Le elezioni presidenziali in Polonia, un esame cruciale per il governo europeista di Tusk

Maggio 17, 2025 - 18:00
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Le elezioni presidenziali in Polonia, un esame cruciale per il governo europeista di Tusk

Bruxelles – A un anno e mezzo dal reinsediamento di Donald Tusk alla guida del governo, domenica 18 maggio la Polonia torna alle urne per scegliere il presidente che succederà al conservatore Andrzej Duda. Da un lato c’è il sindaco della capitale, Rafal Trzaskowski, europeista sostenuto da Coalizione Civica del primo ministro, dall’altro lo storico e ammiratore di Trump Karol Nawrocki, supportato dai nazionalisti di Diritto e Giustizia (PiS). Il pericoloso outsider è Slawomir Mentzen, imprenditore multimilionario ed esponente del partito di estrema destra Confederazione.

A poche ore dall’inizio del silenzio elettorale, il favorito è Trzaskowski – i sondaggi lo danno al 32 per cento -, seguito da Nawrocki al 23 per cento e Mentzen al 14 per cento. Dietro di loro, altri dieci candidati minori, tra cui Adrian Zandberg del partito di sinistra Razem (Insieme), Szymon Holownia del partito di centro-destra Polonia 2025 e Magdalena Biejat della Nuova Sinistra (Nowa Lewica), l’ala sinistra della coalizione di governo di Tusk. Dati dai sondaggi tra il 5 e l’8 per cento, i loro elettori potrebbero giocare un ruolo decisivo in caso di ballottaggio tra i due candidati più votati.

In realtà il secondo turno, eventualmente previsto per il primo giugno, appare quasi scontato. A giocarselo, a meno di un exploit di Mentzen, saranno i due partiti che hanno dominato la scena politica del Paese negli ultimi vent’anni. E che ricoprono attualmente le cariche di capo del governo e capo dello Stato. Proprio alla luce della possibile coesistenza tra un presidente e un primo ministro di diverso colore politico – ciò che in Francia chiamano “l’anatra zoppa” – e delle importanti prerogative che l’assetto costituzionale polacco affida al presidente, il voto di domenica assume un’importanza cruciale per il governo di Tusk e per le speranze del premier europeista di attuare il suo programma di riforme.

Tusk Duda Polonia
Il presidente polacco uscente, Andrzej Duda, e il primo ministro Donald Tusk, 10/01/24 (credits: Wojtek Radwanski / Afp)

In Polonia, il presidente – oltre a essere comandante in capo delle forze armate e a guidare la politica estera – può influenzare direttamente l’iter legislativo attraverso il potere di veto, che può essere annullato solamente con un voto parlamentare con la maggioranza dei tre quinti e in presenza di almeno la metà dei deputati. Così la coalizione guidata dal partito centrista di Tusk, salita al governo nel dicembre del 2023 con la promessa di smantellare le controverse riforme giudiziarie e contro lo stato di diritto portate avanti dal governo precedente del PiS, si è finora scontrata con le resistenze di Duda.

Così come Duda ha dato il proprio benestare a tutti i provvedimenti presi dal governo di Mateusz Morawiecki, che ha sostituito Giorgia Meloni alla guida del partito dei Conservatori e Riformisti europei, dal 2019 al 2023, Trzaskowski permetterebbe a Tusk di procedere più spedito nell’attuazione del suo programma. L’attuale sindaco di Varsavia si è schierato apertamente, almeno fino alla sua rielezione nel 2024, in favore di un allentamento delle leggi sull’aborto e a protezione dei diritti della comunità Lgbtqi+. Due cavalli di battaglia fortemente ridimensionati in questa campagna elettorale, a favore dell’aumento della spesa per la difesa al 5 per cento del Pil e di un pugno duro contro l’immigrazione.

Il candidato conservatore supportato da Diritto e Giustizia, Karol Nawrocki (Photo by Wojtek RADWANSKI / AFP)

L’appiattimento di Trzaskowski sui temi più cari alla destra nazionalista ricalca quello di Tusk e in generale del Partito Popolare europeo (di cui Tusk è uno dei leader più carismatici). Ed è già una chiara indicazione di quel che potrebbe succedere nel probabile ballottaggio, con l’elettorato conservatore compatto in supporto a uno tra Nawrocki e Mentzen e il candidato espressione della coalizione di governo a cercare di espandere i consensi verso destra. Al tempo stesso, Trzaskowski rischia di alienarsi una fetta dell’elettorato progressista che fu determinante per la vittoria di Tusk solo 18 mesi fa, in particolare donne e giovani.

D’altra parte, la campagna elettorale di Nawrocki si è concentrata sullo slogan “Prima la Polonia, prima i polacchi”. Nonostante l’impegno a mantenere il supporto all’Ucraina contro l’invasione russa, l’ex direttore del Museo della Seconda Guerra mondiale a Danzica si è scagliato contro i benefici concessi ai rifugiati e in generale contro stranieri e migranti: vuole il ritiro di Varsavia dal Patto Ue sulla migrazione e l’asilo (a ben vedere, lo stesso Tusk ha recentemente sospeso il diritto d’asilo a causa della ‘minaccia ibrida’ dalla Bielorussia), oltre all’abolizione del Green Deal. In linea con le posizione del PiS, è fortemente critico nei confronti della concessione di maggiori diritti alla comunità Lgbtqi+. Allo stesso modo contro l’aborto e i migranti, ma decisamente più euroscettico, Mentzen. Molto popolare sui social, ha promesso agli elettori “una Polonia forte e ricca” con tasse basse e confini chiusi.

Il candidato del partito di estrema destra Confederazione, Slawomir Mentzen  (Photo by Wojtek RADWANSKI / AFP)

Il voto sarà seguito con attenzione a Bruxelles, dove la Polonia è tornata – con il governo di Tusk – a giocare un ruolo da protagonista dopo gli anni di stretta intesa con l’Ungheria di Viktor Orbán. Ed anche a Strasburgo: il Consiglio d’Europa, già a inizio aprile, aveva sollevato serie preoccupazioni sull’integrità e la sicurezza del processo elettorale. Una missione di osservazione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa è nuovamente in Polonia per monitorare lo svolgimento della giornata elettorale.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia