Legambiente, per difendere l’acqua toscana dai Pfas servono alternative dai distretti produttivi

In una Regione come la Toscana, dove la crisi climatica segna +1,3°C ogni appena 50 anni, la gestione dell’acqua è la sfida più importante. Anche per difenderla dal rischio parallelo dei rischi chimici, che si concretizzano ad esempio attraverso inquinanti insidiosi come i Pfas. Non a caso la IV edizione del Forum Acqua di Legambiente Toscana, organizzato insieme a Cesvot e conclusosi oggi alla Borsa Merci di Arezzo, ha lanciato un appello ai distretti produttivi toscani per ridurre l’impronta idrica e utilizzare alternative sostenibili ai Pfas.
Oggi in Toscana lo stato chimico delle acque superficiali è buono solo per il 55%, e rimane ancora da lavorare per il raggiungimento dell’obiettivo per la totalità delle acque al 2027. Da un punto di vista normativo con il recente dlgs n. 18/2023, sono state introdotte novità per la gestione dell’acqua potabile tra cui: le azioni per prevenire contaminazioni, per implementare i piani di sicurezza, le nuove regole per la fruizione dell’acqua negli spazi pubblici e le filiere di contrasto a contaminanti come Pfas e microplastiche.
È utile ricordare che i Pfas sono composti poli e perfluoroalchilici, noti come “inquinanti eterni” e presenti ormai praticamente ovunque: sono infatti sostanze chimiche di sintesi utilizzate in un’ampia varietà di applicazioni di uso comune grazie alle loro proprietà idro- e oleo-repellenti oltre che ignifughe, dai rivestimenti delle scatole dei fast food e delle pentole antiaderenti, alle schiume antincendio.
Una volta dispersi nell’ambiente però i Pfas si degradano in tempi lunghissimi, contaminando fonti d’acqua e coltivazioni: l’esposizione ai Pfas è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute, tra cui problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità. Più recentemente, è stato scoperto che i Pfas aumentano anche il rischio di malattie cardiovascolari, rafforzando dunque la richiesta di messa al bando.
iIn tutta la Toscana i valori di Pfas nelle acque potabili sono già largamente inferiori ai limiti previsti dalla normativa europea che entrerà in vigore nel 2026, ma di fatto azzerarne la presenza è possibile solo con un bando alla produzione di queste sostanze chimiche, largamente impiegati in molti settori industriali.
«Nella nostra regione, i dati degli enti di monitoraggio e controllo (Arpat) delle acque evidenziano criticità che riguardano anche le sostanze chimiche – argomenta Federico Gasperini, direttore Legambiente Toscana – Da una parte c’è il tema ambientale che riguarda il raggiungimento dello stato buono per tutte le acque al 2027, dall’altra c’è anche l’aspetto più importante della salute pubblica poiché anche gli inquinanti emergenti, possono risalire le catene alimentari. A conclusione del Forum Acqua, tenendo conto dei principi di prevenzione e precauzione, Legambiente ritiene che i distretti produttivi debbano rendere più sostenibili le filiere in vista dell’entrata in vigore delle nuove normative. Si chiede che siano intensificati i controlli, finanziati gli studi e le ricerche sul campo per incrementare il livello di conoscenza dello stato di contaminazione rispetto agli inquinanti emergenti, per trattare le criticità prima che il problema ambientale diventi anche sanitario».
Il Forum Acqua Toscana è stato aperto da Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana, Marco Sacchetti Assessore Ambiente e Ciclo delle Acque Comune di Arezzo e Massimo Guasconi, Presidente della Camera Commercio Arezzo-Siena e Unioncamere Toscana. La prima sessione è stata dedicata alla qualità chimica della risorsa idrica in ambito industriale, tra buone pratiche e scenari futuri. Hanno partecipato Isabella Bonamini, Dirigente tecnico dell’Autorità di Distretto Appennino Settentrionale, che si è occupata dello stato ambientale dei corpi idrici superficiali e sotterranei e del Piano di Gestione delle Acque 2021/27; Pietro Rubellini, Direttore Generale Arpat, che ha approfondito i dati specifici regionali sulla qualità delle acque; e Luca Lucentini, direttore Centro nazionale sicurezza acque (Iss), con un focus su dedicato alla salute.
La sessione successiva, invece, è stata dedicata da una parte agli inquinanti emergenti dei corsi d’acqua e al loro impatto sulla salute della cittadinanza e dall’altra, alle buone pratiche e alla partecipazione di università, aziende e associazioni. Si è parlato di gestione e qualità idrica in ambito industriale, di gestione delle acque reflue, di distretti produttivi e vivaismo. Ha aperto la sessione Omar Milighetti, Direttore Operativo Nuove acque SpA che ha parlato delle migliorie da apportare alle reti fognarie; poi sono intervenuti sul tema della qualità delle acque potabili Leonardo Rossi, responsabile Tutela risorsa idrica, Publiacqua SpA e Simone Lippi, responsabile Tutela risorsa idrica Aacque SpA; a continuazione Daniele Daddi, Responsabile tecnico Gida SpA ha fatto un focus sulla depurazione delle acque reflue a Prato. Sempre dal distretto pratese, Andrea Falchini direttore Next Technology Tecnotessile, ha approfondito il tema della gestione delle acque in ambito industriale, e successivamente si è passato al settore vivaistico con Daniele Moroni dell’azienda pistoiese Vannucci Piante. La mattinata si è conclusa parlando di un progetto di citizen science sul controllo della qualità delle acque con Alessio Polvani del Dipartimento Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena e con l’intervento di Francesco Romizi, responsabile Affari Istituzionali, Ass.Medici per l'Ambiente-Isde Italia, che ha finalizzato la sessione approfondendo l’impatto della qualità dell’acqua sulla salute umana.
Il Forum si è concluso con una tavola rotonda sulle opportunità e criticità relative alla gestione della qualità dell’acqua con Gaia Checcucci, segretaria generale Autorità di Distretto Appennino Settentrionale, Alessandro Mazzei Direttore Generale Autorità Idrica Toscana, Marco Masi Responsabile settore Tutela Acqua e Costa Regione Toscana, Nicola Perini Presidente Confservizi Cispel Toscana ed è stato finalizzato da un intervento di Federico Gasperini, direttore Legambiente Toscana.
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