver visitato l’Accademia militare di Modena e dopo una nuova giornata di polemiche segnata dall’attacco della premier Giorgia Meloni all’ateneo bolognese. La presidente del Consiglio tuona contro “la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna di negare l’attivazione di un percorso di studi per i giovani ufficiali dell’Esercito Italiano”, definendolo “un atto incomprensibile e gravemente sbagliato. Non si tratta solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia dell’Università. L’Ateneo, in quanto centro di pluralismo e confronto, ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale, restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici”, aggiunge Meloni, sottolineando che “arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche è un fattore strategico che qualifica ulteriormente il servizio che essi rendono allo Stato” e condannando “fermamente ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l’interesse nazionale”.

Il chiarimento di UniBo

A poco serve l'”ulteriore chiarimento” dato dall’Università di Bologna, che afferma di non aver “mai ‘negato’ né ‘rifiutato’ l’iscrizione a nessuna persona. Come per tutti gli Atenei italiani, chiunque sia in possesso dei necessari requisiti può iscriversi liberamente ai corsi di studio dell’Ateneo, comprese le donne e gli uomini delle forze armate. Si ricorda, inoltre, che l’Università di Bologna collabora stabilmente con l’Accademia militare di Modena, ai cui allievi, in virtù di specifici accordi ormai ventennali, sono riservati posti presso il Corso di laurea in medicina Veterinaria“. L’ateneo poi precisa: “Il tema oggetto di discussione riguarda non l’accesso ai corsi, bensì una richiesta di attivazione proveniente dall’Accademia, anche in virtù delle collaborazioni pregresse, per un percorso triennale di studi in Filosofia strutturato in via esclusiva per i soli allievi ufficiali“, e dopo aver valutato “la sostenibilità didattica, la disponibilità di docenti, la coerenza con l’offerta formativa e l’insieme delle risorse necessarie, che vanno ben oltre il costo di eventuali contratti di docenza“, si è deciso “di non procedere, allo stato dei fatti, alla deliberazione sull’attivazione del nuovo percorso”. Percorso che quindi non si terrà nel capoluogo emiliano, come sembra confermare Bernini a margine della visita all’Accademia di Modena: “L’autonomia universitaria significa anche responsabilità. Per questo mi impegno, nel pieno rispetto di questa autonomia e con un forte senso di responsabilità, a garantire non solo l’attivazione del corso, ma anche un passo in più: ho proposto la creazione di un gruppo interforze delle università dell’Emilia-Romagna, guidato dall’Ateneo di Modena-Reggio Emilia, per rispondere in modo efficace alle esigenze formative degli allievi dell’Accademia“.

Opposizione all’attacco

All’attacco va invece l’opposizione, con il Pd che giudica “surreale che la Presidente Meloni, alla continua ricerca di diversivi rispetto alla sua concreta attività di governo, oggi trovi il tempo e il modo di attaccare l’Università di Bologna” mentre “gli organi dell’ateneo hanno già chiarito che l’Università già collabora per altri corsi con l’Accademia militare senza alcuna preclusione, oltre a essere ovviamente aperto e interessato all’iscrizione degli allievi ufficiali ai corsi che si tengono in ateneo”, sottolinea Alfredo D’Attorre, responsabile Università e ricerca nella segreteria nazionale del Pd. “Giorgia Meloni invece di alzare polveroni intimidatori contro l’università di Bologna al semplice scopo di fare un po’ di propaganda dozzinale pur di sviare dai problemi del Paese che il suo governo non riesce ad affrontare, faccia la presidente del Consiglio e sostenga piuttosto l’istruzione, gli atenei e la ricerca pubblica sempre più in difficoltà grazie ai mancati interventi proprio del suo governo, a cominciare dal reperimento delle risorse per dare stabilità e prospettive ai circa 30mila precari della ricerca“, accusa Nicola Fratoianni di Avs.

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Redazione Redazione Eventi e News