Comunità energetiche, il ministero estende gli incentivi Pnrr ai Comuni entro 50mila abitanti

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha firmato oggi il decreto che introduce importanti modifiche – applicabili anche alle richieste già presentate – per gli incentivi per le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e delle configurazioni di autoconsumo: il decreto sarà ora trasmesso alla Corte dei Conti per le verifiche di competenza, prima della pubblicazione e della successiva entrata in vigore.
In particolare, il provvedimento estende l’ambito della misura finanziata dal Pnrr ai Comuni con popolazione inferiore ai 50 mila abitanti rispetto al tetto dei 5mila finora previsto; prevede inoltre una maggiore flessibilità nei tempi di entrata in esercizio dei progetti, la possibilità di richiedere un anticipo fino al 30% del contributo, e l’esclusione del fattore di riduzione in caso di cumulo con altri contributi, anche per le persone fisiche.
«Abbiamo lavorato per migliorare l’orientamento dello strumento di incentivazione, con l’obiettivo di facilitare e ampliare la platea dei beneficiari – commenta Pichetto – Crediamo fortemente nelle Comunità energetiche come strumento per fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili. Con questo intervento normativo rafforziamo un percorso iniziato oltre un anno fa, volto ad aumentare i benefici ambientali, economici e sociali per le famiglie italiane».
È utile ricordare che le Comunità energetiche rinnovabili rappresentano un “nuovo” soggetto giuridico, delineato dal recepimento della direttiva europea Red II, costituibile a partire da un gruppo di singoli soggetti – come famiglie, stabilimenti produttivi e Comuni – che decidono di autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, nello spirito di una vera comunità e aprendo al contempo realizzazione di nuovi modelli di business.
Due i canali di accesso ai sostegni, per le Comunità energetiche: il primo prevede una tariffa incentivante su tutto il territorio nazionale, mentre il secondo riguarda adesso i Comuni entro i 50mila abitanti e consiste in un contributo in conto capitale – finanziato con 2,2 mld di euro dal Pnrr – per coprire fino al 40% delle spese ammissibili.
Il primo passo per accedere agli incentivi è individuare un’area dove realizzare un impianto rinnovabile – ad esempio fotovoltaico – di potenza massima pari a 1 MW, per poi costituire una Comunità energetica tra utenti connessi alla medesima cabina primaria. Una volta autorizzato l’impianto, connesso alla rete e richiesto l’incentivo al Gse, l’energia condivisa all’interno della Cer – ovvero quella consumata dai membri mentre viene prodotta – può accedere alla tariffa incentivante.
Il problema è che siamo ancora quasi ai nastri di partenza. Si contano infatti 212 Cer con 326 impianti di produzione (per complessivi 18 MW) e 1.956 utenze collegate, in base ai dati aggiornati dal Gse al 6 marzo scorso. Da qui le modifiche normative per provare ad accelerare.
«Il nuovo decreto recepisce alcune delle richieste che avevamo formalmente trasmesso al Ministero nei mesi scorsi. È un segnale positivo che va nella direzione giusta, ma ora è fondamentale che si acceleri l’iter attuativo e che si predisponga un quadro stabile e duraturo per lo sviluppo delle Cer», commenta Andrea Brumgnach, vicepresidente e co-coordinatore del gruppo di lavoro Cer e autoconsumo diffuso dell’associazione di settore Italia solare.
Resta però una criticità di fondo: il meccanismo agevolativo legato al Pnrr impone tempistiche estremamente ristrette. Le richieste devono essere presentate entro il 30 novembre 2025 e, per farlo, è necessario avere già ottenuto preventivo di connessione e tutte le autorizzazioni. In molti casi, questi passaggi richiedono tempi lunghi e incerti, incompatibili con le scadenze imposte. Per questo Italia solare rinnova l’invito al Governo a valutare una proroga delle scadenze e un rafforzamento delle misure di accompagnamento, in particolare a supporto dei piccoli Comuni e dei soggetti che intendono avviare Cer.
«Siamo confidenti che questo nuovo respiro dato al meccanismo del Pnrr possa contribuire ad un aumento della potenza rinnovabile realizzata – conclude Brumgnach – Se ben strutturate e supportate, le Comunità energetiche rinnovabili possono contribuire concretamente alla decarbonizzazione, all’efficienza energetica e alla partecipazione attiva dei cittadini nella transizione energetica. Per questo è indispensabile offrire loro condizioni stabili, accessibili e tecnicamente realizzabili».
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