Ad aprile i consumi di prodotti petroliferi in Italia sono aumentati del 3,7%, con la benzina a +6,5%

Nei giorni in cui il governo lancia una nuova campagna per la rottamazione auto talmente sgangherata che viene criticata anche da chi è nel business delle auto elettriche («è sbagliato spostare i fondi Pnrr dalle colonnine di ricarica», dice lo special advisor di Byd per l’Europa Alfredo Altavilla) viene anche fuori che gli acquisti di petrolio in Italia hanno fatto segnare dei bei segni più. «Ad aprile le vendite al mercato di prodotti petroliferi, ossia al netto dei consumi totali connessi alle attività industriali di raffinazione, sono aumentate del 3,7% (+154.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2024 a parità di giornate lavorative», si legge nell’ultimo report diffuso dall’Unem (Unione energie per la mobilità).
Secondo i dati raccolti dall’associazione che raggruppa le principali aziende operanti in Italia nel settore della raffinazione e della distribuzione dei carburanti, l’aumento è stato registrato proprio grazie ai consumi per la mobilità (trasporti stradali, marittimi e navali) che pesano per oltre l’80% sul totale delle vendite. Si legge nel report: «Spicca l’incremento della benzina (+6,5%, +45.000 tonnellate) che torna a dinamiche ampiamente positive, analoghe a quelle rilevate in gran parte del 2024. Una conferma del rafforzamento della tendenza di fondo spinta dalla progressiva ibridizzazione del parco auto, prima scelta dei consumatori nell’acquisto di una nuova auto. Rispetto al periodo pre-pandemico, la benzina evidenzia un progresso addirittura del 20%, toccando volumi che non si raggiungevano dal 2011». E in crescita, anche se a livelli più contenuti, è anche il gasolio motori (+0,9%, +17.0000 tonnellate).
Allargando lo sguardo ai consumi petroliferi totali, che comprendono anche le attività industriali, l’Unem segnala che «ad aprile il progresso diventa del 2,8% (+129.000 tonnellate), dovuto non solo alla crescita dei prodotti per la mobilità, ma anche ad un segno positivo della petrolchimica (+14%) e del gasolio impiegato negli usi civili ed agricoli».
Allargando invece lo sguardo relativamente al primo quadrimestre 2025, l’associazione di settore segnala che le vendite al mercato sono state pari a «16,1 milioni di tonnellate, con un calo dell’1,4% (-237.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2024, dovuto soprattutto per la flessione del gasolio motori (-2,8%, -210.000 tonnellate) che ha contribuito per circa l’88% al totale delle perdite». Si distingue però la benzina: «Positivi i consumi di benzina, che nel periodo sono ammontati a circa 2,7 milioni di tonnellate (+1,5%, +40.000 tonnellate)».
Il quadro insomma è tutt’altro che incoraggiante, dal punto di vista di una via dell’Italia verso la mobilità sostenibile. E se il governo, che su questo fronte non ha mai certo brillato per iniziative positive, ora ha lanciato una nuova campagna rottamazione che dovrebbe incentivare gli italiani ad acquistare nuovi veicoli elettrici, perfino chi ha tutto l’interesse a vendere auto a zero emissioni storce la bocca. Il provvedimento varato dal governo, dice lo special advisor per il mercato europeo di Byd, Alfredo Altavilla, «è la più bella riedizione della Corazzata Potëmkin»: «Si può dire che è una cagata pazzesca? Per quale motivo gli italiani non comprano l’auto elettrica? Perché non c'è infrastruttura di ricarica. E noi cosa facciamo? Prendiamo dei soldi che il Pnrr aveva destinato all’infrastruttura di ricarica e li giriamo per fare incentivi per 39mila auto elettriche. Cioè per meno del 3% delle immatricolazioni in un anno. Ma di che diavolo stiamo parlando? Così vogliamo avvicinare gli italiani all’elettrico?»
Qual è la tua reazione?






