Crotone al 106° posto per qualità della vita: analisi delle criticità e possibili soluzioni
Crotone scende al 106° posto nella qualità della vita 2025: istruzione, lavoro e sanità tra le criticità. Analisi dei problemi e possibili strategie per rilanciare il territorio.
Crotone al 106° posto nella qualità della vita:
analisi dei problemi e proposte per ripartire
Crotone si colloca al 106° posto nella classifica 2025 sulla qualità della vita stilata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza: un dato che, più che un semplice numero, fotografa con chiarezza problemi radicati — redditi bassi, un mercato del lavoro fragile, servizi sanitari insufficienti e un sistema formativo in forte ritardo. La perdita di cinque posizioni rispetto all’anno precedente conferma una tendenza di lungo periodo, non un incidente isolato: da anni la provincia registra difficoltà nell’istruzione, nella capacità di trattenere investimenti e nella creazione di occupazione stabile, con conseguente fuga di giovani e impoverimento del tessuto sociale.
Nel confronto regionale, poi, la situazione resta complessivamente critica: tutte le province calabresi occupano la parte bassa della graduatoria, pur con alcune eccezioni relative — ad esempio Catanzaro mostra performance migliori in ambito sanitario — e qualche timido progresso in settori come turismo e servizi locali.
Un quadro complesso tra ritardi, fragilità e disuguaglianze
La fotografia complessiva è netta: Crotone attraversa una condizione di forte difficoltà, evidenziata soprattutto nell’istruzione, dove la provincia si colloca all’ultimo posto nazionale, e in dimensioni come reddito, attrattività sanitaria e coesione sociale, con indicatori preoccupanti su NEET, abuso di sostanze, incidentalità stradale e affollamento carcerario. È una combinazione che rivela un disagio strutturale profondo, capace di incidere sulla quotidianità delle famiglie, delle imprese e dei più giovani.
Eppure, dentro questo quadro complesso non mancano risorse su cui costruire una possibile inversione di rotta. Il territorio conserva un patrimonio costiero di grande valore, tradizioni culturali radicate, una rete di piccole imprese e un capitale sociale ancora vivo, fatto di associazionismo e comunità attive. I dati degli ultimi anni, inoltre, mostrano che alcune dimensioni mantengono o migliorano leggermente le proprie performance: segnali deboli, ma reali, che suggeriscono la possibilità di interventi mirati ed efficaci.
Le priorità per ripartire: istruzione, lavoro, sanità, coesione e città
Per ripartire serve un piano integrato, capace di connettere istruzione, lavoro, sanità, coesione sociale e rigenerazione urbana.
Istruzione e lavoro
Sul fronte formativo, è necessario attivare alleanze scuola-impresa che garantiscano percorsi di alternanza, apprendistato e tirocini retribuiti, insieme a programmi di aggiornamento delle competenze tecniche e digitali e incentivi per le aziende che assumono giovani del territorio.
Sanità
In ambito sanitario, occorre rafforzare la medicina territoriale, ampliare i servizi specialistici, investire nella telemedicina e creare poli di eccellenza capaci di ridurre la mobilità sanitaria, che oggi pesa sulle famiglie e indebolisce il sistema locale.
Politiche sociali e prevenzione
Le politiche sociali devono puntare sulla prevenzione: programmi anti-NEET, servizi di riduzione del danno, educazione stradale, controlli mirati e interventi infrastrutturali.
Rigenerazione urbana e turismo
Rigenerare il centro storico e il lungomare attraverso progetti urbani, piccoli bandi per alloggi turistici sostenibili ed eventi culturali fuori stagione può aumentare attrattività e qualità della vita.
Economia e giovani
Sul versante economico, incentivi mirati a PMI e start-up locali, insieme a politiche abitative per trattenere giovani coppie e lavoratori in smart working, possono creare un ecosistema più stabile e competitivo.
Il ruolo decisivo della comunità
Ma la rinascita non può essere solo istituzionale: molto dipende dalla comunità crotonese. Partecipare, proporre idee, monitorare le iniziative pubbliche, sostenere progetti associativi e percorsi di formazione continua, valorizzare le filiere locali — dal mare all’agroalimentare fino all’artigianato — significa contribuire a un’economia più robusta e inclusiva.
Anche piccoli gesti di cura degli spazi pubblici, iniziative culturali e attività di volontariato migliorano da subito la vivibilità percepita.
Conclusioni
La classifica 2025 è un campanello d’allarme, ma anche una mappa: indica dove si trovano i problemi e suggerisce dove concentrare gli sforzi. Con un piano serio e condiviso — che integri istruzione, sanità di prossimità, lavoro, inclusione sociale, turismo sostenibile e rigenerazione urbana — Crotone può trasformare un dato critico in un progetto di rinascita reale, costruito insieme dall’amministrazione, dalle imprese e dai cittadini.
Un Libero Pensatore Krotonese
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