Processi civili, svolta per chi non può pagare: ecco cosa cambia nel 2025

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Una recente circolare del Dipartimento per gli Affari di Giustizia fa luce su chi non può pagare le spese per i processi civili, un tema di grande rilevanza per l’accesso alla giustizia sempre attuale anche nel 2025.
Si apre così alla possibilità di iscrivere una causa a ruolo anche in assenza del versamento del contributo unificato, nel caso in cui sia stata presentata un’istanza per il patrocinio a spese dello Stato. La questione, sollevata da diverse sedi giudiziarie, ha portato la Direzione Generale degli Affari Interni a fornire chiarimenti in merito all’applicazione delle nuove disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2025.
Il problema nasce quando, al momento del deposito di un atto introduttivo in un processo civile, non sia ancora intervenuta la delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati sull’ammissione del patrocinio gratuito. In questi casi, gli uffici giudiziari si sono chiesti se sia comunque possibile iscrivere la causa a ruolo, allegando solo la richiesta già protocollata presso l’Ordine forense.
La normativa sul pagamento del contributo unificato
La normativa di riferimento, il Testo Unico sulle spese di giustizia (D.P.R. n. 115/2002), prevede che l’istanza debba essere presentata all’Ordine degli Avvocati competente, il quale ha dieci giorni di tempo per esprimersi. Tuttavia, questi tempi non sempre vengono rispettati, creando incertezza operativa.
In passato, si era consolidata una prassi tollerante, per cui gli uffici accettavano comunque l’iscrizione della causa a condizione che fosse stata depositata e protocollata la domanda di patrocinio, riservandosi di integrare la documentazione una volta ottenuta la delibera di accoglimento. Questa modalità era stata indirettamente confermata già nel 2015 da una nota della Direzione Generale della Giustizia Civile.
Con la legge n. 207 del 2024, tuttavia, è stato rafforzato l’obbligo del pagamento del contributo unificato, almeno nella misura minima di 43 euro, per procedere all’iscrizione a ruolo. Da qui il dubbio: la prassi consolidata può ancora considerarsi valida?
Processi civili, svolta per chi non può pagare: ecco cosa cambia nel 2025
La risposta della Direzione è chiara: sì, resta possibile procedere con l’iscrizione della causa anche se non è ancora stato deliberato il patrocinio, purché l’istanza sia stata regolarmente protocollata dal Consiglio dell’Ordine. Questo perché il diritto alla difesa è garantito dalla Costituzione (art. 24) e non può essere ostacolato da ritardi amministrativi non imputabili alla parte.
A supporto di questa posizione, viene richiamata anche una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 6888 del 14 marzo 2025), che ha ribadito il principio della retroattività dell’ammissione al patrocinio. In pratica, se un giudice accoglie successivamente una richiesta già presentata al Consiglio dell’Ordine e fondata sugli stessi elementi, gli effetti dell’ammissione decorrono dalla data del primo deposito. Di conseguenza, lo Stato deve farsi carico anche delle spese legali sostenute nel frattempo.
La circolare invita dunque gli uffici giudiziari a continuare a iscrivere le cause civili al ruolo nei casi in cui sia stata presentata un’istanza di patrocinio ancora in fase di valutazione. Tuttavia, resta ferma la necessità di aprire un foglio notizie e, qualora l’istanza venga successivamente respinta e non confermata dal giudice, procedere alla riscossione di tutte le spese eventualmente maturate.
Le autorità giudiziarie sono infine invitate a diffondere il contenuto della circolare presso i rispettivi uffici, per assicurare una gestione uniforme delle pratiche su tutto il territorio nazionale.
Il testo della Circolare
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