Villalago, il borgo sospeso tra eremi, laghi turchesi e silenzi d’Abruzzo
Villalago si innalza su una cresta rocciosa a quasi 1.000 metri di altitudine, una posizione strategica dalla quale il grazioso abitato medievale domina un territorio profondamente modellato dall’acqua fin da epoche remote, come suggerisce la stessa denominazione latina, Valle de Lacu, che ricorda l’antica presenza di numerosi bacini lacustri; oggi, questi sono ridotti a tre specchi principali affiancati da sorgenti che filtrano tra rocce e boschi, trasformando l’intero paesaggio in un suggestivo anfiteatro naturale che si apre verso crinali, gole e terrazze erbose, rivelandosi uno dei panorami più emozionanti dell’Abruzzo.
Il primo nucleo abitato fu impostato nell’XI secolo dai monaci benedettini con criteri di difesa e vita comunitaria, e in seguito le famiglie feudali plasmarono l’assetto urbano fino a trasformarlo in un piccolo fortilizio appenninico, le cui tracce sono ancora adesso evidenti negli archi, nelle scalinate e nelle torri del centro storico; tutt’intorno, nel mosaico di laghi in cui si riflettono le montagne, non è raro scorgere cervi e altri ungulati scendere dalle foreste per abbeverarsi, una circostanza che gli ha conferito l’appellativo di “Borgo dei Cervi“.
Cosa vedere a Villalago
È inutile girarci intorno: un territorio così ricco richiede uno sguardo paziente e attento. Oltre all’equilibrio tra natura e architettura storica, il paese è un susseguirsi di sorprese, grazie a un passato complesso e a una rete di luoghi che raccontano vicende spirituali, artigianali e militari.
Il borgo storico
Il cuore di Villalago appare fitto di vicoli lastricati, archi di sostegno detti suppuort, stemmi in pietra appartenenti a famiglie del tardo medioevo e piazzette che fanno posare lo sguardo su scorci inattesi. Il villaggio è puntellato di case costruite in blocchi calcarei ma che, come per magia, mantengono ancora la tessitura originaria.

L’impianto urbano, disposto a terrazze successive, richiama la logica difensiva dei borghi incastonati tra le montagne, mentre passeggiando si incontrano edifici che vale la pena fermarsi a osservare. Ne è un esempio la Chiesa parrocchiale della Madonna di Loreto, risalente al XIV secolo, che conserva un portale quattrocentesco recuperato grazie a restauri recenti e che custodisce reliquie legate al santo benedettino.
Più in alto si trova la Chiesa dedicata all’Arcangelo, legata alla presenza longobarda in zona, in cui un affresco con il Cristo Pantocratore campeggia sopra l’ingresso. La piccola Chiesa dell’Addolorata, un tempo cappella privata, custodisce una miniatura settecentesca di grande pregio. Infine la Chiesa detta Santa Maria, che presenta una finestra circolare decorata da un raffinato traforo rinascimentale.
Rocca e Torrione
Nella parte superiore dell’abitato emerge con fierezza la Rocca medievale, nata per controllare le vie di accesso alla Valle del Sagittario. La sua struttura è rimasta in parte leggibile grazie alla conservazione del Torrione cilindrico, caratterizzato da aperture ridotte per scopi difensivi.
Ma non è di certo tutto, perché guardando bene ci si rende conto che le fondamenta di una torre secondaria sono state trasformate in un punto panoramico particolarmente ampio, mentre all’interno dell’area fortificata sono presenti esposizioni dedicate ai mestieri tradizionali, con strumenti appartenuti a pescatori, mugnai e pastori.
C’è poi un antico mulino restaurato che, ancora oggi, è la culla di una gualchiera impiegata per la lavorazione dei tessuti, offrendo un quadro preciso del mondo artigianale locale.
Lago di San Domenico
In pochi minuti dal centro del paese si può raggiungere il Lago di San Domenico, un prezioso bacino artificiale creato nel 1929 che occupa una gola profonda scavata dal Sagittario nel corso di millenni. Si presenta con maestose pareti calcaree che scendono quasi verticali, amplificando conseguentemente l’effetto scenografico.
Da queste parti l’acqua varia dal verde intenso all’azzurro lattiginoso in base alla luce, e una passerella costeggia l’antico (e maestoso) ponte ad archi ancora conservato sotto il livello del lago. Procedendo lungo la passerella si raggiunge un porticato medievale che introduce alla chiesetta legata all’eremita benedettino vissuto attorno all’anno Mille, con importanti tele in cui compaino episodi considerati miracolosi, con la presenza di lupi, serpenti e piante simboliche della tradizione agricola.
Parliamo quindi di un posto che permette di comprendere meglio la scelta dell’eremita, che trovò in queste gole un rifugio appartato fatto di pareti scoscese, sorgenti nascoste e lunghi silenzi.
Eremo di San Domenico
L’Eremo di San Domenico si mostra compatto e armonico, caratterizzato da un portale ornato da motivi riconducibili a influssi bizantini. Una bifora scolpita si apre verso il lago e incornicia l’intero anfiteatro naturale. L’interno presenta invece una navata unica che è la culla di dipinti e iscrizioni di epoche diverse.
Un quadro architettonico essenziale ma affascinante, al punto da trovare un seguito diretto nelle testimonianze popolari: secondo la tradizione, il monaco cercò riparo proprio in questi ambienti prima di spostarsi verso altri punti dell’Italia centrale.
Nei racconti trasmessi nel tempo compaiono animali selvatici e guarigioni considerate straordinarie, elementi che si legano alla dimensione austera dell’edificio e alla sua posizione appartata.
Lago Pio
Infine il Lago Pio, un piccolo bacino naturale che viene alimentato da cunicoli sotterranei collegati al Lago di Scanno. Dall’origine carsica e una profondità contenuta, ha una conformazione che attira uccelli migratori e fauna selvatica, così come i cervi che raggiungono spesso le sue acque con sorprendente tranquillità.
Con un po’ di fortuna la magia è assicurata: interi branchi scendono dai versanti, si abbeverano e attraversano le rive senza esitazioni, regalando uno spettacolo raro nell’Appennino.
Lungo le sponde sono state installate statue in legno e metallo raffiguranti animali tipici della Riserva Naturale del Lago di San Domenico e del Lago Pio, con Qrcode dedicati ai comportamenti corretti in presenza della fauna e a informazioni utili per comprendere il funzionamento dell’ecosistema.
Come arrivare a Villalago
Il centro di Villalago, in provincia dell’Aquila, è connesso alla viabilità della Valle del Sagittario tramite una strada panoramica che sale tra curve regolari e brevi rettilinei. Il Lago Pio si raggiunge facilmente dal centro in pochi minuti attraverso un percorso pedonale.
Il bacino di San Domenico, invece, è accessibile tramite sentieri ombreggiati o percorrendo la strada che segue il corso del Sagittario. È bene sapere, tuttavia, che i parcheggi sono limitati. Per questo motivo, conviene valutare l’opzione pedonale in modo da evitare sanzioni.
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