Vigilia di Conclave, guerra di fake news, aria di Scherzi a parte

Ora, alla vigilia del Conclave, la guerra in Vaticano non è più sotterranea.
Emergono i veleni, per la successione a Francesco è evidente il principio del “tutti contro tutti”.
Si spara a pallettoni contro chi potrebbe essere il candidato più vicino alla nomina.
È il caso del cardinale italiano Pietro Parolin, attuale segretario di stato della Santa Sede, uno dei candidati probabili a ereditare il lavoro di Francesco. Immediatamente si apre la battaglia, servendosi di fake news che non hanno il minimo fondamento.
“È malato: recentemente ha dovuto ricorrere alle cure dei medici per un malore di cui non si conoscono le cause”, si vocifera. Niente di più falso: le indiscrezioni vengono smentite ufficialmente, si passa ad altro.
Mercoledì si apre il Conclave

(foto Ansa)
E da oggi sino a mercoledì, giorno del Conclave, probabilmente ne usciranno altre di cattiverie. Contro chiunque potrebbe essere il nuovo papa.
Dunque, nessuna differenza con il mondo politico: gli sgambetti e i tradimenti sono all’ordine del giorno.
È naturale che se chiedi qualcosa di ufficiale, nessuno ti risponderà oppure dirà che si tratta delle solite male lingue. Però, le manovre sotterranee (e non) continuano per evitare che vincano gli avversari.
Di chi, si potrebbe domandare? Non è il vicario di Cristo che dovrebbe prendere il posto di Bergoglio? L’arcivescovo emerito di Genova Angelo Bagnasco cerca di placare le polemiche: “Il pontefice uscirà mettendo la fede al centro”.
Non si può negare comunque che la scelta sarà anche politica, anzi nazionalistica.
I candidati di Trump e Macron
Gli Stati Uniti che non dovrebbero avere chances non si lasciano travolgere dai pronostici e le tentano tutte pur di poter far vincere un loro candidato. Donald Trump si impegna in prima persona.
Il presidente Macron è tra i più solerti. Tifa per il Cardinale di Marsiglia, Jean Marc Aveline che potrebbe avere qualche chance. “Quello non sa nemmeno una parola di italiano”, sostengono coloro i quali non la pensano come il presidente francese. “Perchè Giovanni Paolo secondo lo sapeva?” rispondono in coro i cittadini d’oltr’Alpe?”
Le polemiche si infittiscono con l’andare dei giorni e c’è chi chiama in ballo pure Bergoglio. “Era filorusso”, sibila qualcuno. “No, era soltanto un pacifista, termine che non piace molto ai guerrafondai”.
Attraversare il Tevere e continuare a parlare di politica e delle sue trame non è difficile. I nostri parlamentari non si lasciano pregare. Oggi, al centro del dibattito non proprio amichevole, ecco vincere con distacco una intervista che Giorgia Meloni rilascia al direttore dell’ADN Kronos.
La premier non è solo ottimista, va più in là. Enuncia i successi avuti con la disoccupazione, con la fiducia e l’orgoglio ridati agli italiani, con i punti programmatici del governo andati tutti a segno.
E poi, per finire, la bomba: “Se i risultati saranno quelli che avevamo promesso in campagna elettorale, torneremo a presentarci agli italiani”. Anche sul premierato , si domanda a Giorgia? “Certo pure su quella. E’ una riforma che rafforza la democrazia”, aggiunge.
È un colpo che l’opposizione non si aspettava. Proprio subito dopo la festa del primo maggio, giorno in cui Elly Schlein aveva sentenziato: “La Meloni? E’ un niente, il Paese è sull’orlo del collasso economico”.
Allora, l’opposizione va alla ricerca di nuove accuse che possano mettere in difficoltà il presidente del consiglio. Un deputato di Italia Viva (manco a dirlo il partito di Matteo Renzi) rivolge una interrogazione per sapere quanti regali abbia ricevuto Giorgia in questi tre anni di governo. Inoltre, se ha restituito quelli che superano i 300 euro di valore. Siamo forse su scherzi a parte? No, in un momento così delicato non è proprio un argomento che fa vacillare l’esecutivo.
Meglio pensare a Jannik Sinner che tra pochi giorni tornerà a calcare i campi di terra rossa del tennis. Scrive Il Foglio di lui: “È gioia e serenità, spettacolo e magia”.
O forse è meglio glissare sulla decisione di Dino Giarrusso, attuale direttore editore del quotidiano L’Identità, il quale ha deciso di abbandonare (temporaneamente?) il suo posto per partecipare all’Isola dei famosi. Ve lo immaginate Indro Montanelli o Enzo Biagi in questo stesso medesimo ruolo?
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