Caos Autovelox, Codacons: a rischio gli incassi dei comuni
La vicenda degli autovelox privi di omologazione mette a rischio una parte di entrate dei comuni che nel caso delle grandi città può arrivare ad oltre 40 milioni di euro di incassi all'anno. La stima arriva dal Codacons, secondo cui, lo stallo venutosi a creare sugli apparecchi per il rilevamento della velocità, rischia di "mandare in tilt i bilanci di centinaia di piccoli comuni che fanno cassa grazie agli apparecchi di rilevamento automatico della velocità installati sul proprio territorio".
Il caso si è venuto a creare per in seguito alla sospensione del decreto autovelox da parte del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha invocato maggiore trasparenza sulla questione in seguito al problema di omologazione di numerosi apparecchi che negli scorsi mesi ha portato ad una valanga di ricorsi.
IL CODACONS PREOCCUPATO PER I BILANCI COMUNALI
Il decreto sembrava potesse dirimere la questione rendendo legali tutti gli apparecchi approvati dall'agosto del 2017 in poi, ma la sospensione del suddetto da parte del Ministro ha rimescolato le cose. Salvini ha invocato infatti un censimento nazionale all'interno di un'operazione trasparenza pensata per penalizzare i cosiddetti "furbetti dell'autovelox", ovvero quelle amministrazioni locali che utilizzano uno strumento fondamentale per la sicurezza piazzandolo "a trabocchetto" senza alcun criterio di deterrenza ma al solo fine di fare cassa e dare respiro ai bilanci comunali.
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