I Giubilei delle religiose



Sabato 17 maggio, alle 10:30, presso la Basilica di Sant’Ambrogio, l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, presiederà la solenne celebrazione degli anniversari di Vita consacrata. L’occasione è quanto mai speciale: rendere grazie al Signore per il dono prezioso di coloro che, nel corso di quest’anno, raggiungono traguardi giubilari di consacrazione, continuando a vivere un percorso di fede e dedizione lungo 15, 25, 50, 60, 70 anni e persino oltre.
Nella somma degli anni di servizio ci sono storie belle, intessute di dedizione incondizionata, di una consegna totale al progetto di Dio e di un’appartenenza profonda alla comunità ecclesiale. Ogni anniversario rievoca quel «sì» pronunciato con intima convinzione anni prima, un’adesione rinnovata e riconfermata innumerevoli volte, in contesti geografici e umani differenti. Per alcune di queste donne di fede, il cammino le ha condotte lontano dalla terra natale, in altri angoli del mondo, portando con sé il seme del Vangelo e la testimonianza di una vita offerta.
Fedeltà e gioia
Queste esistenze, plasmate dall’esperienza del lavoro quotidiano, talvolta segnate dalla fragilità della malattia e persino attraversate da momenti di crisi e di dubbio, testimoniano una fedeltà gioiosa. Una fedeltà che si concretizza nell’insegnamento, trasmettendo il sapere e i valori cristiani alle nuove generazioni; nell’assistenza premurosa agli anziani, custodi della memoria e portatori di saggezza; nel servizio instancabile ai poveri e agli emarginati, volti sofferenti di Cristo; nella cura amorevole degli ammalati, alleviando le loro sofferenze nel corpo e nello spirito. Oggi consacrate e consacrati cantano il loro Magnificat per il grande dono di appartenere al Signore.
Aspirare alla santità
Nella lettera di invito rivolta alle consacrate e ai consacrati, monsignor Delpini sottolinea la particolare risonanza di questa celebrazione nel contesto dell’anno santo del Giubileo. Lo definisce un tempo privilegiato, un «tempo dello stupore» di fronte alla grandezza dell’amore divino, un «tempo dell’invocazione» per implorare nuove effusioni di grazia, un «tempo della memoria» per ripercorrere con gratitudine il cammino compiuto, e un «tempo della speranza» per protendersi con fiducia verso il futuro. In questo tempo di grazia, la celebrazione degli anniversari di consacrazione non è un evento casuale o una semplice coincidenza, bensì un pressante invito rivolto a ciascuna e a ciascuno ad aspirare alla santità, a conformare la propria vita al modello di Cristo.
I numeri
Questo momento di profonda spiritualità e di sentita riconoscenza vuole celebrare il prezioso contributo che le consacrate hanno offerto e continuano a offrire con generosità e dedizione alla comunità ecclesiale. Saranno 135 le festeggiate, di 27 congregazioni diverse, a testimonianza della ricchezza e della varietà del carisma della vita consacrata. Tra loro, numerose sorelle internazionali che vivono in diocesi, segno dell’universalità della Chiesa, e sorelle italiane, alcune delle quali hanno superato con gioia e fedeltà il traguardo dei settant’anni di appartenenza a Cristo; la più longeva ha 104 anni. A pregare con loro ci saranno consorelle, sacerdoti, parenti, amici, parrocchiani, colleghi. Insieme a festeggiare e ringraziare per il dono della loro vita donata.
Nel segno della fraternità
Le letture bibliche della celebrazione eucaristica sono della V Domenica di Pasqua e provvidenzialmente offrono una bella riflessione sul significato profetico della vita consacrata nel mondo contemporaneo. Illuminano aspetti essenziali della sequela: la comunione fraterna; la carità operosa; l’amore reciproco, vissuto sul modello dell’amore stesso di Gesù.
Questi temi rinnovano l’invito, sempre urgente e attuale a vivere con radicalità il Vangelo, a incarnare nella propria esistenza i valori del Regno di Dio, a costruire comunità fraterne autentiche, luoghi di accoglienza e di cura reciproca, dove la condivisione dei beni materiali e spirituali sia una realtà concreta e tangibile.
Portare luce
La ricorrenza dei Giubilei della vita consacrata è occasione per riflettere sul valore intrinseco che essa rappresenta: infatti, la sua specifica vocazione e la sua testimonianza evangelica, arricchisce la Chiesa e contribuisce in modo significativo al bene comune. Come ricordava papa Francesco nei Primi Vespri della Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, i voti di povertà, castità e obbedienza, vissuti con autenticità e gioia, possono rendere i religiosi e le religiose veri portatori di luce nel mondo. Spiegava inoltre come la povertà vissuta con libertà e generosità benedica le cose, sottraendole alla logica egoistica del possesso; la castità affermi il primato dell’amore di Dio in un mondo spesso segnato da affettività distorte e superficiali; e l’obbedienza mostri la gioia di aderire alla volontà divina, superando la presunzione dell’autosufficienza e aprendosi all’ascolto della voce di Dio che si manifesta attraverso la comunità e i segni dei tempi.
La celebrazione giubilare sarà dunque un momento di lode, di intercessione, di ringraziamento al Signore per il dono della vita consacrata e per invocare nuove vocazioni, segni luminosi di speranza.
Qual è la tua reazione?






