Il Parlamento ungherese dice ‘sì’, Budapest esce dalla Corte penale internazionale

Bruxelles – Detto, fatto. L’Ungheria ripudia la Corte penale internazionale, smette di farne parte e di riconoscerla. Il Parlamento di Budapest vota per uscire dallo Statuto di Roma, il trattato internazionale che istituisce l’organismo internazionale di giustizia. Con il voto di oggi (29 aprile) il Parlamento segue le indicazioni del governo di Viktor Orban, che a inizio mese ha annunciato l’intenzione di disconoscere la Corte.
La Corte penale internazionale non è un’istituzione dell’Onu, e le sue competenze sono limitate ai crimini più gravi quali genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il 21 novembre ha emesso un mandato d’arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, accusato di crimini di guerra nella risposta agli attacchi di Hamas. L’Ungheria non solo ha condannato la decisione ma il primo ministro ungherese ha fatto quadrato attorno al premier dello Stato ebraico.
The Hungarian Parliament just voted to withdraw from the @IntlCrimCourt. With this decision, we refuse to be part of a politicized institution that has lost its impartiality and credibility. pic.twitter.com/C9dit8xaB8
— Péter Szijjártó (@FM_Szijjarto) April 29, 2025
Adesso si attendono le reazioni dell’Unione europea, chiamata a dover gestire il ‘problema Orban’ anche alla luce di una scelta che suona in contraddizione con l’impegno alla salvaguardia di stato di diritto, valori fondamentali e diritti.
Contro il voto del Parlamento ungherese si levano le parole dell’europarlamentare Cecilia Strada (Pd/S&D): “L’uscita di Budapest dalla Corte Penale Internazionale approvata oggi dal Parlamento ungherese è un segnale allarmante per tutta l’Unione europea“, commenta il membro della commissione Libertà civili, secondo cui con questo voto l’Ungheria “sta mettendo in discussione i principi stessi del rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali su cui si fonda l’Unione europea”. Di “scelta di giustizia e libertà, di sovranità e coraggio” parla invece il leader della Lega, Matteo Salvini. Il voto ungherese insomma fa discutere.
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