Londra e il futuro del green belt: una scelta necessaria per affrontare la crisi abitativa

Londra sta affrontando la più grave crisi abitativa della sua storia. Con un fabbisogno stimato di circa 1 milione di nuove abitazioni nei prossimi dieci anni, il sindaco Sadiq Khan ha deciso di intraprendere una strada controversa ma considerata necessaria: la costruzione su parti del green belt, l’area verde storicamente protetta della capitale.
Un cambiamento epocale: il piano di Sadiq Khan
Nel suo discorso di venerdì, Sadiq Khan ha annunciato ufficialmente il progetto di costruzione su porzioni del green belt londinese. La proposta segna una svolta rispetto alle politiche precedenti e arriva in risposta a una situazione ormai insostenibile.
Secondo il sindaco, la capitale sta costruendo attualmente solo 35.000 abitazioni all’anno, un numero ben lontano dagli 88.000 alloggi annuali necessari per soddisfare la crescente domanda. Di fronte a questo gap, Khan ha dichiarato:
“Lo status quo è insostenibile. Sviluppare in modo strategico aree del green belt – scelte con cura e ben collegate dai trasporti – permetterà di sbloccare centinaia di migliaia di nuove case di qualità per i londinesi.”
Il sindaco ha specificato che il progetto si concentrerà su terre di bassa qualità o difficilmente accessibili, preservando invece le aree verdi di maggior pregio ecologico e paesaggistico.
Una necessità o una minaccia? Le reazioni del pubblico e delle istituzioni
La proposta ha sollevato reazioni contrastanti. Angela Rayner, vice primo ministro e segretaria per l’edilizia abitativa, ha definito il piano audace e necessario per affrontare una crisi senza precedenti:
“Non possiamo risolvere la crisi abitativa senza un approccio ambizioso da parte di Londra. La proposta di Khan va in questa direzione.”
Anche i consigli comunali londinesi hanno accolto favorevolmente il progetto, sottolineando la necessità di aumentare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili per contrastare l’impennata dei costi degli affitti, che ha già costretto molte famiglie a lasciare la città.
Tuttavia, le organizzazioni ambientaliste non nascondono la loro preoccupazione. Roger Mortlock, CEO di CPRE (Campaign to Protect Rural England), ha avvertito che il rischio di sacrificare spazi verdi potrebbe essere troppo alto:
“La soluzione alla crisi abitativa non è costruire su parchi, campi sportivi o aree agricole. È necessario trasformare il mercato immobiliare e stabilire obiettivi ambiziosi per case accessibili.”
Anche Kate Ashbrook, segretaria generale di Open Spaces Society, ha insistito sull’importanza di integrare aree verdi nei nuovi sviluppi, per compensare la perdita di terreni protetti.
Il compromesso di Khan: sviluppo e sostenibilità
Per rispondere alle critiche, Khan ha promesso che il piano di costruzione sarà accompagnato da misure per incrementare la biodiversità urbana e per garantire che nuove aree verdi vengano create nei complessi residenziali di nuova costruzione.
Inoltre, il progetto sarà parte di una più ampia consultazione per il nuovo London Plan, un documento strategico che definirà il futuro sviluppo della capitale nei prossimi 20-25 anni. La revisione del green belt sarà condotta secondo le linee guida del governo, ma Khan ha precisato che solo le aree meno significative dal punto di vista ambientalesaranno considerate per la costruzione.
Nel suo discorso, il sindaco ha evidenziato come la crisi abitativa stia già avendo effetti devastanti sulla vita dei londinesi:
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Giovani professionisti costretti a vivere nelle stanze dei genitori, incapaci di permettersi un alloggio indipendente.
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Coppie che abbandonano la capitale per costruirsi una famiglia in zone più accessibili.
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Persone costrette a vivere in abitazioni insalubri, fredde e umide, con conseguenti problemi di salute.
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Scuole primarie costrette a chiudere per mancanza di bambini, poiché le famiglie giovani vengono espulse dai costi degli affitti.
Khan ha esortato i londinesi a tenere una mente aperta e a partecipare al processo di consultazione:
“Dobbiamo affrontare questa crisi con coraggio e visione. Non possiamo permettere che Londra diventi una città per pochi eletti, mentre le famiglie di lavoratori sono costrette a trasferirsi altrove.”
La risposta degli esperti e il futuro della capitale
Mentre il piano di Khan attende la valutazione finale, gli esperti di urbanistica e sviluppo immobiliare continuano a discutere delle possibili implicazioni:
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Secondo Ben Twomey, CEO di Generation Rent, il progetto potrebbe rappresentare un’opportunità unica per proteggere i londinesi dai costi esorbitanti degli affitti, che stanno già spingendo molte persone nella povertà e nella precarietà abitativa.
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Shaun Spiers, di Green Alliance, ha suggerito che i terreni meno pregiati del green belt potrebbero essere trasformati in spazi verdi urbani di alta qualità, integrati nei nuovi quartieri residenziali.
Nel frattempo, il governo ha promesso 1 miliardo di sterline per i servizi di accoglienza per i senzatetto e un ulteriore finanziamento di 78 milioni di sterline per i comuni londinesi, destinato alla costruzione di nuove case popolari.
Con la capitale che già fatica a costruire nuove abitazioni a un ritmo sufficiente, la proposta di Sadiq Khan rappresenta una svolta coraggiosa ma necessaria. Resta da vedere come il pubblico londinese risponderà alla chiamata del sindaco, bilanciando il bisogno di case accessibili con la necessità di preservare i polmoni verdi della città.
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