Don Vitali: «Pace e lavoro al centro dei suoi interessi»



Un Papa americano nel senso più globale del termine. Perché papa Prevost, oltre a essere originario degli Stati Uniti, ha alle spalle un’esperienza a Chiclayo, piccola diocesi nel nord del Perù, di cui è stato vescovo dal 2015 al gennaio 2023, quando papa Francesco lo ha chiamato a presiedere il Dicastero dei Vescovi.
Abbiamo chiesto a don Alberto Vitali, responsabile della Pastorale dei migranti, qual è stata la prima reazione dei migranti di origine peruviana presenti in diocesi alla notizia dell’elezione : «Mi hanno “bombardato” di messaggi colmi di gioia, com’era prevedibile – risponde don Vitali -. È indubbio che il saluto in lingua spagnola alla sua diocesi peruviana ci parla di un Papa che si pone in continuità con l’operato del suo predecessore. Un Papa con lo sguardo aperto sul mondo. Di certo un pastore, più che un canonista, nonostante sia anche un esperto di diritto canonico». Lo dimostrano anche i continui riferimenti alla pace nel suo primo discorso: «È proprio quello che il mondo aveva bisogno di sentirsi dire in questo momento», sostiene don Vitali.
Lo pensa anche la persona con la quale si trova a cena don Vitali nel momento in cui lo raggiungiamo al telefono, a pochi minuti dall’elezione del nuovo Pontefice. Si tratta di Massimo Ferrè, membro del Gruppo Barnaba del decanato di Sesto San Giovanni e referente per la zona VII per il dialogo ecumenico e interreligioso, oltre che coordinatore del Tavolo della pace di Sesto, un cartello di 27 associazioni, cattoliche e laiche, impegnate sul fronte della pace: «Leone XIV ha recuperato, nel suo primo discorso, una serie di vocaboli-chiave di papa Francesco: dialogo, ponti, pace, giustizia, carità. Sembra quindi porsi in una linea di continuità, con il suo predecessore, e questo è importante», commenta Ferrè. Che aggiunge: «Tantissime delle persone intervistate in piazza San Pietro, poco prima dell’annuncio, hanno espresso la speranza di un nuovo Papa che desse un contributo alla costruzione della pace. Tutti lo auspicano, perché nel mondo c’è grande angoscia per i fatti che vediamo accadere. Fa piacere che la prima parola di Leone XIV sia stata “Pace a voi!”. E che abbia fatto riferimento alla pace di Cristo “disarmata e disarmante”. Una presa di posizione non irrilevante».
Don Vitali, nel suo ruolo di incaricato arcivescovile per le Acli di Milano Monza e Brianza, fa notare anche un altro aspetto che colpisce nei primi momenti di papa Prevost: «La scelta del nome, Leone XIV, non può non far pensare alla Rerum Novarum e ci fa sperare in un pontificato attento ai problemi del lavoro, e soprattutto ai drammi di chi migra per cercare lavoro», conclude don Vitali.
Qual è la tua reazione?






