Europa, ritorno alla leva: il dovere bussa di nuovo alla porta
Sempre più Paesi europei riscoprono la leva militare obbligatoria. Tra sicurezza, crisi e nuove generazioni: cosa sta davvero cambiando in Europa?

Un tempo era una tappa obbligata nella vita di ogni giovane. Oggi, dopo anni di oblio, la leva militare sembra pronta a fare il suo ritorno. No, non è la trama di un film d’epoca, ma una tendenza che sta prendendo sempre più piede in diversi Paesi europei. Che succede in Europa? Perché si parla di nuovo di servizio militare obbligatorio?
Una nuova chiamata alle armi (o quasi)
La situazione geopolitica internazionale è diventata più tesa. Le guerre alle porte dell’Europa, le minacce informatiche, il bisogno di sicurezza e difesa comune: tutto questo ha risvegliato l’idea che forse, delegare tutto agli eserciti professionali non basta più. Serve una popolazione più preparata, anche psicologicamente. Ed ecco che la parola “leva” torna nei discorsi dei ministri della difesa.
I Paesi che hanno già detto “presente!”
Alcuni Stati non l’avevano mai davvero abbandonata. Altri l’hanno ripresa con entusiasmo. In Svezia, per esempio, la leva è tornata nel 2017 e riguarda uomini e donne. In Norvegia, è obbligatoria ma selettiva, mentre in Finlandia, Estonia e Grecia, è una realtà consolidata. In Lettonia, è tornata in vigore da pochissimo. La Danimarca sta addirittura estendendo la leva alle donne e allungando la durata del servizio. E la Croazia è pronta a reintrodurla nel 2025.
Chi ci sta ancora pensando
Ci sono Paesi che si stanno muovendo con cautela. La Germania discute se farla tornare, magari in una forma più moderna. In Francia, si sperimenta un servizio nazionale più civico che militare, ma che potrebbe evolversi. Anche nel Regno Unito l’idea è in ballo: si parla di un servizio misto tra esercito e impegno sociale.
E l’Italia?
Nel nostro Paese, la leva è stata sospesa nel 2005. Da allora, ogni tanto qualcuno prova a rilanciare il tema. C’è chi sogna un ritorno alla “disciplina dei bei tempi”, chi propone un servizio civile obbligatorio per rafforzare il senso civico. Ma per ora, sono solo parole. Nessuna legge, nessun decreto. Solo dibattito.
Una leva diversa da quella del passato?
Sì, e forse è proprio questo il punto. La nuova leva europea non punta solo a “formare soldati”, ma cittadini consapevoli, pronti ad affrontare emergenze, a lavorare in squadra, a difendere non solo i confini, ma anche i valori. Si parla di cyber-difesa, di pronto soccorso, di formazione ambientale. Un esercito 2.0.
Il ritorno della leva militare in Europa non è un capriccio nostalgico. È una risposta concreta a un mondo che cambia, spesso troppo in fretta. Piaccia o no, il servizio obbligatorio — militare o civile — sta tornando. Ma stavolta, con nuove regole, nuovi obiettivi e, si spera, una visione più moderna della parola “dovere”.
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