Meloni: “Con Trump leali ma non subalterni. Io vittima di attacchi sessisti”. La premier pensa al bis

Maggio 3, 2025 - 19:30
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Meloni: “Con Trump leali ma non subalterni. Io vittima di attacchi sessisti”. La premier pensa al bis

Giorgia Meloni è stata intervistata dall’agenzia AdnKronos ed ha toccato diversi temi d’attualità in queste ore. La premier ha cominciato spiegando il rapporto che lega l’Italia con gli Stati Uniti: “Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli Usa, con lealtà ma senza subalternità”.

I rapporti con Trump e la von der Leyen

“L’ultimo frutto di queste buone relazioni” con Trump, ha sottolineato, è ad esempio l’annuncio del presidente Usa di voler ripristinare il Columbus Day, una festa tanto cara alla comunità italoamericana, che negli ultimi anni ha subito un vergognoso attacco ideologico nel nome della cancel culture. A nome degli italiani ringrazio il presidente degli Stati Uniti per questa scelta”.

Meloni ha poi definito il rapporto con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Si tratta di “una collaborazione consolidata e un rapporto di stima ispirato alla risoluzione dei problemi e anche alla massima franchezza”. La premier ha aggiunto: “Quando abbiamo avuto visioni differenti, come avvenuto di recente quando ho sostenuto con forza che gli investimenti nella difesa europea non dovessero esaurirsi al tema armi ma affrontare la sicurezza dei cittadini in tutti i suoi aspetti, le abbiamo fatte valere con buoni risultati. È quello che cerco di fare con tutti gli interlocutori internazionali. Ora credo serva un passo avanti nella rimodulazione del Green Deal, affinché non rappresenti più un fardello sulla competitività delle nostre imprese. Temi emersi anche al congresso del Ppe e su cui dobbiamo lavorare spediti”.

La Francia e Emmanuel Macron

Sul rapporto con il presidente della Francia Emmanuel Macron ha invece affermato: “Rappresentiamo due grandi nazioni europee, amiche e confinanti, con tanti interessi comuni ma anche una sana competizione in molti settori. Rappresentiamo anche due famiglie politiche che hanno sensibilità culturali diverse. I nostri rapporti sono figli di tutte queste sfumature, ma ormai anche di una consuetudine che ci porta a collaborare su tanti dossier. Come forse si è capito, io nei rapporti internazionali ho un approccio molto pragmatico, bado ai risultati concreti e in diversi campi, Italia e Francia, si trovano alleate”.

Meloni pensa già al bis

Guardando al futuro, la premier ha assicurato l’intenzione di “realizzare per intero il programma del centrodestra” per potersi ripresentare agli elettori “dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”.

Le morti sul lavoro e i salari bassi

Sul dossier lavoro, la presidente del Consiglio ha ribadito che il governo ha “reperito, insieme all’Inail, ulteriori 650 milioni su questo tema, che sommati ai 600 milioni già previsti quest’anno, portano a oltre un miliardo e 250 milioni la dotazione disponibile. Ci confronteremo l’8 maggio con le parti sociali per discutere delle proposte del governo e ascoltare quelle che ci verranno sottoposte”.

A proposito dei salari bassi e in risposta alle opposizioni che la attaccano su questo tema, la Meloni ha ribadito: “Ho visto l’intervento di Mattarella e non ho sentito quelle parole, anche se sono state riportate da alcuni organi di stampa. Il presidente della Repubblica ha giustamente ricordato che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, anche se dal 2024 si assiste ad una ripresa. Abbiamo molto terreno da recuperare, ma sono particolarmente fiera del fatto che questo governo sia riuscito ad imprimere un cambio di rotta”.

Fin dall’inizio del mandato, ha ricordato la premier, “abbiamo lavorato per sostenere i redditi più bassi, segnatamente quelli da lavoro. Lo abbiamo fatto con la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, con i bonus bollette, con gli sgravi fiscali alle aziende che assumono donne, giovani, ex percettori di reddito e disoccupati di lungo corso”. I dati sull’occupazione “ci dicono che dall’inizio del nostro governo abbiamo avuto un milione di nuovi posti di lavoro, in gran parte a tempo indeterminato e con un record per l’occupazione femminile. Abbiamo rinnovato molti contratti pubblici, non ultimi quelli della scuola e del comparto sicurezza e difesa e stiamo esercitando la nostra moral suasion per i contratti privati ancora bloccati. Stiamo anche procedendo con una legge storica che introdurrà la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa”.

Per la Meloni dunque, “la strada è tracciata e continueremo in questa direzione, ma un gap pluridecennale non si risolve in due anni. E se chi oggi accusa noi avesse fatto qualcosa quando governava, non avremmo ereditato una situazione così compromessa”.

Gli attacchi sessisti a lei e quelli alla sua famiglia

Meloni ha raccontato di essere dispiaciuta per il fatto che in questi anni, pur di colpire lei e questo Governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora ad attaccarla con insulti sessisti: “Troppe volte oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere. Non per me ma perché non è giusto, non è accettabile, non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento”.

Negli attacchi sono stati messi in mezzo la sua famiglia, la sorella, il padre di sua figlia, addirittura la figlia, “quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination”, ha concluso la leader di Fratelli d’Italia.

Libertà di stampa

A proposito della libertà di stampa, con l’Italia slittata tre posti indietro rispetto al 2024 secondo la classifica globale stilata da Reporters Sans Frontieres, il peggior risultato nell’Europa Occidentale, la premier, nell’intervista all’AdnKronos ha commentato: “L’Italia ha bravi e agguerriti giornalisti, e una moltitudine di liberi organi di stampa che sanno fare benissimo il proprio lavoro e che per fortuna non si risparmiano negli attacchi a me e a questo governo  Chiunque legga i giornali e accenda la televisione sa bene che non mancano le voci critiche nei confronti del governo. Anche, giustamente, sulla televisione pubblica”. Del resto “abbiamo sempre detto che non avremmo sostituito un’egemonia di destra a quella radicata della sinistra e continueremo su questa linea: garantire spazi di libertà a tutti, anche a chi non ha mai potuto esprimere le proprie qualità o competenze perché non aveva la tessera giusta in tasca e non frequentava i salotti più in, quando cioè in Italia un problema di pluralismo c’era davvero ma, ovviamente, non si poteva dire”.

Antifascismo

La Meloni, a pochi giorni dal 25 aprile ha voluto precisare che rifugge “dall’utilizzo strumentale della categoria dell’antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell’opposizione alla dittatura”. Oggi, ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia, “il vero discrimine è tra chi difende libertà e democrazia a tutte le latitudini e chi invece lo fa solo a corrente alternata. Da molto tempo a destra non c’è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesce ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti”.

La prima donna premier d’Italia ha poi ricordato che nel suo “messaggio per i 50 anni dalla morte di Sergio Ramelli ho messo in guardia soprattutto i più giovani dai seminatori di odio e dai cattivi maestri che, ieri come oggi, giustificano la violenza e la sopraffazione come strumenti di lotta politica. Ci sono preoccupanti segnali di un nuovo odio e di una nuova intolleranza, per ora confinati a minoranze rumorose ma che non devono essere mai sottovalutate. Ne sono recenti esempi gli insulti antisemiti alla senatrice Liliana Segre a cui rinnovo la mia solidarietà, così come le aggressioni ripetute alle forze dell’ordine e ai giovani militanti di destra nelle scuole e nelle università”.

 

 

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