Usa-Ucraina, siglato a Washington l’accordo sui minerali. Zelensky: «Davvero equo»

Maggio 3, 2025 - 12:30
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Usa-Ucraina, siglato a Washington l’accordo sui minerali. Zelensky: «Davvero equo»

È il primo risultato dopo il colloquio a quattr’occhi in Vaticano tra Trump e Zelensky: Usa e Ucraina hanno firmato a Washington un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. Le trattative sono andate avanti per mesi e certezze sul punto di caduta non sono arrivate che all’ultimo, con un testo sottoscritto dal segretario al Tesoro Usa Scott Bessent e dalla vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko: contrariamente a quanto ipotizzato a febbraio, nella stesura finale dell’accordo gli Stati Uniti non hanno chiesto di recuperare 500 miliardi di dollari di aiuti militari forniti a Kiev. Anche se, viene sottolineato in un comunicato stampa diramato dal Tesoro Usa dopo la firma, il documento «riconosce il significativo aiuto finanziario e materiale che il popolo americano ha fornito per la difesa dell’Ucraina sin dall’invasione su vasta scala della Russia». Un’espressione, quest’ultima, tra l’altro, carica di sfumature assai diverse da quelle utilizzate nelle scorse settimane da Trump circa le responsabilità (aveva puntato il dito contro Biden e Zelensky) della situazione in Ucraina.

Se Zelensky, commentando la firma di Washington, parla di accordo «davvero equo» è perché, rispetto alle precedenti bozze, ci sono importanti novità sia sul fronte dello sfruttamento delle risorse naturali che su quello della sicurezza del Paese. L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas, ha affermato la vicepremier ucraina Svyrydenko. Il Paese «mantiene la piena proprietà e il controllo di queste risorse» e sarà «lo Stato ucraino a determinare dove e cosa estrarre», ha assicurato. Washington, inoltre, contribuirà al fondo per la ricostruzione, ma non sono previsti obblighi debitori per Kiev né garanzie di sicurezza militare formali. Bessent ha però definito l’accordo un passo avanti verso la fine della guerra e l’inizio della ricostruzione dell’Ucraina. «Come ha affermato il presidente, gli Stati Uniti si impegnano a contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata», ha scritto il segretario al Tesoro Usa in un comunicato stampa. «Questo accordo segnala chiaramente alla Russia che l’amministrazione Trump è impegnata in un processo di pace incentrato su un’Ucraina libera, sovrana e prospera nel lungo termine». E poi, l’altro messaggio a beneficio d’intenditori vari: «Per essere chiari, a nessuno Stato o persona che ha finanziato o fornito la macchina da guerra russa sarà consentito di trarre beneficio dalla ricostruzione dell’Ucraina».

Bisognerà ora vedere come si realizzerà, in concreto, quanto previsto dall’accordo. In Ucraina ci sono giacimenti minerari enormi, una delle più grandi riserve di litio d’Europa (circa 500 mila tonnellate) e due terzi di altri minerali critici identificati dall’Ue tra cui, il titanio, il nichel, la grafite (è qui il 20% delle risorse globali) e anche alcune delle cosiddette terre rare. Ci sono giacimenti di titanio fondamentali per l’industria militare e aerospaziale, ci sono riserve di metalli fondamentali per la realizzazione di batterie, turbine e apparecchi elettronici e per la difesa (neodimio, lantanio, cerio, erbio e ittrio). Il problema è che tutto ciò emerge da mappe del Servizio geologico statale e dell’Istituto di geologia ucraino che si basano su indagini vecchie e non si sa quanto attualmente attendibili. L’altro problema è che sia per condurre nuove verifiche che per avviare le attività di estrazione serviranno molti anni e ingenti risorse economiche. Il fondo di investimento congiunto dell’Ucraina con gli Usa può giocare un importante ruolo, in questo senso. E, alla domanda sulla previsione dei tempi perché anche questo si realizzi, la vicepremier ucraina assicura che un via libera definitivo all’accordo da parte del Parlamento sarà rapido: «Il nostro compito è di farlo il prima possibile, ma è molto difficile prevederlo ora. Penso che ci vorranno mesi, sicuramente non anni», ha dichiarato Svyrydenko ai giornalisti presenti a Washington.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia