Chiara Ferragni prova a ripartire: all’influencer il 99% di Fenice

“To new starts and to whatever they might be” (Ai nuovi inizii e a qualunque cosa possano essere, ndr). Con queste parole Chiara Ferragni ha appena comunicato, attraverso il suo account Instagram, una svolta importante relativa all’assetto societario di Fenice.
“Oggi voglio raccontarvi una cosa: sono per la prima volta diventata azionista di maggioranza di Chiara Ferragni Brand. Non è solo una questione di quote o di percentuali, è un inizio. Questa decisione è un passo concreto. È la scelta di rimettere le mani sulla mia storia, senza delegare, senza più far finta che tutto vada bene quando non va. È assumersi il peso e la bellezza di guidare, decidere, cambiare. È essere libera per la prima volta nel portare avanti il mio brand e il mio nome”. La società è Fenice, titolare del marchio Chiara Ferragni, di cui l’influencer deteneva il 32,5% del capitale, affiancata dai soci Paolo Barletta con il 40% e Pasquale Morgese a cui facevano capo il 27,5% delle azioni e che ora, come dichiarato a Pambianconews, ha una partecipazione pari allo 0,2% per cento. Adesso l’imprenditrice digitale ha il controllo del 99% dell’azienda.
Nel 2023 i ricavi di Fenice erano in calo a circa 12 milioni di euro, mentre quelli del 2024 (ma il dato si ferma su 11 mesi, da gennaio a novembre) erano crollati a circa 2 milioni di euro, fortemente penalizzati dallo scandalo scandalo del pandoro-date per cui Ferragni è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata. In totale, le perdite accumulate per il biennio 2023-24 si attestano a 10 milioni di euro. I costi di Fenice, riporta Il Corriere della Sera, sono stati tagliati in modo drastico, nel 2025 saranno pari a un milione, il numero dei dipendenti si è ridotto a otto, erano il doppio, e la società ha lasciato i suoi uffici per trasferirsi nella sede di Sisterhood, holding dell’influencer.
Il mese scorso i soci della società della galassia Ferragni avevano approvato un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro. Secondo quanto riportato dalle agenzie, la delibera, con i termini posposti dall’amministratore unico Claudio Calabi, è passata con il voto favorevole di Sisterhood e di Alchimia (che fa capo a Barletta) mentre Morgese aveva votato contro la ricapitalizzazione.
“Non voglio raccontare una favola, le favole non esistono. Ma so che sto provando a costruire qualcosa di nuovo. Con fatica, lucidità e responsabilità. Non vi racconterò una rinascita perfetta, quella non sto riuscendo a viverla nemmeno io. Vi racconterò la realtà, fatta di alti e bassi, imperfetta, mia. È questo è l’unico punto da cui ripartire”, conclude Ferragni. Immediata la reazione dei follower, da una parte cuori e incoraggiamenti, dall’altra scetticismo e dubbi sulle effettive motivazioni della svolta.
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